Aosta stangata sui vecchi partiti

2. IL TRAGUARDO E' LONTANO Il voto per il consiglio regionale, prime proiezioni Doxa alla chiusura dei seggi Aosta, stangata sui vecchi partiti La de perde il 6%, ilpds il 5, crolla ilpsi tuazioni di monopolio, l'allargamento ed il rafforzamento della struttura imprenditoriale privata. Come Ciampi non presiede solo alla liquidazione di un ceto politico, così il compito di Prodi non è solo quello di procedere alla liquidazione dell'Iri. Nodi dell'economia, nodi della politica' e loro interdipendenza sono anche il punto di partenza della relazione di Abete all'assemblea di Confindustria: entrambi propone di risolvere nella razionalità della sua proposta programmatica, là dove afferma: «il sistema bipolare è in sé finalizzato allo sviluppo». «L'impresa tesa ad unificare gli interessi legittimi del profitto con i vincoli dei doveri verso gli altri»: la relazione, un grande discorso di rilegittimazione, in presenza dei massimi rappresentanti e del mondo politico e di quello imprenditoriale, è tutta nello svolgimento di questa impostazione: la solidarietà come premessa allo sviluppo; i tre pilastri del risanamento economico, innovazione-formazione-internazionalizzazione: la fiscalità equa; il rientro in Europa; la fine del periodo delle sovvenzioni e degli interventi speciali; perfino il tema dell'accordo sul costo del lavoro viene spostato sul piano dell'interesse generale dalla proposta di comprenderlo in un patto sociale per il rilancio degli investimenti e dell'occupazione.. Chi potrebbe dissentire? Quello di Abete è il programma obbligato di ogni Stato industriale moderno: per questo si può dichiarare indifferente ai programmi «delle due formazioni politiche o coalizioni che si affronteranno volta per volta su programmi competitivi; ...è relativamente indifferente chi governa; sarà sempre più fondamentale come governa». E' in questo senso che Confindustria si dichiara per il futuro «agovernativa»: l'indifferenza al tipo di governo deriva dalla convinzione dell'identità tra il proprio programma e l'interesse generale. «Gli esecutivi... si legittimeranno col tasso di efficienza nei risultati»: è perché gli esecutivi non avranno altra scelta che di differenziarsi all'interno della razionalità del programma esposto, che Confindustria può fare la scelta di essere agovernativa. La classe imprenditoriale rilegittimata dalla legittimità del proprio programma, diventa agovernativa perché ardisce proporsi come classe generale. Oggi, a differenza di venticinque anni fa, è possibile che la razionalità di questo programma venga più largamente condivisa: ma il problema non sta nella coerenza e legittimità del programma, quanto nella distanza che ancora ci separa da quel mondo virtuoso in cui poter essere virtuosi. In campo politico c'è da fare la legge elettorale; ci sarà da provvedere al ricambio di una classe politica; a detta dello stesso on. Segni ci andranno da 3 a 5 anni perché possano prendere forma schieramenti che consentano l'alternanza di programmi contrapposti. Mentre, in campo economico, i nostri maggiori gruppi, Iri, Fiat, Olivetti, Ferruzzi, si dibattono in difficoltà non solo congiunturali. Mentre Abete poteva svolgere la sua relazione e proporre un grande patto sociale, colto, come dimostra il grande applauso da cui è stato salutato, nel suo significato politico oltre che economico, ancora si credeva all'accidentalità dello scoppio di Firenze. Pochi minuti dopo la drammatica verità, l'interrogarsi su inquietanti ipotesi: un breve intervallo di tempo a ricordarci quanta grande distanza ci sia tra tenebrose irrazionalità e luminose razionalità, e