Piccolo fantasma, poeta dell'Aids

Sfruttato, affamato, venduto, picchiato e contagiato: un ragazzino sconvolge l'America con la sua storia. Ma nascono i dubbi: «Uno scrittore ha inventato tutto» il caso. Ha 15 anni, violentato da amici dei genitori: scrive un libro, però è invisibile Piccolo fantasma, poeta dell'Aids «Newsweek» attacca: Non esiste, è una truffa /n iE si tratta di uno scherzo, è uno scherzo davvero or« ribile. Ma se invece fosse l | la verità, non sarebbe I certo meno spaventosa. LAmerica si sta commuovendo per l'autobiografia di un ragazzino di 15 anni, A rock and a hard place (Una roccia è un posto duro) in cui Anthony Gody Johnson racconta la sua storia: i genitori che gli facevano mancare l'affetto e il cibo, che lo picchiavano, che lasciavano che i loro amici ne abusassero sessualmente a loro piacere. Ora il ragazzo ha l'Aids e la tubercolosi, può respirare soltanto attraverso una maschera a ossigeno e ha perso una gamba che gli è stata amputata. Però sa scrivere, sa scrivere piuttosto bene a quanto pare, sotto la protezione finalmente amorosa di un'assistente sociale che quattro anni fa è diventata la sua madre adottiva e che ora è la più accanita avversaria di chi comincia a dubitare della stessa esistenza di quel ragazzino. Perché nessuno lo ha mai visto. E molti sospettano ormai che dietro alla sua firma si nasconda un adulto senza scrupoli, forse un famoso giornalista. La prima pietra l'ha scagliata Newsweek, che ha messo in dubbio l'autenticità della storia e ha attribuito a Paul Monette, prefatore di A rock and a hard place, scrittore e giornalista autorevole e premiato, la possibile paternità di quest'opera. Non solo ci sarebbero somiglianze tra lo stile di Monette e quello del giovane autore, secondo il settimanale, ma il fatto che anche Monette sia ammalato gravemente di Aids renderebbe più credibile la sua descrizione dell'iter e dei tormenti della malattia. Oppure, sostengono altri, bisogna cercare altrove, indagare tra i professionisti della penna disposti a un atto di falsità così spregevole a scopo di lucro. Di fatto, non si è trovato nessuno pronto a testimoniare di avere incontrato il giovane Johnson di persona. Lo stesso editore, Crown, pur avendo mandato una dichiarazione ai librai che difende il libro e il suo autore «in modo assoluto e senza riserve», non lo ha mai incontrato. Né lo hanno mai visto il suo agente o il suo addetto stampa personale. E lo stesso vale per il presentatore televisivo Fred Roger che ha firmato la postfazione del libro. E' stata interrogata anche una Fondazione che ha regalato al ragazzino un computer: non era in casa quando è stato consegnato. Monette s'indigna: «E' il più scurrile, maligno, schifoso articolo che abbia mai letto», ha dichiarato fuori di sé. «Ho parlato al telefono con quel ragazzo ogni settimana per un anno. Mi legge¬ va dei brani e io dicevo "così va bene, vai avanti". Non sono mai andato a trovarlo, ma perché avrei dovuto? Sto morendo di Aids anch'io e non voglio contrarre- la tubercolosi. Sa una cosa? Non ho mai incontrato nemmeno Philip Roth, ma non mi è mai passato per la mente che non esista». La voce. Chi difende l'autenticità del libro non parla d'altro che della credibilità della voce del giovane Johnson, ma, in effetti, è difficile considerarla una prova concreta. Gli è stata fatta una lunga'intervista da un reporter dell'Associated Press: ma al telefono. Al telefono si sono svolte lunghe trattative con Hol¬ lywood per fare della sua autobiografia un film. Al telefono, incredibilmente, gli ha rimboccato le coperte ogni sera l'assistente sociale incaricato dei malati di Aids, che Johnson chiama «papà» essendogli molto affezionato. La motivazione di questa reticenza a incontrare chiunque da parte di Anthony Johnson è la paura di entrare in contatto con qualunque germe che, a questo punto, sarebbe per lui letale. Chiunque provi a telefonare al suo misterioso numero telefonico, parla prima con la riiadre, Vicky Johnson, che viene' descritta come gentile e professionale, ma ferma. Quando un quo¬ tidiano inglese, che voleva pubblicare il libro a puntate, ha chiesto di provarne concretamente l'autenticità mettendo in contatto il suo Ufficio Diritti con il medico curante del ragazzo, la madre adottiva pare abbia reagito con ira. E il progetto è andato in fumo: meglio non pubblicare l'autobiografia di Anthony in Inghilterra, piuttosto che dare altri dispiaceri al ragazzo. «Se volete leggere il libro fatelo», ha detto la donna, «ma se non volete credere alla sua storia, per me è lo stesso... Là vita è troppo breve. La sua è preziosa adesso. Se hai un figlio che ha l'Aids non sai quanto potrà durare. La legge protegge il diritto alla privacy. Non stiamo nascondendo un latitante. Siamo soltanto una famiglia che vuole essere lasciata in pace. Non c'è nessun bisógno che il ragazzo sia messo sulla pubblica piazza». Livia Ma nera Sfruttato, affamato, venduto, picchiato e contagiato: un ragazzino sconvolge l'America con la sua storia. Ma nascono i dubbi: «Uno scrittore ha inventato tutto» La tragedia dei bambini sottoposti a violenza in casa. L'America commossa da una autobiografia già contestata

Persone citate: Anthony Gody Johnson, Anthony Johnson, Crown, Fred Roger, Johnson, Paul Monette, Philip Roth, Vicky Johnson

Luoghi citati: America, Inghilterra