L'enigma della valigetta esplosiva; i veri ricchi investono all'estero

L'enigma della valigetta esplosiva; i veri ricchi investono all'estero AL GIORNALE L'enigma della valigetta esplosiva; i veri ricchi investono all'estero Prima di tutto fermare il sospetto Ho sentito al telegiornale e ho letto su La Stampa la misteriosa vicenda della valigetta 24 ore che poteva contenere esplosivo per un attentato contro il giudice palermitano Roberto Scarpinato e mi è venuta in mente una considerazione tristissima sul lavoro delle scorte e sulla sicurezza dei giudici. Questo voglio dire: gli uomini che piantonano l'edificio non lasciano entrare il finto incaricato dell'Intel. E fin qui tutto bene. Lui chiede di lasciare in portineria la 24 ore mentre va all'auto a prendere i documenti e loro dicono che no, che la valigetta non la lascia lì. E anche fin qui tutto bene. Lui va al suo furgoncino, ma non torna più. Allora si grida al mancato attentato, all'attentato sventato. Capisco che quegli agenti o carabinieri o soldati fossero stanchi, ma non era meglio se quello strano signore del quale non si fidavano lo trattenevano, lo facevano portare in questura per identificarlo? Così, magari non sarebbe ancora in giro con la sua 24 ore. C. C, Alba (Cuneo) Ma come vota il popolo dei Bot Non crediamo che qualsiasi nuovo sistema elettorale possa creare, nel prossimo futuro, quei due tanto incomprensibilmente auspicati schieramenti, quello moderato o di destra e quello progressista o di sinistra, e ciò per il semplice motivo che questa contrapposizione non ha più ragione d'essere nella realtà della società italiana di oggi, così diversa dal passato. Noi pensiamo infatti che, da quando i lavoratori dipendenti sono divenuti anch'essi, in larga misura, proprietari della propria abitazione e possessori di Bot, l'eguale interesse primario della maggioranza degli italiani sia quello di non vedersi portare via i propri risparmi. Noi speriamo che i veri ricchi, che non posseggono Bot perché hanno preferito investire all'estero, e i falsi poveri, che dimenticano di possedere alloggio e Bot per sentirsi meglio sfruttati da qualche padrone, non riescano a prevalere, con l'uso spregiudicato della demagogia di piazza, sulla maggioranza che lavora, la quale dovrebbe sapere bene quale sia il migliore governo per essa: quello un po' moderato (ma non troppo) e un po' progressista (ma non troppo). Ettore Sisto, Enrico Loewenthal, Alessandro Caimi, Raffaele Gallico Giorgio Sesia-Donn, Torino Meglio Fantozzi che Beverly Hills Leggo del processo istruito contro «Fantozzi» e contro il Corrierìno. Un processo davvero bizzarro poiché c'è tanto di accusa e di difesa ma manca la voce dell'imputato che non ha così avuto la possibilità non tanto di discolparsi quanto di manifestare il suo pensiero. Tanto per cominciare, Fantozzi non dà e non vuole dare alcuna lezione di grammatica e di sintassi: il ragionier Ugo si limita a far divertire i bambini che lo leggono, bambini che sanno benissimo discernere il serio dal faceto, bambini che hanno un tale spirito critico nei confronti di ciò che li circonda che diventano autori essi stessi di satira pungente e di dissacrante umorismo (disegni, fumetti e strip satiriche disegnati dai miei lettori riempiono scatoloni in redazione!). Come imbecilli vengono considerati i bambini da signori quali Mario Lodi, insi- gne maestro di Piadena, è vero, grande saggio e grande vecchio, senza dubbio. Ma purtroppo rimasto ancorato a un prototipo di bambino e a schemi educativi lontani mille anni luce da noi. Si chiede, il maestro di Piadena: «Ma ai bambini non bisogna destinare le cose miglio¬ ri?». Gli rispondo io: certo che sì e Fantozzi