Nicola II, fìnta esecuzione

L'Unione degli scienziati russi ribalta clamorosamente la verità ufficiale: la famiglia imperiale emigrò L'Unione degli scienziati russi ribalta clamorosamente la verità ufficiale: la famiglia imperiale emigrò Nicola II, fìnta esecuzione / Romanov non morirono a Ekaterinburg CLI ultimi Romanov - lo Zar Nicola II, sua moglie Alessandra e i loro cinque figli - sono stati davvero fucila—I ti a Ekaterinburg il 16 luLio 1918? L'Unione russa degli scienziati ribalta ancora una volta la storia e, in un'insolita conferenza tenuta martedì scorso a San Pietroburgo davanti al direttore degli archivi di Stato, un rappresentante di Boris Eltsin, eminenti storici e massimi esperti di casa Romanov, annuncia che i membri della famiglia imperiale non sarebbero stati uccisi dai bolscevichi. La zarina Alessandra e le quattro granduchesse sarebbero sopravvissute fuori della Russia. Una verità volutamente nascosta da decenni di «menzogne». Quanto alle ossa improvvisamente ritrovate e attribuite alla famiglia imperiale, sarebbero una bufala, come quella dei diari di Hitler. Anche un ricercatore americano, il dottor John Walsh di Brannagh, è della stessa idea. In una conferenza stampa . tenuta a Oxford giovedì scorso, ha dichiarato che la zarina e due delle sue fighe, Olga é Maria, sono sepolte in Italia. Maria si sarebbe sposata a Bucarest nel 1919 e avrebbe avuto due figli, uno dei quali attualmente vivrebbe a Madrid. Secondo la storia ufficiale, da decenni invariata nella sostanza se non nei dettagli, lo zar e la sua famiglia sarebbero stati fucilati assieme a quattro servitori e al medico di corte nella cantina di casa di Ipatiev a Ekaterinburg. Nessuno sopravvisse, i corpi vennero immediatamente bruciati e sciolti nell'acido solforico, le ceneri gettate nel pozzo di una miniera. All'epoca, Ekaterinburg era vicina al fronte della guerra civile russa e negli anni successivi fu alternativamente nelle mani dei bolscevichi e della guardia bianca. Entrambi gli schieramenti fecero le loro indagini, giungendo alla stessa conclusione. Questa versione andava bene per tutti. I bolscevichi mostravano che la strada imboccata era senza ritorno? i Bianchi avevano i loro martiri. Eppure le prove dell'eccidio sono sempre state contraddittorie. Dal punto di vista medico-legale, i corpi, in particolare i denti, non possono èssere stati fatti sparire come si racconta. Ci sono comunque molte teorie e leggende che riempiono gli spazi vuoti. La più famosa riguarda la donna che apparve a Berlino nel 1920 sostenendo di essere la figlia più piccola dello zar, la granduchessa Anastasia. I suoi tentativi di farsi riconoscere come l'erede al trono dei Romanov proseguirono fino al 1977, sette anni prima della sua morte a Charlotteville, nella Virginia, sotto il nome di Anna Anderson. Tra i suoi sostenitori, c'erano anche Anthony Summers e Tom Mangold, che nel 1976 pubblicarono un best-seller sulla famiglia imperiale. Secondo loro, solo i servitori sarebbero stati uccisi nella casa di Ipatiev, mentre lo zar e il figlio sarebbero stati fucilati altrove, fuori Ekaterinburg, quando i rossi si ritirarono davanti a un attacco bianco. La zarina e le"figlie sarebbero invece state evacuate nella città di Perni e sarebbero scomparse dalla storia qualche mese dopo la data ufficiale del loro assassinio. Secondo Walsh, invece, la zari- na e le fighe sarebbero sopravvissute grazie a un accordo russo-tedesco, protette dalla Chiesa e da alcuni governi europei. Walsh sostiene di aver visto in Vaticano documenti comprovanti dettagliati pagamenti alla zarina successivi al 1918. Altri documenti l'hanno convinto che Papa Pio XII parlò in più occasioni con le due granduchesse. L'annuario del. goyerno spagnolo nel 1922 elencava la zarina come ancora in vita, insieme alle sue quattro fighe. Walsh ha mostrato la fotocopia di uria presunta lettera scritta nel 1937 dalla zarina, allora residente in Polonia, alla figlia Maria, che invece viveva in Congo, insieme a un certificato di matrimonio trovato in un tribunale parigino, datato 1947, relativo alla figlia di Maria, OlgaBeata. Passiamo ora alla storia dei cadaveri. Fino al 1989, l'assenza dei corpi dei Romanov era una prova mdiretta di un'eventuale fuga delle donne imperiali, anche se l'assenza di qualsiasi sopravvissuto, a parte Anastasia, suggeriva che quasi certamente fossero