«Gheddafi pellegrino in Israele»
U gruppo di libici accolto da due ministri dello Stato ebraico, i palestinesi li snobbano U gruppo di libici accolto da due ministri dello Stato ebraico, i palestinesi li snobbano «Gheddafi pellegrino in Israele» 77 clamoroso disgelo tra Tel Aviv e la Libia TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO «Il colonnello Muhammar Gheddafi ha deciso, in principio, di riconoscere lo Stato di Israele ed è possibile che si rechi a Gerusalemme entro la fine di quest'anno»: lo ha rivelato l'uomo d'affari israeliano Yaakov Nimrodi, uno degli organizzatori dello «storico» pellegrinaggio in Israele e nei Luoghi Santi dell'Islam intrapreso ieri da 192 cittadini libici. «Se vorrà venire - ha replicato il premier israeliano Yitzhak Rabin -, Gheddafi sarà accolto volentieri a Gerusalemme, così come gli altri leader arabi». Al loro arrivo a Gerusalemme, i pellegrini libici - che a loro dire aspirano solo a partecipare ai riti religiosi dell'Id el Adha (la festa del Sacrificio), nella moschea di Al Aqsa - si sono trovati al centro di un controverso «caso» intemazionale, che ha suscitato passioni e commenti contraddittori. Per Rabin, la loro presenza nella «città santa» nullificata sotto la sovranità israeliana «è un segnale per il mondo arabo e per la comunità internazionale che Israele fa fede al suo impegno di garantire piena libertà di culto a Gerusalemme». Parole che hanno indignato il Consiglio islamico superiore a un punto tale che i suoi dirigenti si sono rifiutati ieri di incontrare i pellegrini libici: da due mesi, infatti, l'isolamento dei Territori impedisce ai residenti di Cisgiordania e di Gaza di raggiungere le moschee di Gerusalemme. La Libia, da parte sua, ha emesso un comunicato per precisare che i pellegrini si sono recati a pregare «nella capitale di uno Stato arabo, la Palestina, riconosciuto da oltre 80 Paesi», e che. non hanno avuto alcun contatto con gli israeliani. In realtà, ad accoglierli al valico di Rafah, tra Egitto ed Israele, c'erano il ministro israeliano del Turismo Uzi Baram e lo stesso Nimrodi. E un altro ministro israeliano, Moshe Shahal, ha addirittura lasciato intendere che tra Israele e Libia siano in corso contatti segreti: «Quando le cose matureranno ha confidato ai giornalisti - ve lo faremo sapere». Ma chi tira le fila, dietro le quinte, deU'mverosimile e inopinato disgelo tra due Paesi fino a ieri acerrimi nemici? «Andreotti», ha rivelato ieri a Gerusalemme Raffaello Fellah, 0 presidente dell'associazione mondiale degli ebrei libici. «Molti altri hanno dato il loro contributo ha aggiunto, in una dichiarazione a un'agenzia di stampa - ma il suo ruolo è stato fondamentale, specialmente nell'organizzare il mio incontro con Gheddafi lo scorso 16 febbraio, a Tripoli». In Israele, la mediazione di Andreotti non è stata ancora confermata da altre fonti. Per il portavoce dei pellegrini, Daw Tajari, la visita a Gerusalemme sarebbe stata «un'iniziativa spontanea», decisa nei giorni scorsi al Cairo. «Dovevamo andare alla Mecca - ha spiegato - ma i sauditi ci hanno negato il permesso d'ingresso. Allora siamo venuti qui». All'arrivo a Gerusalemme, i pellegrini sono stati accolti con dolci e bevande tipicamente libici. Poi, dopo aver indossato tuniche bianche e turbanti neri, si sono recati a pregare sulla spianata delle Moschee, scandendo «AUahu akhbar» (Allah è grande). Completate le rituali abluzioni, sono finalmente entrati nella moschea di Al Aqsa, uno dei luoghi più sacri per i musulmani. Nei prossimi giorni visite¬ ranno anche Hebron, Gerico e Betlemme. Al passaggio dei libici, i palestinesi di Gerusalemme Est non hanno manifestato cordialità. «Avrebbero dovuto coordinare il pellegrinaggio con i veri responsabili dei Luoghi Santi - ha affermato un passante - e non con gli occupanti israeliani». Un altro ha affermato che i palestinesi non nutrono troppa simpatia verso Gheddafi da quando, nel 1982, suggerì ai palestinesi assediati a Beirut dall'esercito israeliano di suicidarsi tutti, per morire così da eroi. Ieri intanto a Gerusalemme Est il clima di festa per l'Id al Adha è stato turbato da un grave fatto di sangue, in cui un palestinese è stato ucciso da una guardia privata israeliana, e un altro è stato ferito. AldoBaquis Rabin: se verrà sarà nostro ospite Un pellegrino alla dogana e un gruppo di libici [foto heuterj
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