Kohl: perché ai funerali non c'ero

Kohl; perché ai funerali non c'ero GERMANIA Continuano i roghi xenofobi. Immigrati incendiano una sede della Csu Kohl; perché ai funerali non c'ero «Non volevo essere fischiato, da turchi o tedeschi» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Mentre continuano gli attacchi contro i turchi, il cancelliere Kohl difende la sua assenza ai funerali delle cinque vittime di Solingen, e annuncia una riforma della legge sulla nazionalità affinchè «sia trovata una soluzione per i giovani immigrati nati in Germania che vogliono restare». Si profila una liberalizzazione: la possibilità di ottenere la «doppia nazionalità», quasi certamente, anche se soltanto per chi è nato sul suolo tedesco e non per tutti gli immigrati: l'opposizione socialdemocratica e i liberali partner del Cancelliere, al contrario, vogliono una riforma senza condizioni della legge, che risale al 1913. Le nuove norme andranno decise comunque «senza precipitazione», ha precisato Kohl, che nell'intervista trasmessa ieri sera da una tv privata ha ribattuto anche alle critiche sempre più numerose e confermate dai sondaggi d'opinione per la sua assenza dai funerali di Solingen. «Non devo dimostrare a nessuno la mai amicizia con la Turchia. Se ci fossi andato e fossi stato fischiato da qualche gruppo, sarebbe stata la dimostrazione che provoco le reazioni dei turchi o dei tedeschi», ha detto il Cancelliere, che domenica a Berlino è stato fischiato da centinaia di dimostranti, proprio per la sua assenza ai funerali delle 5 vittime del rogo di 10 giorni fa. La situazione all'interno della comunità turca resta tesa. Mentre è confermato che uno degli assassini di Solingen era iscritto a un partito neonazista, la «Deutsche Volksunion», altri due incendi criminali, ieri, hanno rischiato di fare ancora vittime, dopo le nuove vampate dello scorso fine settimana. A Soest, vicino a Dortmund, una bottiglia molotov ha incendiato nella notte una casa abitata da libanesi, pachistani, siriani e albanesi, tutti immigrati da molto tempo in Germania. Uno di loro è rimasto lievemente intossicato. A Bergisch-Gladbad, vicino a Colonia, un incendio quasi certamente criminale ha provocato danni e un ferito leggero in una casa abitata da diciassette turchi. Come rappresaglia alla nuova ondata di violenza razzista esplosa dopo la strage di Solingen, quattro giovani turchi hanno tentato nella notte fra domenica e lunedì di incendiare la sede del partito cristianosociale, la CSU, a Ascheffenburg, in Baviera. Con un gesto simbolico, una decina di turchi residenti da molti anni in Germania hanno chiesto ieri a Monaco il porto d'armi. «Servirà per autodifesa», hanno det to. le. n.l

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