Il test non scoraggia dc e pds di Alberto Rapisarda

Anche se i risultati delle elezioni regionali in Val d'Aosta li danno in calo Anche se i risultati delle elezioni regionali in Val d'Aosta li danno in calo Il tesi non scoraggia de e pds La vera paura è per il 6 giugno ROMA. Mino Mart.inazzoli temeva la scomparsa della de e oggi può dire a Segni che non è vero che l'unica cura per lo scudocrociato è la morte. Occhetto, al momento, non commenta i risultati delle elezioni regionali in Val d'Aosta, ma il pds sottolinea che il partito ha tenuto, mettendo nel conto la scissione di Rifondazione comunista. Del Turco, neosegretario del psi, sorvola pietosamente sul dimezzamento del suo partito nella Valle e comunica ai socialisti sammarinesi (si è votato anche lì) che li invidia perché, almeno loro, hanno vinto. Quelli che tripudiano sono Verdi e Lega, Quale lezione trarre da questo limitato e particolare voto (86 mila elettori in una regione di confine e bilingue) in vista delle ben più impegnative elezioni comunali di domenica prossima? I raffronti sono quasi impossibili, anche "perché i valdostani hanno votato col sistema proporzionale corretto, ma qualche segnale si coglie ugualmente per la scena politica nazionale. \ Il segretario de, per esempio, metterebbe la firma sotto un risultato nazionale pari a quello della Valle d'Aosta, dove pure la de ha perso il 4,5%. «Non potrei negare che abbiamo subito una riduzione di consenso, ma abbiamo trovato una linea di resistenza. Non sono insoddisfatto», è l'analisi che fa Martinazzoli. E lo si può capire. Lui ha due av¬ versari contro cui battersi alle prossime amministrative: Bossi e Segni. In Val d'Aosta la Lega si è presentata per la prima volta in modo frettoloso ed ha già ottenuto un 7,6% tolto, si immagina, un po' alla de e un po' al pds. Ma non per questo la de è stata annientata come, in fondo, i dirigenti temevano. Questo permette a Martinazzoli di affrontare Mario Segni («quei medici che si affollano al capezzale della de») e dirgli che «non è vero che l'unica certificazione per il partito sia quella di morte». Imsomma, non è inevitabile che i de «buoni» debbano lasciare la vecchia barca per passare sotto l'ala di Segni. Il capo referendario, intanto, nega di aver fatto presentare liste dei suoi nelle elezioni di ieri in Val d'Aosta e a San Marino. «E non si sono neanche impegnati per una Usta particolare», precisa. Evidentemente a Segni non è parso gratificante il risultato ottenuto (4% nella Valle) da coloro che sono considerati suoi seguaci. E' un momento delicato per Segni. Se la de di Martinazzoli non crollerà domenica prossima, si riduce il suo campo di azione nella zona centrale dello schieramento politico, visto che a sinistra Occhetto ieri gli ha dato un esplicito e chiaro stop. «Il pds non solo non si scioglie ma ha anche già scelto di lavorare per la riorganizzazione delle forze della sinistra. Sinistra che si candida a governare guardando al centro». Quindi, niente confluenza in Alleanza democratica, avvisa Occhetto: E a chi pensa ad «una egemonia del centro sulla sinistra noi rispondiamo che il problema non si risolve nei salotti»: è l'altolà di Occhetto a Segni. Chiuso tra i due maggiori partiti ben intenzionati a conservare le proprie bandiere, Segni ieri ha fatto uno scarto annunciando che gli va bene un sistema elettorale a doppio turno, quello che la de non vuole. Quello che chiedono solo pds e liberali per favorire la nascita di schieramenti alternativi di progressisti e conservatori. «O si fa una legge fotocopia di quella del Senato o un turno doppio serio, con il ballottaggio solo tra i primi due». Questo propone ora Segni che, però, invita il governo a preparare un disegno di legge altrimenti «non ne usciremo né prima dell'estate né dopo». C'è sempre il rischio di elezioni anticipate ad ottobre nella più grande confusione, col sistema nuovo per il Senato e vecchio per la Camera. E per questo il presidente della. Camera, Napolitano, invita a «non cedere all'emotività e non sospingere il Paese verso elezioni precipitose senza alcuna garanzia per il dopo». Alberto Rapisarda Martinazzoli: il partito resiste Segni preoccupato perle riforìne «Il governo prenda l'iniziativa» Da sinistra, Martinazzoli e Occhetto. Il pds ha risposto ad Alleanza democratica: «Il partito non si scioglie ma lavora . per una nuova sinistra di governo»

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