«Sindaco, non dimenticarci» di Giampiero Paviolo

36 I candidati e la città: parla il viceparroco di via Artom e via Millelire «Sindaco, non dimenticarci» Emergenze: casa e droga Otto palazzi, ognuno di 10 piani, alcuni con otto scale, altri con sei. Fanno corona, i palazzi, alla parrocchia di San Remigio, via Millelire 51, Mirafiori sud. E' il quartiere più giovane e più povero della città, e questo isolato, tra via Artom e via Fratelli Garrone, ha più problemi di tutti. Una Torino diversa, stretta attorno alla parrocchia per convinzione, ma anche per l'assenza quasi totale di altri centri di aggregazione. Di dieci candidati a sindaco uno solo è passato di qui. Eppure, la gente di Mirafiori avrebbe tante cose da chiedere alla prossima amministrazione. Almeno quante ne hanno gli imprenditori, i banchieri, gli intellettuali. Probabilmente di più, fa capire don Gino Michieli, 48 anni, da quattro viceparroco a San Remigio. Don Gino, un problema su tutti. «Lei pensa alla droga, all'emarginazione. Invece no, la prima emergenza è la casa, e dire che qui solo case abbiamo. Ma decine di appartamenti Iacp sono liberi, spesso occupati abusivamente. Intanto le coppie frequentano i corsi pre-matrimoniali con la sicurezza di non avere un buco dove andare dopo le nozze. Così aumentano le coabitazioni, e con esse le incomprensioni, le liti, le separazioni». La richiesta, don Gino.. «Un controllo sugli alloggi sfitti, e il bando della casa che manca da 10 anni». Nelle statistiche questa risulta una zona ad elevato tasso di marginalità. Cosa significa? «Significa che i giovani non hanno lavoro, e a tutti mancano i servizi». Quali servizi? «Vuole esempi? Bene, la nostra parrocchia si occupfidj."l,5 mila persone, in maggioranza anziani perché sono venuti da queste parti 30-35 anni fa e ancora ci vivono. Per loro non c'è una biblioteca, e la linea di autobus è una sola, anzi la domenica tolgono pure quella. Neppure l'ospedale c'è, e non c'è collegamento diretto con il San Luigi, ossìa con il più vicino. Lo sport è tutti in questa parrocchia, calcio, basket e pallavolo per 190 ragazzi». Parliamo della droga. La situazione è peggiorata? «I morti sono diminuiti, ma la realtà è sempre la stessa. In media abbiamo tre tossicodipendenti per scala, e le scale sono tante. La crisi occupazionale sta facendo disastri. I ragazzi più volenterosi si arrangiano con le vendite porta a porta, c'è una società che li manda in giro per mezza Italia. Lavorano tre o quattro giorni, poi stanno un mese senza far niente. Gli altri, i più deboli, aspettano e sono una buona preda per gli spacciatori. Guardi che da queste parti non tutti hanno difficoltà economiche: ci sono famiglie, per fortuna non molte, dove lo spaccio è organizzato, dalla madre ai figli. Se vai a casa loro sembrano dei poveracci, in realtà hanno soldi a palate». Cosa può fare il Comune? «Innanzi tutto collaborare con le autorità di polizia. Poi mandare avanti i progetti che aiuteranno la città a decollare. Un'economia più forte significa maggiori opportunità di lavoro». Mirafiori Sud è una di quelle periferie che molti candidati vorrebbero riqualificare. Lei ha qualche idea? «Già non essere dimenticati sarebbe un successo. Noi chiediamo aiuto, non l'assistenzialismo clientelare che lascia aperte le ferite. Perché la gente di qui ha voglia di impegnarsi, molte volte è sufficiente avere un segnale di attenzione. Le faccio un altro esempio: lo Iacp ha dato una rispolverata, solo esterna per carità, al palazzo di via Artom 81. Ebbene, le famiglie si sono autotassate, chi per 30, chi per 40 mila lire, e hanno fatto risistemare il giardino accanto. Adesso è un gioiello. Ma se quella stessa gente trovasse soltanto mucchi di cartacce, beh ci butterebbe anche la sua. Come tutti». Giampiero Paviolo # Don Gino Michìeli, 48 anni, viceparroco di San Remigio, a Mirafiori Sud

Persone citate: Gino Michieli, Gino Michìeli

Luoghi citati: Italia, San Remigio