quanto indifesa sia ancora questa nostra fragile speranza. Franco Debenedetti DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Per la prima volta i valdostani hanno votato in un solo giorno il rinnovo del Consiglio regionale. E da Roma i partiti attendono lo spoglio di oggi per avere un dato del cambiamento. La più piccola regione italiana, seppur autonoma e con un quadro politico difficilmente confrontabile con altre, diventa punto di riferimento per le amministrative del 6 giugno. Voti e percentuali si sapranno in mattinata. Tuttavia esiste già una proiezione di ieri sera, un sondaggio della Doxa di Milano richiesto dalla Rai fatto su un campione di 1348 persone intervistate per telefono. I dati confermano l'annunciato tramonto dei vecchi partiti. La de perderebbe quasi 6 punti passando da una percentuale dell'88 di 19,44 al 13,6. Anche i consensi del psi calerebbero di una percentuale analoga, dall'8,30 per cento al 2,8 e il pds si attesterebbe sull'8 per cento, quando cinque anni fa il pei raccolse il 13,9 per cento dei consensi (anche sommando l'ipotizzato 2,3 per cento di rifondazione le scarto non è colmato). Secondo il sondaggio Doxa alla Lega Nord che si presentava per la prima volta andrebbe il 7 per cento dei voti, un exploit neppure sperato. Altro grande balzo dei Verdi alternativi che passerebbero dal 2,5 all'I 1,1 per cento. Avanzerebbe anche l'union valdótaine che nel 1988 aveva il 34,2 per cento e che ora si attesterebbe sul 38,6. Piccolo passo in avanti del msi-dn, dall'1,75 all'1,9 per cento. Sparirebbe dal Consiglio la Lega Alpina-Pensionati guidata da Roberto Gremmo che dall'1,64 per cento scenderebbe allo 0,3, mentre la lista nata dall'alleanza tra i seguaci di Mario Segni e da autonomia socialista avrebbe il 3,5 per cento dei voti. Il movimento regionalista adp e il pri otterrebbe il 6 per cento contro il 13,2 del 1988. La lista Pour la Vallèe d'Aoste del presidente della giunta uscente Ilario Lanivi raggiungerebbe il 4,9 per cento. Se lo spoglio confermerà questa proiezione («E' un esperimento - avverte la Doxa - e non siamo in grado di stimare il grado di precisione, lo scarto non dovrebbe superare il 2%»), l'uv salirebbe da 12 a 15 seggi, la de scenderebbe da 7 a 5, il pei da 5 a 3 e il psi perderebbe due dei tre seggi. La Lega Nord avrebbe tre seggi e i Verdi alternativi balzerebbero da 1 rappresentante a 4. I 99.272 elettori valdostani dovevano scegliere tra le dodici liste (374 candidati) in lizza per i 35 posti da consigliere. Si è presentata anche la Lega Nord. Il «senatur» Umberto Bossi ha rotto una sorta di «patto di non belligeranza» con l'uv ed è salito fino ad Aosta per sostenere la lista in uno dei rari comizi. Un quadro politico estremamente variegato per la decima legislatura, dopo che la nona ha avuto tre cambi di maggioranza. Quella uscente era composta da uv, pds, adp, autonomisti democratici progressisti, autonomisti indipendenti e autonomia socialista. L'alleanza aveva dato nel maggio 1992 un colpo di spugna alla precedente formata da de, pds, psi, pri, adp, nata dal «ribaltone» del '90, che aveva relegato all'opposizione l'uv. Enrico Martinet [SONDAGGIO TELEFONICO DOXA] REG. '93 REG. '88 POL.'92 UNION VALDOTAINE 38,4 34,2 DC 13,8 19,4 — VERDI 11,3 - 5,9 PDS 8,4 13,9 — LEGANORD 7,3 — — AUT. DEM. PRO/PRI 5,9 13,2' POUR LA VALLEE D'AOSTE 4,1 - 49,6 ALL. POPOLARE 3,6 — PSI 2,6 8,3 RIF. COMUNISTA 2,4 - 3,7 MSI 1,8 1,8 2,8 PENSIONATI 0,4 — 1,2 ALTRI — - 9,2 36,8 (*) (*) DC + PDS + PRI + PLI + ADP Umberto Bossi Ilario Lanivi ex presidente della giunta regionale in Valle d'Aosta

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