Abbandonati e derisi Da chi? Dallo Stato

Parolaio LETTERE AL GIORNALE: IL LUNEDI' DI O.d.B. Abbandonati e derisi. Da chi? Dallo Stato I servizi dello Stato: 1 Egregio sig. Del Buono, ho letto giovedì «I sepolti vivi del manicomio». Sono d'accordo con il dott. Cestari. Però vorrei chiedergli dove si possono mettere i violenti, gli schizofrenici, quelle persone che non sanno di essere persone. Dopo la 180 hanno mandato nelle famiglie gli ammalati, e quante tragedie, quanti dolori per le famiglie. Avevo una sorella ricoverata, l'avevano ricoverata i miei. Me l'hanno mandata a casa. Non sto a dirle la mia famiglia come è stata stravolta (marito e 3 figli). Dopo un paio d'anni gli incaricati della Usi hanno capito che proprio non si poteva tenere in una casa ed è stata di nuovo ricoverata. Si spogliava nuda davanti a tutti, ha cercato 3 volte di uccidersi, dava pugni, calci, morsi a tutti. Eravamo veramente distrutti. Sento anche di recente alla Tv, ai «Fatti vostri», familiari che non sanno dove mettere i figli violenti. A Terni un bimbo di 9 anni rompe tutto. A Treviso un ragazzo di 14 ha già sfasciato la casa varie volte. Ne parlano in pubblico, non di nascosto. Sono esseri umani, sì, ma, purtroppo per loro, sono dei diversi. Non è colpa della società, questi ragazzi non sono mai stati ricoverati e non è colpa nemmeno dei genitori se la natura si è improvvisamente cambiata in peggio. Però, cosa si può fare per questi malati? Ho visto gente che non sa come si chiama, che non parla e che non capisce. Di chi è la colpa? Per favore, mi risponda, dottor Cestari! E la prossima volta metta l'indirizzo così le scriviamo a casa. Carla Ferrari, Vercelli Gentile signora Ferrari, spero che il dottor Cestari le risponda, ma il problema che lei espone è una vera e propria accusa all'imprevidenza dello Stato che non rispetta quasi mai il patto con i cittadini [o. d. b.l I servizi dello Stato: 2 Egr. sig. Del Buono, brevemente: terreno di mia proprietà occupato dal Comune nel 1971 per ragioni di pubblica utilità (ampliamento della piazza della Stazione e vie adiacenti) ma decreto d'esproprio emesso solo dopo 8 anni (nel 1979) con la pretesa di indennizzarmi in base alla legge Bucalossi (terre¬ no centralissimo pagato come terreno agricolo!). Mia opposizione. Legge Bucalossi dichiarata incostituzionale e rinvio al tribunale per la determinazione del valore. Azione dilatoria del Comune con continue richieste di rinvio delle udienze da un anno all'altro (sempre accolte dai giudici), ricorsi del Comune fino alla Corte di Cassazione, rifacimento del giudizio e infine (nel 1992 dopo 21 anni dall'occupazione) ecco la sentenza che definisce il valore del terreno alla data dell'esproprio, ma nega indennizzo per l'occupazione per gli 8 anni precedenti e nulla dice circa la rivalutazione delle somme dovute né circa gli interessi per il ritardato pagamento, cose per le quali occorrerà nuovo giudizio. Prima, però, del passaggio in giudicato della sentenza (30 giorni dalla data della emissione) entra in vigore la nuova legge sugli espropri dell'agosto 1992 e quindi il Comune ricorre nuovamente alla Cassazione perché venga rifatto il giudizio in base alla nuova legge. Il giudizio della Cassazione viene sospeso perché la nuova legge è stata impugnata come anticostituzionale. Passeranno circa 2 anni prima del giudizio della Consulta e poi si ricomincerà da capo. Son passati 22 anni dalla occupazione del terreno, io ho passato i 71 anni, ho speso cifre ingenti per periti e avvocati