Tornano i reduci del Mozambico

«Bruciati» 150 miliardi di piccoli risparmiatori Aldo Bersano risulta nullatenente Rientrati a Caselle gli alpini della Taurinense dopo tre mesi di missione Onu Tornano i reduci del Mozambico Per250penne nere è finita l'Operazione Albatros Eccoli gli alpini della Taurinense fra le braccia di mamme, mogli e fidanzate ad asciugare lacrime a colpi di mimetica «modello Africa». Sono i reduci del Mozambico, 250 fra ufficiali, sottufficiali, militari di truppa ed elicotteristi dell'Altair, arrivati ieri mattina a Caselle dopo tre mesi di servizio per conto delle Nazioni Unite nell'Operazione Albatros. Scendono di corsa dall'airbus «Tintoretto» dell'Alitalia che li ha imbarcati, l'altra sera, a Beira. Non hanno neppure il tempo di cercare con lo sguardo i parenti che li stanno aspettando da un paio d'ore dietro le cancellate: c'è ancora un'adunata prima del «rompete le righe» con il bentornato del colonnello Rolando. «Avete ottenuto risultati eccezionali dimostrando impegno, serietà e preparazione». Un'operazione trionfale insomma che sembra cancellare le perplessità degli osservatori Onu su quelle penne nere spuntate all'improvviso sui caschi blu o sulle troppe bandiere tricolori issate negli accampamenti italiani. Mamme, mogli e fidanzate sono impazienti: «Quando ci fate vedere i nostri ragazzi?». Il finanziere addetto al varco doganale deve mettercela tutta per evitare che invadano la pista. I reduci si fanno attendere: ci sono gli zaini e la valigie da scaricare stracolmi di souvenir che hanno fatto la fortuna di parec¬ chi mozambicani diventati fornitori di oggetti in ebano e avorio degli uomini della Taurinense. Escono le auto blu degli alti ufficiali. C'è il tenente colonnello Gianni Marizza, capo di Stato maggiore del contingente Albastros. Le polemiche dell'Orni sulla penna nera non gli sono pia¬ ciute: «Ci sono state tensioni con il vertice militare: - ammette Marizza - nessuno però può mettere in discussione il nostro lavoro in Mozambico». I pullman con gli alpini a bordo cercano di aprirsi un varco fra la folla: è il momento degli abbracci. L'alpino Sticozzi stringe forte mamma e papà: «Ho dovuto stringere i denti ma è stata un'esperienza importante». L'alpino Rovere deve resistere all'assalto dei parenti e della fidanzata: «Stasera vi racconterò tutto». E dopo tre mesi, finalmente, per lui e per gli altri reduci del Mozambico, ieri sera, è arrivata la libera uscita: «Forse c'è mancato un contatto maggiore con quel popolo - dicono in molti -; forse da noi si aspettavano qualcosa di diverso che non solo le scorte ai treni o la guardia all'oleodotto per lo Zimbabwe». I pullman ripartono per la caserma «Ceccaroni» di Rivoli. A metà mese, Caselle tornerà ad affollarsi di altri reduci dal Mozambico. Guido Nova ria Dopo tre mesi di missione in Mozambico, gli alpini hanno potuto riabbracciare i loro cari: molte penne nere, dopo la licenza, torneranno in Africa

Persone citate: Ceccaroni, Gianni Marizza, Marizza, Rovere

Luoghi citati: Africa, Rivoli