Capomastro pretendeva il «pizzo» di E. Mas.

Preso in Sicilia Preso in Sicilia Capomastro pretendeva il «pizzo» «Dottore, è mafia. Lei non ci conosce, ma in Sicilia è così. Il pizzo: bisogna pagare se si vuole andare avanti». L'ingegner Franco B. ha avuto paura. Le telefonate erano del suo responsabile di cantiere a Bivona (Agrigento). L'ingegnere si è rivolto ai carabinieri. E il capocantiere, Umberto Velia, 39 anni, è stato arrestato per estorsione. Tre anni fa, il Comune di Bivona deliberò la costruzione di un depuratore. La gara d'appalto la vinse la società dell'ingegner Franco B., torinese, 70 anni. I lavori s'iniziarono l'autunno dello stesso anno. Spesa prevista un miliardo e 800 milioni. L'ingegnere si appoggiò a imprese locali e, per seguire i lavori, la scelta cadde su Umberto Velia, capomastro locale. Per due anni, tutto bene. In tre rate l'ingegner Franco B. ha incassato dalla tesoreria del Comune gli anticipi del lavoro. A gennaio restavano ancora 320 milioni. Un mese fa la telefonata di Velia: «Dottore, vogliono il pizzo, la tangente. Il 2%, sono 36 milioni». D'accordo con il magistrato Andrea Bascheri, è stata tesa la trappola. Due sottufficiali del nucleo operativo sono diventati l'ombra dell'imprenditore. Assieme sono andati a Bivona: «Sono due geometri». I due marescialli, l'altro giorno, hanno fermato Velia mentre ritirava dall'ingegnere una busta. Dentro non c'erano i soldi, solo giornali. [e. mas.]

Persone citate: Andrea Bascheri, Umberto Velia

Luoghi citati: Agrigento, Bivona, Comune Di Bivona, Sicilia