Dagli Usa alla scoperta di Milano, Italia di Gianni Riotta
Dagli Usa alla scoperta di Milano, Italia Gianni Riotta condurrà dal 7 giugno ad agosto la trasmissione di Raitre Dagli Usa alla scoperta di Milano, Italia «Dopo il cambiamento americano, vivrò il nostro» MILANO. Nuova edizione di «Milano, Italia», con Gianni Riotta nel ruolo che è stato di Gad Lerner, e questo è il cambiamento più rilevante. Per il resto la trasmissione seguirà l'impianto consueto, «con gli attori sul palco e il coro in sala, che reagisce, comménta e interviene», spiega il giornalista, che non a caso è laureato in filosofia e conosce bene i classici greci. Teme il confronto con Lerner? «Sicuro», risponde, «però c'è un precedente che mi conforta: nel 1988, quando divenni corrispondente del "Corriere della sera" a New York, al posto di Ugo Stille, avevo altrettanta paura, ma andò bene. Speriamo succeda così anche questa volta». Dal 7 giugno, «Milano, Italia» proseguirà fino ad agosto, poi ci sarà l'intervallo estivo: «Riprenderemo in settembre se già ci saranno novità politiche molto significative, altrimenti in ottobre». Per quanto riguarda Riotta, inviato del «Corriere», sarà presente per lo meno fino all'estate. L'orario è quello abituale, alle 22,45, dal lunedì al giovedì. Alla prima puntata si parlerà delle elezioni del giorno precedente, 15 milioni di persone chiamate a votare. «Ho avuto la fortuna di vivere la stagione del cambiamento negli Stati Uniti - dice Riotta -, ma sono curioso soprattutto di viverla qui, nel mio Paese». Le sue esperienze televisive consistono finora in due lungometraggi e nella diretta della notte delle elezioni di Clinton. A spingerlo ad accettare l'offerta («che però è stata un azzardo») di Raitre, è stata «la curosità, la stessa curiosità per cui uno decide di fare il giornalista nonostante i genitori ti invitino a diventare radiologo piuttosto che architetto o magistrato». Come di consueto, le riprese saranno all'Umanitaria. Paura del pubblico, delle telecamere? «Per ora ho dei timori più elementari, tipo cadere da quelle scale che nella realtà so¬ no molto più ripide di quanto appaiano, o di dimenticare il microfono in mano di qualcuno e continuare a parlare, o di impallare lo schermo». Coautori del programma, Giorgio Casadio e Maddalena Làbricciosa; regia di Maurizio Fusco, scene dì Pierluigi Cerri. In attesa dei ballottaggi del 20 giugno, di questioni politiche «Milano, Italia» continuerà a trattare, e non solo per quanto riguarda il capoluogo milanese. E' anche probabile che gli orizzonti si allarghino oltre confine: «Perché bisogna pur rendersi conto che anche prima di Tangentopoli esistevano giudici coraggiosi, gente che voleva cambiare, e politici che desideravano rifarsi l'automobile nuova, ma che tutte queste cose hanno potuto emergere soltanto ora, dopo la caduta del muro di Berlino, la fine del bipolarismo. Nessuno è più così sciocco da pensare che i destini di una nazione si decidano sòltanto all'interno. La ripresa o meno dell'economia statunitense, per esempio, condizionerà le possibilità di scelta di chiunque sia al nostro governo, Bossi o Martinazzoli o Occhetto; e alla linea che la Cee deciderà in materia di immigrazione dovremo adeguarci tutti, ci piaccia o no». Omelia Rota Gianni Riotta
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