morte •da qualche parte negli Urali, se non addirittura nella prigione di Ekaterinburg. Questo fatto non ha mai scoraggiato i sostenitori della fuga, per i quali i Romanov sarebbero vissuti in incognito in Spagna, Danimarca, Gran Bretagna o Stati Uniti. Secondo lo storico Michael Occleshaw, ad esempio, i servizi segreti britannici sarebbero a conoscenza del fatto che, su iniziativa del cugino dello zar re Giorgio V, la granduchessa Tatiana sarebbe stata prelevata da un aereo a Ekaterinburg nel luglio 1918, portata a Vladivostok e successivamente trasferita in gran segreto alla corte del principe Arturo di Connaught, che allora guidava una missione britannica in Giappone. Secondo Occleshaw, Tatiana sarebbe poi approdata, attraverso il Pacifico e il Canada, a una vita di anonimo esilio in Europa. Altre voci la dicono invece morta sotto un bombardamento della li guerra mondiale quando viveva in Germania. Nemmeno lo zar è stato lasciato in pace: c'è chi dice che sia morto negli Anni 50, dopo aver passato molti anni incarcerato in mia fat¬ toria. L'assenza di cadaveri ha dato una partenza di verosimiglianza a queste teorie fino al 1989, quando nei boschi di Ekaterinburg furono scoperti undici gruppi di ossa, esattamente dove avrebbero dovuto trovarsi. Undici scheletri combaciavano con le undici vittime e sembravano confermare la storia una volta per tutte. Lo scorso anno le ossa furono portate al laboratorio inglese di medicina legale di Aldermaston per estrarne minuscoli frammenti di Dna da mettere a confronto con quelli prelevati dai discendenti sopravvissuti dei Romanov, compreso il duca di Edimburgo. Sono stati esaminati anche i resti di Anna Anderson. Nessuno dei risultati ha convinto gli esperti, che parlano di una clamorosa beffa. Secondo il dottor Walsh, le ossa possono essere al massimo quelle dei servitori della famiglia. E comunque, appartengono a persone che non sono state uccise né seppellite insieme. E' possibile invece che si tratti di un unico gruppo familiare, cori quattro persone estranee. I risultati definitivi dovrebbero arrivare nel giro di qualche settimana. Le ossa scoperte sono comunque troppo poche per undici cadaveri. E' più probabile che gli individui siano solo nove. Oltretutto, negli ultimi mesi sono stati segnalati almeno tre diversi scheletri completi dello zar in Russia e in Lituania. Ora anche gli scienziati russi vogliono fare i loro esami sanguigni e genetici sulle persone considerate discendenti diretti della famiglia imperiale, compreso l'eventuale pronipote dello zar, quel principe Alessio II, figlio della principessa Olga-Beata, che vive a Madrid. La storia dei Romanov è anche un intrigo di alta politica. Che ruolo hanno avuto le famiglie re ah europee? Se una o più fighe dello zar sono davvero sopravvissute, dove sono vissute? Chi le ha protette? Chi sapeva? Chi sono gli attuali discendenti? Se ci sono risposte, devono essere sepolte negli archivi delle monarchie europee. Che però rimangono sigillati: sono stati aperti gli archivi sovietici, ma non quelli dei servizi segreti inglesi e della monarchia britannica. E i russi? Che cosa sa Boris Eltsin che, come ufficiale regionale, più di dieci anni fa diede l'ordine di radere al suolo la casa di Ipatiev e, come Presidente della Russia, autorizzò la notizia delle ossa, che erano state disseppellite 13 anni fa ma riapparvero così provvidenzialmente tre anni fa? Secondo il-dottor Walsh, continua la congiura del silenzio. Gli scienziati russi che hanno parlato a San Pietroburgo sono stati scoraggiati dall'andare avanti. Lui e i suoi colleghi hanno avuto difficoltà ad accedere agli archivi. I russi ora stanno chiedendo a tutti i governi coinvolti, al Vaticano, alla regina Elisabetta e allo stesso Eltsin, di fornire i documenti dei loro archivi relativi a questo sto ria. Sperando di arrivare all'ulti ma verità; Martin Kettle Sally Weale Copyright «The Guardian» e per l'Italia «La Stampa' La zarina e due figlie sarebbero sepolte in Italia e Alessio II, nipote della granduchessa Maria, vivrebbe a Madrid Ling Sopra, Nicola II; a destra la famiglia imperiale: lo zar, la zarina Alexandre, le granduchesse e lo zarevich Le figlie dello zar, Maria, Olga, Tatiana e Anastasia con i capelli rasati per prevenire il tifo A sinistra, la cantina della casa di Ipatiev dove la famiglia imperiale fu fucilata In alto la casa di Ipatiev