«Mai più indifesi i nostri volontari»

«Mai più indifesi i nostri volontari» «Mai più indifesi i nostri volontari» Andreatta: anche il tricolore nel contingente di pace ,nr«1n| 'list ROMA. Nel giorno in cui le sal- Se dei tre volontari italiani ucsi in Bosnia1'sonò ritornate a Brescia, il ministro degli Esteri Andreatta ha dichiarato la sua disponibilità a inviare scorte militari di protezione ai convogli umanitari. . Lo ha fatto ieri mattina, davanti ai rappresentanti delle associazioni di volontariato che agiscono nell'ex Jugoslavia con cui si è incontrato alla Farnesina. «Non possiamo pretendere che le forze delle Nazioni Unite dedichino uomini a questo scopo ritirando effettivi preziosi per la protezione di aree dove la violenza è diretta» ha detto il ministro, domandandosi «se non sia necessario l'invio di truppe aggiuntive dell'esercito italiano». Per «truppe aggiuntive italiane», Andreatta intende un reparto speciale da mettere a disposizione dell'Unproforfil contingente Onu in ex-Jugoslavia) con un obiettivo militare preciso: tenere aperte alcune strade per garantire un maggior flusso di convogli rispetto a quelli attuali. «Proteggere gli Italiani, dovunque essi siano - ha spiegato il ministro - fa parte del mestiere delle nostre forze armate». Approfittando dell'incontro, il ministro degli Esteri ha espresso viva preoccupazione per l'evolvere della situazione nel Kossovo, l'ex provincia autonoma «incorporata» a forza dalla Serbia di Milosevic nonostante l'85% della sua popolazione sia di ceppo albanese. Andreatta ha fatto rierimento a informazioni giunte alla Farnesina, secondo cui nel Paese sta crescendo la «presenza di capibanda nazionalisti secondo uno schema che si è già verificato in altre regioni e repubbliche dell'ex-Jugoslavia. Le proposte di Andreatta saranno presentate al governo e faranno sicuramente discutere. Così come ha fatto discutere l'altra ipotesi lanciata da Andreatta nell'incontro alla Farnesina. Il ministro ha infatti accennato a una sorta di «manuale di comportamento» per ridurre i pericoli che le iniziative private possono presentare in zone in cui la situazione bellica è mutevole. Tra le «regole» del manuale vi sarebbe quella di consentire a tutte le Ong(Organizzazioni non governative) di attingere alle informazioni più recenti dell'Unprofor sulla situazione bellica. Il ministro ha parlato anche della creazione, a Spalato, di un tavolo di coordinamento che conosca i tempi e i luoghi delle iniziative private. Queste ultime, da parte loro, dovranno seguire il più possibi¬ le le regole di comportamento dettate da chi ha già maturato espérierizl sul campo. E sono stati proprio questi ultimi punti a fare irritare alcuni rappresentanti delle associazioni di volontariato convenute, tra cui Arci, Anpas, Medici senza frontiere, Caritas, Beati costruttori di pace, Servizio civile internazionale e Consorzio umano di solidarietà. Nel discorso di Andreatta, poi, non sono mancati toni polemici nei riguardi di forze straniere non meglio precisate. «C'è qualcosa di obliquo nel no alla presenza italiana in Jugoslavia, un no che è stato pilotato da alcuni governi non nostri amici» ha dichiarato senza mezzi termini il ministro, che ha aggiunto «Non possiamo lasciare che i nostri volontari perdano la vita e non ci sia la protezione delle nostre forze». Forze che erano schierate numerose, ieri pomeriggio, sulla pista dell'aeroporto di Ghedi, in provincia di Brescia, ad accogliere i feretri di Guido Puletti, Fabio Moreni e Sergio Lana, giunti a bordo di un G-222 46 aerobrigata dell'Aeronautica militare verso le sei di sera. [e. st.] Il ministro degli Esteri Andreatta

Luoghi citati: Brescia, Ghedi, Jugoslavia, Roma, Serbia, Spalato