E il fratello Paolo è rinviato a giudizio

E il fratello Paolo è rinviato a giudizio E il fratello Paolo è rinviato a giudizio Con il conte de Carlo Radice Fossati e altri 30 Accusa: tangenti su discariche di mezza Lombardia MILANO. Per Paolo Berlusconi e gli altri 31 l'appuntamento è per il 16 dicembre. Palazzo di giustizia, terzo piano, ottava sezione del Tribunale, processo per le tangenti sulle discariche. Il giudice Ghitti ha deciso: tutti rinviati a giudizio. Meno tre: hanno ammesso, hanno chiesto di patteggiare la condanna, e sono stati accontentati. Commenta via fax il fratello di Silvio Berlusconi. Dice: «Si tratta unicamente di un contributo elettorale alla de a titolo personale. Qualsiasi collegamento tra tale contributo e le discariche è del tutto arbitrario; e di esso non vi è traccia neppure nella contestazione mossa dalla magistratura». Dice il vero Berlusconi junior. Quei 150 milioni finiti a Gianstefano Frigerio, allora segretario regionale de, gli valgono l'accusa di violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Reato di pretura, per giunta. E Berlusconi finisce in Tribunale, «per connessione con gli altri imputati». A giudizio. Respinta in toto l'istanza dei suoi difensori che sostenevano la non punibilità di quel versamento effettuato «a titolo personale». Istanza respinta, e pure Paolo Berlusconi va a processo. Più gravi i reati degli altri 31, dalla corruzione alla violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti. Secondo l'accusa, davano o prendevano per gli appalti sulle discariche di mezza Lombardia. Nell'ordine: Pontirolo, Gorla. Mozzate, Carimate, Trezzo d'Adda, Uboldo, Castelleone. Dentro ci sono tutti, famosi e poco noti. In ordine sparso: Carlo Radice Fossati, imprenditore, ex «gran moralizzatore» della de lombarda, Andrea Parini, ex segretario regionale del garofano. E poi ancora: Serafino Generoso e Giuseppe Adamoli, de, ex assessori regionali. A giudizio. Andrea Parini, cartella sotto il braccio, certezza'nella testa, di¬ ce: «Hanno accolto un teorema, il teorema Luigi Martinelli». Mica bene va a Martinelli, de, ex assessore regionale, passaggio a San Vittore, confessioni a pieni verbali. Ammette in carcere, ammette anche all'udienza preliminare. Chiede il patteggiamento. Accontentato: due anni di carcere. Nel calcolo delle attenuanti anche il risarcimento verso la Regione Lombardia effettuato prima dell'udienza preliminare a porte chiuse: 260 milioni, sull'unghia, tornati nelle casse del Pirellone. Stessa trafila per altri due imputati: confessione, patteggiamento, condanna. Gino Nicoletta imprenditore, si prende 1 anno e 4 mesi di carcere. Più i 150 milioni restituiti alla Regione. Segue a ruota Oreste Lodigiani, ex cassiere regionale del psi. A lui va un anno di carcere. Più i 150 milioni già restituiti alla Regione. Unico assolto, l'imprenditore Alfredo Negri. Fabio Potetti

Luoghi citati: Carimate, Castelleone, Lombardia, Milano, Uboldo