e non ho ricevuto un soldo, né so quale indennizzo avrò né quando. Sul terreno reliquato dall'esproprio (inutilizzabile ai fini edificatori per le ridotte dimensioni) dovrò pagare l'Ici al Comune di cui sono creditore! Ma questa è giustizia? E ci si meraviglia se in un Paese così prosperano mafia e Tangentopoli? Giovanni Dal masso, Torino Gentile signor Dalmasso, ha tutta la mia comprensione e solidarietà di coetaneo e peremo soggetto a una prepotenza molto simile. Il Comune può far quel che vuole perché lo Stato da sempre è restìo a corrispondere i servizi dovuti ir. compenso delle tasse. [o. d. b.l I servizi dello Stato: 3 Gentile sig. Del Buono, per scriverle questa lettera debbo fare equilibrismi di contenuto al fine di non compromettere un amico a cui è capitata la seguente avvilente avventura. Nel negozio di questo amico, nell'angiporto di Genova, la figlia regala un oggetto di infimo valore al suo ragazzo; costui esce e la Finanza riscontra die non ha lo scontrino fiscale. Viene emesso verbale della "mancanza" per cui dovrà essere pagata un'ammenda di 600.000 lire. Il mio amico fa notare l'assurdità della cosa, ma è uno che ha già sentito cose simili e perciò fa buon viso a tale sorte. Quando gli viene chiesto se nei verbale vuole apporre le sue osservazioni, si sente il diritto di farlo in tale senso: «Mentre le zelanti Guardie di Finanza procedevano al controllo del mio futuro genero, non si avvedevano o meglio ignoravano che a pochissimi metri stazionavano due spacciatori di droga e tutt'attorno vi erano banchetti abusivi di venditori di cassette pornografiche, musicali, videofilm, il tutto regolarmente contraffatto e senza ricevuta fiscale»! Dopo un paio di giorni, veniva «salvato», da un amico della Finanza che gli consigliava di cancellare le sue osservazioni se voleva continuare a tenere aperto il negozio senza essere «torturato» e dalla Finanza e dagli abusivi di tune le razze che circondano il suo esercizio. Questo è quanto e, mi creda, è assoluta verità. Il mio amico si è rimangiato le sue osservazioni. E. Sarto, Genova Gentile signor Sarto, a volte lo Stato può essere addirittura provocatorio e, purtroppo, non è concesso alcun rimedio; a protestare si può solo peggiorare la propria situazione. [o. d. b.] i servizi dello Stato: 4 Gentile sig. Del Buono, il ministero delle Finanze ha notificato l'obbligo di pagare per tutu' questi anni tassa di circo¬ lazione e sovrattassa per l'auto distrutta nell'attentato che il 2 aprile del 1985 costò la vita a Barbara Rizzo Asta e ai suoi due bambini, dilaniati dall'esplosione di un'auto bomba destinata al giudice Cario Palermo. Per non pagare il bollo si dovrebbero restituire le targhe e il libretto di circolazione, ma non si può perché si sono disintegrati nello scoppio e così lo Stato continua a multare la sorella di Barbara Rizzo alla quale era intestata la vettura. E' mai possibile che la burocrazia possa giungere a tal punto, mentre nessuno è ancora in carcere per quell'orribile strage? Maria Angela Pro nel lo, Pianezza Gentile signora Pronello, poiché la sua segnalazione rimonta a qualche tempo fa, vorrei sperare che nel frattempo almeno questa incredibile situazione sia stata rimediata. Certo, quando lo Stato si comporta come in questi quattro casi, poco esemplari, non fa una grande propaganda fiscale. Ho scelto solo tra le ultime lettere ricevute, ma ce ne sarebbero tanti altri da citare, [o. d. b.]

Luoghi citati: Barbara Rizzo Asta, Genova, Palermo, Terni, Torino, Treviso, Vercelli