Banchetto trogloditico, specialità midollo di Enrico Benedetto

Banchetto trogloditico, specialità midollo Per la settimana della scienza test di cucina preistorica, nelle terre dell'uomo di Cro-Magnon Banchetto trogloditico, specialità midollo Pietre focaie al posto dei fiammiferi e selci invece dei coltelli PARIGI DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un menù trogloditico attende gli audaci volontari che accoglieranno per il weekend l'invito di alcuni paleontologi transalpini. Non coltelli ma selci per tagliare la preda. Anziché la padella, un buco in terra, da coibentare rivestendolo con una pelle scuoiata ad hoc. Inutile dire che i fiammiferi o peggio l'accendino sono tabù: pietra focaia o ramoscelli soffregabili costituiranno l'unico metodo per sviluppare la fiamma. E l'acqua raggiungerà l'ebollizione scagliando nel piccolo cratere sassi roventi. In assenza di mammuth, il festino avrà come vittima il non meno glorioso cinghiale (vero Obelix?). Ma nessuno immagini che potrà azzannarne una coscia. Gli toccheranno le ossa, da cui suggere midollo. I più schizzinosi potranno contentarsi del brodo, non propriamente leggero. O, in alternativa, scremare il grasso che salirà alla superficie e ingurgitarlo. Auguri. L'iniziativa non è peregrina. Ha uno sponsor autorevole, lo Stato francese. E il luogo non potrebbe essere più suggestivo, Eyzies, in Dordogna, patria del nostro celeberrimo progenitore Cro-Magnon. Il museo locale alberga non pochi tesori preistorici. E le vicinanze nascondono inestimabili pitture rupestri. Così tra le 1500 manifestazioni che Parigi organizza nel fine settimana per una grande «Festa della Scienza» figura anche il «pranzo cavernicolo». Nessuna indiscrezione sul prezzo, né sui «coperti» disponìbili. Ma la grande bouffe sarà forse gratis e senza limitazioni di pubblico. Come le polentate. Gli Homo Sapiens contemporanei ritroveranno in compenso istruttori rigidissimi sul galateo delle caverne. Guai a chi violerà la barbara etichetta azzardando usi civili. Rischia un disprezzo non meno sonoro di quello che colpirebbe il commensale sorpreso a mangiare il pollo con le mani in un 5 stelle. Primitivi si diventa - ammonisce Jean-Philippe Rigaud, l'autorevole organizzatore - e con grande fatica. Spiega, in ogni caso, che il test di Eyzies rappresenta solo uno scalino iniziale, neppure troppo disgustoso. Il professore può vantare ben altre esperienze entero-storiche. «Gli eschimesi mi fecero mangiare carne avariata, un midollo (ancora lui) di caribù che aveva sei mesi buoni» osserva. Insieme ai colleghi, vuole sfatare l'immagine dei nostri antenati che inseguono arco in mano la selvaggina, incluse le renne che popolavano l'allora gelida Francia. Era più comodo, in realtà, addentare una carogna non troppo frolla. Gli invitati ringrazino se gusteranno cinghiale fresco: Rigaud offre una preistoria in versione soft-core. L'esperienza avrà indubbi risvolti fantozziani, ma seconda una moda - non solo gastronomica - di ritorno alle origini. La nouvelle cuisine è in crisi, i ruvidi piatti tradizionali che celebrano interiora, ghiandole e frattaglie conoscono una seconda giovinezza. E nel segno di Rabelais ecco affiorare un po' ovunque (a caro prezzo) «menù storici» in costume da Medio Evo. All'età della clava, tuttavia, nessuno finora aveva pensato. E dire che le abitazioni trogloditiche nel tufo che fiancheggiano la Loira inferione attraversano già da qualche anno un vero revival. Da cantine o magazzini diventano seconde case. E un hotel di rango propone «soggiorni in grotta» con tv e acqua calda, facendo pagare la «caverna doppia» almeno 150 mila lire. Ma gli inevitabili reumatismi rimangono a carico dell'ospite. Enrico Benedetto I

Persone citate: Primitivi, Rabelais

Luoghi citati: Francia, Parigi