Casa più salario Stangata sul 740

IL CITTADINO IL CITTADINO Casa più salario Stangata sul 740 ILIONI di cittadini si apprestano a presentare la denuncia dei redditi. Ma quest'anno la compilazione del «740» è ancor più complicata che in passato. E il contribuente può facilmente cadere in errore perché deve districarsi nel labirinto di imposte Irpef, Ilor, lei e redditometro. A conti fatti per chi, in aggiunta al proprio lavoro, possiede almeno un appartamento sarà una vera stangata. I governi e i Parlamenti succedutisi negli ultimi quindici anni hanno sottoposto la prima casa ad una continua e pesante imposizione fiscale trascurando l'articolo 47 della Costituzione che assegna alla proprietà dell'abitazione la duplice funzione sociale della sua diffusione fra i ceti popolari e della tutela del risparmio tra i ceti stessi. L'Irpef è uno dei tributi che colpisce maggiormente i proprietari che abitano direttamente una casa o la tengono a disposizione oppure l'affittano a terzi. Il reddito di un appartamento si cumula agli altri del contribuente. Di conseguenza una casa paga una diversa imposta Irpef a seconda del reddito complessivo del proprietario che fa scattare un'aliquota più alta. I nuovi estimi catastali hanno in molti casi raddoppiato 0 addirittura triplicato i valori fiscali di una casa rispetto all'ultima denuncia dei redditi. Da quest'anno non sono, infatti, più valide le vecchie rendite catastali del 1939 rivalutate periodicamente con coefficirenti di aggiornamento. Stranamente, però, il fisco non ha provveduto a recapitare 1 nuovi dati a casa dei contribuenti, costretti, soprattutto nelle grandi città, a recarsi negli uffici del catasto e a sobbarcarsi estenuanti code davanti agli sportelli oltre che l'ingiustificato pagamento di diritti di visura. Il notevole aumento degli estimi avrà un effetto dirompente sulla prossima denuncia dei redditi. Si ripercuoterà, infatti, a catena su Irpef, Dor, lei e tassa sulla salute. L'Ilor che colpisce il reddito i delle case nella misura del 16,2%, si dovrà pagare per l'ultima volta entro il 18 giugno prossimo, ma non potrà essere più detratta dall'Irpef, né per intero, né in parte come in passato, penalizzando così i proprietari di case. L'Ici è la vera novità del '93. Ma, a parere di autorevoli giuristi, presenta seri dubbi di incostituzionalità. Innanzitutto, perché l'aliquota non è uguale per tutti i Comuni, ma varia da città a città. Si passa da un minimo del 4 per mille ad un massimo del 7 per mille del valore fiscale di un qualsiasi immobile, che si ottiene moltiplicando per 100 i nuovi estimi risultanti nei certificati catastali. Ad esempio, una casa dello stesso valore fiscale di 200 milioni sconterà un'Ici variabile da 800 mila ad 1 milione 400 mila lire. In secondo luogo, perché l'imposta non colpisce l'effettivo reddito di un appartamento, ma esclusivamente il suo valore fiscale. Di conseguenza per una casa affittata ad equo canone si pagherà la stessa imposta lei dovuta dal proprietario di una casa identica affittata, invece, a mercato libero. Infine, perché l'Ici non è detraibile dall'Irpef. In pratica, il cittadino finisce ingiustamente per pagare l'imposta sull'imposta. Un'ultima incongruenza. Gli interessi sui mutui della prima casa non sono più deducibili per intero fino a 7 milioni, ma solo nella misura fissa del 27%, come le spese mediche specialistiche, le assicurazioni sulla vita e pensionistiche, le tasse universitarie e le erogazioni liberali. In compenso potrà essere detratto dall'Irpef U costo del modulo «740», che non è più distribuito gratis dallo Stato. Pierluigi Franz

Persone citate: Pierluigi Franz