Polemica tra Andreotti e Cossiga

Polemica tra Andreotti e Cossiga Polemica tra Andreotti e Cossiga L'ex presidente: Gladio non c'entra nulla ROMA DALLA REDAZIONE Un nuovo duello AndreottiCossiga, dopo una tregua aperta quando il primo perse la guida del governo e il secondo lasciò la presidenza della Repubblica per fine mandato. Una pausa durata giusto un anno. Ora lo scontro riprende con la foga che infiammò la politica italiana negli ultimi due anni del settennato cossighiano. E, di nuovo, il primo ad aprire le ostilità è Giulio Andreotti. Oggi come allora sono le insinuazioni di Andreotti sul ruolo anomalo dei servizi segreti e sui misteri di «Gladio» che fanno infiammare Francesco Cossiga. Andreotti non crede che la strage di Firenze sia da addebitare alla mafia. Gli sembra una scorciatoia che non porta da nessuna parte. E ritira in ballo i servizi segreti e gli scontri avuti con loro e ricorda i «contrasti» con il capo del Sismi, Martini, quando volle rivelare l'esi¬ stenza di Gladio. Da allora data lo scontro con Cossiga. «Una cosa, è certa, Andreotti non sembra uomo che conosca né generosità né riconoscenza verso qualcuno» ha replicato Cossiga con durezza, di fronte a quello che gli deve essere sem¬ brato il tentativo di riaprire il «caso Gladio». A proposito dei rilievi sulle strutture della Difesa e dei servizi segreti e su Gladio, prosegue Cossiga con tono di requisitoria, «se vi è un uomo politico che ha avuto responsabilità nella gestione degli apparati pubblici dello Stato e nella gestione dei servizi segreti; se vi è una persona che tutto sapeva e che piena responsabilità si è assunto per Gladio; se vi è politico che tutto poteva sapere, ove vi siano segreti di questo Stato, quello è il senatore Giulio Andreotti». Cossiga ricorda che Andreotti (nominato da lui senatore a vita, ndr) è stato più volte presidente del Consiglio, ministro della Difesa, ministro degli Esteri e per questa ragione gli chiede «misura e prudenza e definitiva, piena rivelazione della verità». Ci sono, in queste parole, messaggi cifrati che Andreotti deve avere rapidamente compreso, perché la sua pronta replica è parsa di tono dimesso. «Sono sorpreso e amareggiato» per le dichiarazioni del senatore Cossiga, ha detto. «Evidentemente c'è stato un equivoco. Nell'intervista all'Europeo non ho mai messo in discussione le strutture militari della Difesa. Ho parlato di servizi segreti per chiederne l'accorpamento, ho parlato di Gladio in riferimento alla rimozione del segreto di Stato da me effettuata in piena sintonia con l'allora presidente della Repubblica, Cossiga». Come a dire che non è il caso di continuare ad essere ipersensibile ogni volta che si parla di Gladio. Di nuovo duello, dunque, ma ora le parti sembrano invertite. Due-tre anni fa Andreotti era il più forte, quello che conduceva il gioco e Cossiga si difendeva, ora è Cossiga ad aver l'atteggiamento di quello che si sente con le spalle più coperte. Andreotti è sotto inchiesta per presunti legami con la mafia e Cossiga, invece, sembra rientrato a pieno titolo nella battaglia politica, ricercato da molti della vecchia guardia come sperata guida per superare i duri tempi del cambio di sistema. Lo scontro dopo le accuse ai servizi segreti deviati Ma lo strappo si ricompone subito A destra, Giulio Andreotti Foto piccola, Francesco Cossiga

Luoghi citati: Firenze, Roma