Rudolf Nureyev, schiavitù d'amore e di contagio di Sergio Trombetta

Rudolf Nureyev, schiavitù d'amore e di contagio L'arte, la genialità, le provocazioni, la malattia del danzatore russo: in anteprima alcune pagine della biografìa Rudolf Nureyev, schiavitù d'amore e di contagio «Sì, ho l'Aids, ma sto bene. Vuoi sapere come faccio? Ballo tutte le sere» EL 1979, Nureyev ha finaln mente la possibilità di collam borare con Bianchine per ■ la nuova versione di II bor■l 11 ghese gentiluomo. Nella medesima produzione lavora un giovane danzatore, che sarebbe diventato il terzo grande amore della sua vita: Robert Tracy. Tracy aveva allora 23 anni e faceva parte della scuola di danza di Balanchine, la School of American Ballet. Il coreografo, per l'occasione, aveva preso dodici ragazzi dalla scuola. «Nel balletto mi fecero fare il ruolo del lacchè - ha ricordato con amarezza Tracy dopo la morte di Nureyev - e sono rimasto un lacchè per i successivi tredici anni della mia vita». Come avviene l'incontro fra Rudy e Robert? E' stato il giovane danzatore a ricordarlo in una lunga intervista a VanityFair. «Un giorno arrivammo in sala prove insieme, entrambi in ritardo. Sapevo che Rudy era appena tornato dalla Grecia e gli chiesi notizie del suo viaggio. Dopo le prove fu lui a rivolgermi la parola e a chiedermi dove potesse comprare delle batterie per il suo ghetto-blaster, quegli enormi radioregistratori che gli hip hopper si portavano in giro per le strade del Bronx, ma su cui lui ascoltava esclusivamente musica classica. Andammo insieme in una drugstore di Columbus Avenue per comprare le pile, dopo di che mi invitò a prendere un tè nel suo appartamento nel vecchio Navarro Hotel in Centrai Park South. Fu così che andarono le cose: mi sedusse quel pomeriggio». Prosegue Robert Tracy: «Durante la classe, il lunedì successivo, mi disse: "Perché non mi hai chiamato?". Gli risposi: "Volevi davvero che ti telefonassi?"». E mi invitò ad uscire con lui quella sera. Andammo a vedere una nuova commedia di Arthur Kopit, poi un film di Visconti e verso mezzanotte arrivammo da Elain's. Sin dal primo giorno quando eravamo al Navarro, Rudolf mi aveva fatto una specie di esame, per capire se gli avrei preparato il tè, se gli avrei servito una coca cola. Desiderava che gli amici gli facessero da camerieri. Era troppo taccagno per pagarsene dei veri. Non sono mai stato pagato per tutto quello che ho fatto per lui. Sono stato cuoco, cameriera, segretario, assistente, schiavo, lacchè». Il 1983 cruciale per la vita di Nureyev. Jack Lang, il ministro francese della Cultura, lo sceglie come direttore del ballo all'Opera di Parigi, il teatro che lo aveva visto trionfare per la prima volta in Occidente. Poco dopo la nomina, Nureyev scopre di essere sieropositivo al test dell'Aids. Sono mesi in cui incomincia a perdere peso ed avere tremende crisi di sudorazione notturna. Incomincia a curarsi a Parigi, sottoponendosi agli stessi trattamenti che erano stati sperimentati con Rock Hudson. Dopo tre mesi di cure, il suo organismo reagisce talmente bene che i suoi amici, increduli, sono convinti che il male sia stato debellato. Gli Anni 80 proseguono in questa convinzione, alternata a periodi di cure. Gli alti e bassi sono continui. Nel giugno del 1987, per esempio, preoccupata per la sua salute, Lee Radziwill si precipita a Parigi per fargli visita e lo trova in ottima forma: «Vuoi sapere come ho fatto? - gli dice il danzatore -, ho ballato tutte le sere». Col passare degli anni e il procedere della malattia il carattere violento e rissoso che lo aveva reso fa¬ moso sui settimanali di «gossip» negli Anni 70 non viene meno. Una sera del 1987 Nureyev e Baryshnikov danzano insieme con la compagnia di Martha Graham in Appàlachian Sprìng. E' una serata di gala per raccogliere fondi a favore della troupe della grande coreografa. Dopo lo spettacolo è prevista una cena, durante la quale Misha e Rudy avrebbero dovuto sedere ai lati della grande Martha. Ma quando Nureyev con Tracy, Judy Peabody e Jessie Norman arrivano alla cena trovano che ai lati della coreografa siedono Baryshnikov e Jerome Robbins. A Nureyev viene detto di sedersi fra Alice Tully e la moglie del direttore dei magazzini Bloomingdale. La reazione del ballerino è immediata: senza dire una parola prende un bicchiere d'acqua e lo versa lentamente e con perfidia sulla grossa testa di Ron Protas, il dit¬ tatore manager della compagnia Graham. Poi fa dietro front, va da Robert Tracy e gli ordina: «Andiamocene». Judy Peabody e Jessie Norman se ne vanno con lui mentre Ron Protas, furibondo e paonazzo, li insegue urlando: «Non concederò mai i diritti di Appàlachian Sprìng per l'Opera». La serata finisce con un party in casa di Pia Lindstrom's, la sorellastra di Isabella Rossellini, dove Nureyev si comporta in modo distaccato e freddo nei confronti di Oriana Fallaci. Ricorda Robert Tracy: «Tornando a casa, in smoking, volle passare per il Central Park in cerca di ragazzi, ma era troppo tardi e trop po freddo. Voleva sempre andare in giro per i parchi di notte, sino quando ha avuto un po' di forza nelle gambe per farlo». Sergio Trombetta Rudolf Nureyev, il più grande danzatore della seconda metà del '900. Sta per arrivare in libreria Rudolf Nureyev, la prima biografìa italiana del grande danzatore scomparso il 6 gennaio. L'ha scritta Sergio Trombetta per la editrice Liber Intemazionale. Ne anticipiamo alcuni brani.

Luoghi citati: Columbus, Grecia, Parigi