Collabora il dirigente Rai

Collabora il dirigente Rai Collabora il dirigente Rai Concessigli arresti domiciliari Garesio: «Gatti non ha colpe» E' rimasto soltanto due giorni in carcere Gianfranco Gatti, 57 anni, il dirigente della Rai accusato di ricettazione nell'inchiesta sull'appalto di una discarica per rifiuti industriali a Cavaglià (Vercelli). L'interrogatorio di ieri, dalle 9,30 alle 13 davanti al gip Sebastiano Sorbello e al pm Vittoprio Corsi, è stato definito dai magistrati «molto utile». Gatti, che è difeso dall'avvocato Garavoglia, avrebbe offerto un ampio contributo. E' così tornato agli arresti dorniciliari senza scorta, un privilegio che viene concesso soltanto agli indagati che scelgono la linea della colla- borazione. Il legale ha detto: «Il mio cliente ha dimostrato la sua estraneità agli addebiti mossigli». Nei prossimi giorni sarà posto a confronto con Croso. A mettere nei guai il dirigente del Centro elaborazione aziendale della Rai, ritenuto dai magistrati una sorta di cassiere del deputato socialista Beppe Garesio, sarebbero state le dichiarazioni di Nereo Croso, 53 anni, ex consigliere regionale, uomo di punta del psi in Valsesia, e pure lui fedelisssimo di Garesio. La mazzetta di 400 milioni, pagata dalla Fisia, azienda del gruppo Fiat, sarebbe stata versata in più riprese su un conto in Svizzera indicato dal Croso al responsabile della Fisia, ingegner Pomodoro. Ma i soldi erano destinati a Garesio. L'ultima tranche della mazzetta sarebbe stata consegnata nell'aprile del '92 a Croso che, secondo le dichiarazioni rese, l'avrebbe girata a Gatti. Per il pm Corsi, il denaro sarebbe poi finito a Garesio: In un comunicato l'on. Garesio dichiara: «Sono turbato e sconcertato. Gatti ha avuto l'unica colpa di collaborare in un ruolo marginale e saltuario alla campagna elettorale di un deputato, non era un cassiere o un elemosiniere, ma solo un amico, che, dopo il suo orario di lavoro in Rai, mi aiutava nella campagna elettorale. Escludo nel modo più categorico che Gatti fosse al corrente del contributo Fiat consegnato a Croso». Il deputato socialista aggiunge: «Non ho nulla da nascondere e mi assumo la piena responsabilità dei finanziamenti elettorali, sia della Fiat, sia di un altro contributo, per il quale ho appena ricevuto il mio terzo "avviso", per violazione alla legge sul finanziamento dei partiti: si tratta di contributi al psi, nell'arco di 5 anni, dal 1988 al 1992, per un totale di 70 milioni che ho ricevuto come segretario regionale. Ho accettato questi contributi a causa di un'ipocrita legge sul finanziamento dei partiti e di un altrettanto ipocrita clima politico, che di fatto non mi consentivano di mettere a bilancio queste entrate».

Luoghi citati: Cavaglià, Svizzera, Vercelli