Sarajevo, nuovi orrori di E. St.

Sarajevo, nuovi orrori Sarajevo, nuovi orrori Assassinati un belga e un Casco blu Guerriglia a Belgrado, un morto BRESCIA. Sono tornati a casa Agostino Zanotti e Cristiano Penocchio, i due volontari italiani scampati sabato scorso alla folle «esecuzione» messa in atto a Gornji Vakuf da un misterioso gruppo di uomini armati che portavano contrassegni dell'esercito bosmaco. Con loro, su falcon 50 dell'aeronautica militare italiana che li ha portati da Spalato a Brescia, c'erano anche le salme di Fabio Moreni e Guido Puletti. U cadavere della terza vittima, Sergio Lana, è stato ritrovato ieri dai caschi blu inglesi in una zona impervia e dovrebbe giungere in Italia solo oggi. «Finalmente è finita - ha dichiarato Agostino Zanotti durante il rientro - noi siamo salvi, ma ci portiamo appresso un fardello di tre morti». «Non c'è una ragione logica per la quale i nostri amici hanno perso la vita ha aggiunto Cristiano Penocchio - comunque, nonostante il dramma di cui siamo stati protagonisti, non ho cambiato idea: sono sempre convinto che gli aiuti alla popolazione della Bosnia devono continuare». Martedì sera, prima della riunione del Consiglio di Sicurezza, il rappresentante permanente italiano alle Nazioni Unite, ambasciatore Fulci, ha chiesto al segretario generale Boutros Ghali che venga assicurata «idonea copertura militare a quei convogli civili che, con il rispetto delle procedure, si recano nella ex Jugoslavia per realizzare iniziative umanitarie». In Bosnia la giornata di ieri è stata una delle più drammatiche delle ultime settimane. Un operatore televisivo belga che lavorava per la televisione messicana è rimasto ucciso dal proiettile sparato da un cecchino mentre si trovava su una camionetta dell'Onu nel tratto di strada che da Mostar porta a Jablanica. Sempre a Mostar, un casco blu spagnolo è rimasto ucciso in un incidente di cui non si conoscono ancora i particolari. A Sarajevo le Nazioni Unite sono state costrette a sospendere il ponte aereo umanitario. Quattro soldati francesi che presidiavano l'aeroporto sono rimasti feriti dal tiro dei cecchini. Proiettili hanno raggiunto, senza causare danni, un velivolo americano che era appena decollato. Gli aerei-spia «Awacs» della Nato hanno accertato che numerosi apparecchi umanitari sono stati «catturati» dai radar della contraerea e che quindi rischiavano di venire abbattuti. Diversi caschi blu nigeriani sono rimasti feriti nel corso di un attacco dell'artiglieria croata contro le forze serbe nei pressi di Benkovac. L'enclave musulmana di Gorazde è invece al centro di un massiccio attacco delle truppe serbe appoggiate dai carri armati. «La città è ormai ridotta a una fosse comune» ha detto radio Sarajevo. A Belgrado, dopo la sanguinosa manifestazione di ieri sera, la situazione rimane tesa e l'ex premier Panie (attualmente in visita a Vienna) ha affermato che ormai si è sull'orlo della guerra civile. Durante la notte la polizia ha arrestato il leader dell'opposizione democratica serba, Vuk Draskovic, accusato di essere il responsabile degli scontri nel corso dei quali un agente è rimasto ucciso. Insieme a Draskovic sono stati arrestati anche sua moglie e un centinaio di suoi sostenitori. Secondo fonti dell'opposizione, Draskovic sarebbe stato percosso duramente dai poliziotti e avrebbe riportato fratture al volto. [e. st.]