Concussione, avviso a Garesio (psi)
Concussione, avviso a Garesio (psi) Concussione, avviso a Garesio (psi) E il condirettore dell'Avariti! lascia tra le polemiche TORINO. Quattrocento milioni, pagati in dollari, estero su estero: l'avviso di garanzia per concussione e finanziamento illecito ai partiti che ieri ha raggiunto l'onorevole socialista Giuseppe Garesio fa riferimento a questa «mazzetta», pagata da un'azienda del gruppo Fiat per una discarica nel Vercellese. E' la seconda informazione di garanzia ricevuta da Garesio: la prima gli era stata notificata dai giudici milanesi per violazione della legge sul finanziamento dei partiti. Ieri l'onorevole socialista, con un comunicato, ha confermato «in maniera irrevocabile le proprie dimissioni da condirettore dell'Avantil», dimissioni, a suo dire, già respinte da Benvenuto, all'epoca del primo «avviso». Ottaviano Del Turco ne ha preso atto con rammarico, presto nominerà i nuovi vertici del quotidiano. Garesio inoltre si è dimesso dagli altri incarichi che ricopriva nel partito. Ma in casa socialista la vicenda dimissioni è finita in polemica: Benvenuto ha precisato di «non aver mai respinto le sue dimissioni, per il semplice fatto che non gli sono mai state presentate». La replica di Garesio: «Benvenuto non finisce di stupirmi: gli ho messo a disposizione le mie dimissioni il giorno stesso del primo avviso di garanzia, e l'ho scritto sub"Avanti!. Lui mi ha risposto che ci si sospendeva solo per reati di corruzione e concussione. Poi gli ho rinnovato le dimissioni, alla presenza del comitato di redazione, che cito come testimone, dopo la riunione della segreteria nella quale lui ha annunciato il suo abbandono». Come è nato il secondo avviso? A tirare in ballo Garesio è stato un consigliere della Regione Piemonte, suo fedelissimo, Nereo Croso, uomo di punta del partito in Valsesia. Croso è stato arrestato l'altro giorno per concussione: l'amministra¬ tore delegato della Fisia (gruppo Fiat Impresit), Pomodoro, aveva raccontato al sostituto procuratore Vittorio Corsi di aver dovuto pagare una tangente di 400 milioni per ottenere l'autorizzazione ad aprire una discarica a Cavagna (Vercelli). La vicenda della discarica rientra nell'elenco di appalti che Cesare Romiti ha fornito nella sua memoria consegnata la settimana scorsa ai magistrati torinesi. Pomodoro aveva quindi raccontato gli incontri e le trattati¬ ve per ottenere l'autorizzazione, che arrivò puntuale con una debberà della Giunta regionale il 30 aprile 1990. Croso era allora assessore al Bilancio. Altrettanto puntuale il pagamento della prima tranche: un centinaio di miboni - in dollari - depositati su un conto estero dopo essere transitati tra il Liechtenstein e la Svizzera. Un conto che è stato individuato, ma su cui c'è ancora uno stretto riserbo. L'ultima rata sarebbe stata pagata nell'aprile dello scorso anno, poco dopo le elezioni politiche, quando a Milano aveva già preso avvio l'inchiesta Mani puhte. Lo stesso racconto è stato fatto ai magistrati da Vittorio Del Monte, direttore generale della Cogefar, e presidente della Cogefim Costruzioni. Aveva saputo della mazzetta da un suo collaboratore. Brunella Giovani Nino Pietropinto li parlamentare socialista Giuseppe Garesio fino a ieri condirettore dell'Avariti!
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