«Vescovi complici dei politici, fatevi da parte» di Raniero La Valle
«Vescovi complici dei politici, fatevi da parte» Raniero La Valle e i cattolici del dissenso contro chi ha sostenuto «malfattori di ogni genere» «Vescovi complici dei politici, fatevi da parte» Lettera aperta alla Chiesa: la mancata vigilanza è peccato CITTA' DEL VATICANO. Vescovi e preti collusi con il vecchio sistema, dimettetevi: un appello radicale giunge alla' Chiesa da decine di laici impegnati nel volontariato e nei movimenti per la pace. Una «Lettera alla Chiesa» firmata da nomi più o meno noti del mondo cattolico è stata resa nota ieri dall'Agenzia «Adista». E' un «mea culpa» collettivo: «Di questo funesto intreccio di debolezze e di colpa noi cristiani siamo stati largamente partecipi - scrivono i firmatari - a cominciare da quei laici che, impegnatisi in politica appellandosi al valore dell'ispirazione evangelica, hanno sposato in tutto, fino alla sua forma più deteriore, la logica mondana, hanno preteso di servire fini buoni con mezzi cattivi ed hanno agito all'unisono e comunicato con malfattori di ogni tipo, senza badare, nel segreto, a quelle distinzioni di idoelogie e di persone pur tenute così ferme nell'attivià politica ufficiale». Cenere sulla testa del popolo cristiano, che ha peccato «per difetto di vigilanza», ma naturalmente responsabilità più gravi per i pastori, «vescovi e parroci i quali, anziché formare all'austerità evangelica la coscienza del popolo cristiano e confermarlo nella manifestazione della Croce, ne hanno compromesso il simbolo nell'ambiguità dell'amicizia coi potenti, scambiando anche con i peggiori di costoro "favori a fin di bene" in frode del pubblico interesse». Sono accuse pesanti; e non a caso i fumatali, Raniero La Valle in testa, provengono dalle file di quella parte di Chiesa che ha sempre seguito con occhio evangelicamente critico la vita dell'Istituzione. Gli scandali a raffica ridanno spazio e voce a un «dissenso» reso più flebile dai trionfali Anni '80. «Sempre più ci siamo trovati invischiati in un perverso meccanismo di scambio - prosegue la lettera-requisitoria - in cui per decenni si sono additati all'approvazione e al voto degli onesti, insieme con molte persone per bene, quei corruttori e corrotti dai quali si riscuoteva puntualmente la rendita (concordataria o extraconcordataria) da loro corrisposta come prezzo di una silenziosa omertà». E allora anche i vescovi riconoscano le loro responsabilità, sostengono i «quaranta» firmatari dell'appello intitolato «A ciascuno il suo»; da notare che «unicuique suum» è uno dei due motti evangelici stampati sul frontespizio dell'«Osservatore Romano». La conseguenza è una sola: «deporre l'ipocrisia moralistica», e accettare l'invito fatto dalla Cei. In un loro recente documento i vescovi chiedevano ai felloni di «ritirarsi dai posti di responsabilità», per favorire il rinnovamento. Ma quell'invito si deve estendere - afferma la lettera anche «al ceto economico ed agli stessi uomini di Chiesa. Solo con questa coerenza eviteremo che la decadenza della moralità pubblica continui a inquinare anche la Chiesa». «A ciascuno il suo» non fa nomi. Ma ci pensa invece un documento delle «Comunità cristiane di base», citando il vescovo di Lecce, Mons. Michele Mincuzzi. «Confessiamolo, si aveva una doppia vita - dice il presule -. In ottima fede si lanciava l'appello dovuto, onesto, per il bene comune: tutti uniti! E il popolo dei "clienti" capiva». Le Cdb chiedono «una sollevazione morale delle forze vive del cattolicesimo che esiga l'apertura degli archivi affinchè si possano chiarire questi lati oscuri». E sollecitano che vengano resi pubblici anche archivi e fascicoli segreti «a proposito delle centinaia e centinaia di casi di repressione intraecclesiale dell'ultimo mezzo secolo». Marco Tosarti
Persone citate: Michele Mincuzzi, Raniero La Valle
Luoghi citati: Citta' Del Vaticano
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