Amori e odi «generazionali» di Sergio Trombetta

Amori e odi ^generazionali» Amori e odi ^generazionali» Giulini: innovatore come Paganini e Liszt E intanto i più giovani lo hanno riscoperto N A davvero il mondo musicale italiano ha paura di Toscanini; nei suoi confronti c'è un tentativo di rimozione? Di sicuro non nutrivano sentimenti snobistici, ma al contrario erano suoi grandi ammiratori quei milanesi che nell'agosto del '39 andarono in pellegrinaggio a Lucerna, a tre giorni dell inizio, della guerra, per sentirlo dirigere l'ultima volta prima che partisse per l'America. Fra i pellegrini c'era anche una giovane Camilla Cederna, con la sorella: ricorda ancora il direttore mentre accompagnava l'orchestra cantando; non ha dimenticato i pianti di quella schiera di ammiratori. «Sapevamo che era un addio, che la guerra ci avrebbe divisi. C'era il proprietario di un negozio di dischi che si chiamava Levi e sareb- be morto in campo di concentramento. C'erano due attrici, Louise Rainer e Madeleine Carrol. L'ho risentito tredici anni dopo, nel '52 in un concerto wagneriano a Milano. E anche durante le prove cantava, al clarino indicava come doveva risuonare il canto dell'uccellino nel "mormorio della foresta". La sua voce si faceva grave per la morte di Brunilde». La guèrra, grande spartiacque nella vita artistica di Toscanini. Ne è convinto il maestro Carlo Maria Giulini: «Tre grandi interpreti del periodo romantico passeranno alla storia per il loro ruolo innovatore: Liszt per il pianoforte, Paganini per il violino, n terzo è Toscanini: ha portato l'orchestra a . un livello tecnico sconosciuto prima di lui, ha ridato la voce alla verità del testo, portando in primo piano quello che il compositore aveva scritto; per questo fu da alcuni accusato di freddezza intepretativa. Non è vero nulla, ovviamente. Quel Toscanini lì non si tocca, è grandissimo». Cambia forse qualche cosa nel periodo americano? «In America il suo modo di dirigere subì dei mutamenti; alcune incisioni di quel periodo sono discutibili». Ma allora Toscanini non fa paura a nessuno? «Neanche per idea - tuona da Venezia Giuseppe Pugliese, musicologo e "toscaninologo" insigne -, Toscanini ha sempre fatto paura in Italia. Da vivo e da morto. Da vivo perché i suoi avversari temevano il confronto. Lui era un gigante, più bravo di tutti. Da morto perché continua ad essere un esempio non solo sul piano artistico, ma anche per la sua professionale moralità. Al suo confronto sono tutti pigmei, che scendono a patti col gusto del pubblico, corrono dietro ai soldi, anche Kleiber o Solti». ■ E se fosse un fatto generazionale, se cioè ad osteggiare Toscanini fos¬ se la generazione musicale fra i 50 e i 70? Leonardo Pinzauti, del consiglio direttivo della Nuova Rivista Musicale Italiana testimonia per esempio di un grande interesse soprattutto da parte dei giovani: «L'ho verificato anche recentemente quando in tv si sono visti brani registrati di prove e concerti». Resta comunque un fatto incontrovertibile: il completamento della Toscanini Collection è passato sotto silenzio; tanto che neppure Roman Vlad musicista e collaboratore della Rea, ne era a conoscenza: «Mi stupisce davvero. Non hanno detto nulla neppure a me che ho curato, la trasmissione dedicata a filmati'd'epoca di Toscanini per la Rai». Sergio Trombetta Da sinistra, il direttore Carlo Maria Giulini: «Era un grande interprete»; Camilla Cederna: «Quando dirigeva accompagnava l'orchestra cantando» Il musicologo Roman Vlad: «Quei ed stanno uscendo in gran segreto»

Luoghi citati: America, Italia, Milano, Venezia