Pannella: «No alla lega»

n Pannello; «No alla lega» «Ma a Torino non ci impegniamo per sostenere dei candidati» Marco Pannella arriva, e subito sorprende: «Sono qui soltanto per appoggiare Emilia Rossi e Carmelo Palma, amici di cui ho grande stima». Rossi e Palma sono nella Usta Alleanza per Torino, prototipo subalpino di Alleanza democratica che appoggia Valentino Castellani. Ergo, Pannella appoggia il docente del Politecnico? Risposta: «A Torino non ci impegneremo per sostenere un candidato sindaco». Attenti, però. Non è una presa di distanza da Castellani «che immagino persona degnissima pur senza conoscerlo» (rimedierà nel pomeriggio con un colloquio in via Pigafetta). Il problema è un altro, dice Pannella: la riforma elettorale è zoppa, anzi «una controriforma»: «Ci hanno fatto scontare l'elezione diretta del sindaco con pesanti condizioni. Non avete idea di cosa accadrà il 7 giugno, quando si dovranno definire i nuovi apparentamenti: sarà il mercato delle vacche». Un altro problema angustia il leader radicale: «Il caso Torino dimostra come non abbia senso andare ad elezioni subito dopo aver votato la legge. E' indispensabile concedere tempo perché le forze politiche si riorganizzino. Qui non è accaduto, altrimenti avremmo avuto coalizioni e candidati diversi». Da due giorni Pannella ha ufficializzato l'appoggio ai verdi, purché nelle loro liste siano prevalenti i sostenitori del Sì al referendum (come avviene per il sole che ride torinese) e non siano concorrenziali con Alleanza democratica. Che a Torino partecipa alla competizione elettorale: «Per cui chiedo di scegliere i nostri due candidati. Chi vota loro è come se votasse me». Insomma, proprio nessuna preferenza? «Una in negativo, verso la Lega. Non ce l'ho con Bossi, anzi, a livello nazionale ci uniscono la battaglia per il turno unico e l'anti-partitocrazia. Se lui si fosse candidato avrei detto: non mi pronuncio. Ma questa volta ha fatto una operazione tipicamente partitocratica, scegliendo candidati di secondo piano, forse per non far crescere altri». E allora, onorevole? «Allora anche gli elettori della Lega devono far comprendere a Bossi che ha sbagliato. L'avevo detto per i socialisti o per i de: un voto a sostegno delle cazzate è un voto per invogliare i dirigenti a commetterne altre» Ig. pav.] Il leader dei radicali Marco Pannella ha parlato ieri in via Garibaldi «Questa legge elettorale è sbagliata»

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