è senza dubbio meglio delle stragi terroristiche, di Tangentopoli, dell'idiozia di Beverly Hills, dei gadget che fanno vendere i giornali, della solitudine cui essi sono confinati ogni giorno, del perbenismo cultural-bacchettone. E imbecilli li considera anche il padovano Guido Petter, uno dei più noti (??) psicologi italiani dell'età evolutiva. Egli sostiene che «... per cogliere l'aspetto umoristico, è necessaria una certa maturità». Forse per determinati aspetti umonstici, non certo per quanto riguarda gli strafalcioni fantozziani: una esa¬ sperazione dei congiuntivi messi al posto sbagliato non fa che sottolineare l'errore! E a tutti noi della redazione del Corrierino l'invettiva di questa schiera di censori ci ha proprio fatto sorridere, da una parte. Dall'altra ci ha rattristato. Sarebbe stato meglio se tutti insieme, invece che far circolo intorno al congiuntivo di Fantozzi, avessero lanciato i loro strali ad altre persone così che il pezzo avrebbe lasciato spazio a un altro titolo. Questo: «Terroristi, lasciate stare i bambini!». Maria Grazia Perini Direttore del «Corrierino», Milano Tamburrano e le elezioni Nella Stampa del 29 maggio '93 Massimo Pini prende di petto «gente come Amato, come Giugni, come Tamburrano» che non sanno che «la politica è sangue». A me dedica la seguente notazione: «Non è mai stato eletto». E' inesatto. Io non sono mai stato candidato, tranne una volta alle Europee del 1979. Lo fui perché Craxi mi chiese di prestare il mio nome, anzi la mia qualifica di «docente universitario presso l'Università di Catania», per una lista perle Isole che, testuale, era un «cesso». Mi avvertì lealmente che era solo un «sacrificio per il partito» perché era già stato deciso chi doveva essere eletto. Io accettai il «sacrificio» e feci - doverosamente - anche una stressante campagna elettorale. Cordialmente. prof. Giuseppe Tamburrano Fondazione Pietro Nenni, Roma Costruire per gli handicappati Siamo un gruppo di volontari che opera dal 1966 organizzando campi di lavoro estivi. Abbiamo costruito case per anzia¬ ni e per privati bisognosi, co-, munita e centri per handicappati. Quest'anno lavoreremo a Palermo e a Biella per ristrutturare alcuni edifici per due diverse comunità che si interessano del recupero di persone handicappate e di bambini in difficoltà. Per questo chiediamo l'aiuto di chiunque voglia dedicare una settimana delle proprie vacanze ad una esperienza di lavoro e di vita comunitaria. Non chiediamo alcuna qualifica professionale o pratica di lavoro di cantiere, né poniamo preclusioni ideologiche o religiose. L'età minima di partecipazione è di 16 anni. In entrambe le località lavoreremo, in turni settimanali, nei mesi di luglio e agosto. I campi sono autofinanziati per il vitto, l'alloggio e l'assicurazione. Chiunque voglia saperne di più, ci scriva a: Universitari Costruttori, via Donatello 24 35100 Padova; oppure telefoni a Padova allo 049/614.028 (segreteria telefonica) o mandi un fax allo 049/654966. Anna Maria Procacci, Padova Universitari Costruttori I conti di Pasquarelli Apprezzo lo spirito ironico e spassoso con cui Curzio Maltese ha scritto di me su La Stampa di domenica scorsa su «TG Sette». C'è soltanto un punto che mi preme chiarire, dove egli scrive che avrei «coperto di buche la Sipra e la Società Autostrade». Un modo per dire che avrei gestito male quelle due aziende. Ecco le cifre. Nel decennio in cui ho gestito la Sipra (1976-1986), il patrimonio netto della società è passato da 2,2 a 30 miliardi e il suo conto economico si è chiuso sempre in utile. Nel triennio 1987-1989 l'utile netto della Società Autostrade è passato da 51 a 95 miliardi. Gianni Pasquarelli, Roma