Torinesi in cerca di casa Se fossi sindaco farei così

ASTA: Gli impegni dei dieci candidati su un problema scottante Torinesi in cerca di casa Se fossi sindaco farei così Casa. Un tormento per tutte le amministrazioni. I senza tetto (coloro che hanno presentato domanda di assegnazione all'Istituto case popolari) sono migliaia, dei quali oltre 4 mila sfrattati. La fame cresce. Nonostante Torino continui a perdere abitanti, la richiesta di alloggi continua a crescere. Come mai? Parecchie le spiegazioni: c'è chi abita in case ànti-igieniche, c'è il problema degli stranieri, sono sempre più numerose le famiglie composte da una sola persona (il fenomeno dei «single» che comunque occupano un intero appartamento). E i giovani che, trovato un lavoro, vogliono sistemarsi, mettere su casa premono, sovente senza trovare soddisfazione alla loro esigenza. Poi c'è il problema dei contratti scaduti, della nuova legge sui «patti in deroga», che ha bisogno di un collaudo prima di essere promossa, bocciata o modificata. Indagini giudiziarie stanno facendo luce sulla gestione dello Iacp: al malcontento della gente sullo stato del patrimonio pubblico si unisce il sospetto che ci siano stati sprechi, tangenti. Il piano regolatore prevede 50 mila nuove case. Ma c'è chi dice: basta al cemento. Su questi temi, La Stampa ha chiesto spiegazioni ai 10 aspiranti sindaci. Come pensano di risolvere il problema? VALENTINO CASTELLANI «Periferie migliori» «E' stato detto che "Torino ha nuovamente bisogno di respirare". Liberarla cioè da inquinamento, congestione del traffico, dal degrado ambientale e territoriale. E' quindi necessario puntare a un rilancio del risanamento del centro storico e sulla valorizzazione delle Barriere. Il Comune deve porre le condizioni per estendere l'offerta di alloggi in affitto e l'accesso alla proprietà della prima casa. Per quanto riguarda l'edilizia pubblica è necessaria una profonda riorganizzazione dello Iacp ed emettere quel "bando generale" per l'edilizia popolare atteso da 12 anni». DOMENICO COMINO «Gestione mafiosa» «L'emergenza casa è la conseguenza di decenni di disinteresse della pubblica amministrazione. Inoltre la gestione mafiosa del patrimonio abitativo pubblico è sotto la lente degli inquirenti. Una gestione caratterizzata dalla più assoluta mancanza di trasparenza. La Lega punterà al risanamento del centro storico: ci sono case al limite dell'abitabilità, eppure le organizzazioni "caritatevoli" si dedicano agli extracomunitari. Il piano regolatore, poi, è troppo generoso con grandi proprietari, Fiat in testa, ed è durissimo con chi ha costruito una veranda». MAURIZIO LUPI «Iacp da risanare» «Lo scandalo Iacp ha dimostrato che si poteva fare di più e meglio. Ora, forse, l'Istituto può essere ripulito e si può tradurre in fatti quell'azione di risanamento del patrimonio edilizio popolare che è sempre stato richiesto. Se questo si farà, assumerà maggiore possibilità di successo la politica della vendita degli alloggi a chi li abita, in modo da riutilizzare il denaro pubblico per altri interventi. Oltre al recupero del patrimonio esistente, comunque, va favorita l'apertura di cantieri per nuove abitazioni, ma sempre con grande attenzione alle qualità ambientali». UGO MARTI NAT «Recupero del centro» «Sì, Torino ha fame di case, anche se la popolazione diminuisce. Lo dimostrano le migliaia di sfratti esecutivi. Alcuni sono già stati attuati altri partiranno presto. In città, comunque non c'è bisogno soltanto di case popolari, ma anche di abitazioni di buon livello, per quei ceti medi che non hanno disponibilità sufficienti ad acquistare l'alloggio. Per realizzarle sarà necessario far decollare il piano regolatore, recuperare il centro storico degradato anche tramite interventi privati, vendere il patrimonio immobiliare pubblico per ricavare risorse e costruire». MARZIANO MARTANO «Salviamo la collina» «Neanche un mattone in più in collina. Il nuovo piano regolatore dovrà servire a recuperare gli spazi vuoti, anche per le residenze, ma non a scapito del verde. Le nuove case dovranno essere edificate in aree con giardini, servizi, sport. E' importante, poi, prevedere progetti per la ristrutturazione in centro dei palazzi fatiscenti. Con i privati urge un rapporto corretto per utilizzare al meglio il territorio e costruire, attraverso convenzioni, abitazioni e servizi. Dobbiamo trovare, poi, un meccanismo per incentivare i proprietari ad affittare gli oltre 30 mila vani sfitti». DIEGO NOVELLI «40 mila alloggi vuoti» «In città ci sono quasi 40 mila, alloggi vuoti. Le difficoltà ad utilizzarli derivano da ragioni economiche. Ciò premesso occorre operare per contrastare la formazione della rendita che manda alle stelle il costo delle aree. Le priorità: riqualificare il patrimonio edilizio urbano attraverso le ristrutturazioni; mantenere un rilevante nucleo di edilizia pubblica, che possa fungere da calmiere sui mercati degli affitti e delle vendite. Non si può lasciare spazio all'edilizia speculativa. I capitali devono essere investiti in attività produttive per creare occupazione durevole e qualificata». CLAUDIO PIOLI «Più cooperative» «Considero dannosissima la costruzione di 60 mila nuovi alloggi previsti sulla "spina" dal nuovo piano regolatore. Esistono in città 32 mila alloggi sfitti ed è su quelli che bisogna puntare. Il nuovo strumento urbanistico dovrebbe dare spazio all'edilizia convenzionata, le cooperative per intenderci, sulla quale siamo favorevolissimi. In altre parole, nessuna speculazione edilizia. Il Comune deve poi alienare il suo patrimonio immobiliare dando così un po' di respiro al bilancio e incentivare la vendita degli alloggi gestiti dall'Istituto autonomo case popolari». VITTUCCI RIOHINI «lei al minimo» «Il Comune dovrebbe creare un centro nel quale registrare gli alloggi in vendita e le richieste di acquisto eliminando ogni intermediazione e addossandosi, in caso di necessità, le spese notarili dell'atto pubblico. Esistono poi decine di migliaia di alloggi sfitti che rimarranno tali finché non verranno modificate le leggi. Intanto il Comune venda il suo patrimonio immobiliare per risanare bilancio e eliminare spese di manutenzione e di morosità. Infine, ci devono essere più controlli nell'assegnazione degli allogi pubblici e l'Ici dev'essere ridotta al minimo: 4 per mille». GIOVANNI ZANETTI «Colprg case e lavoro» «Uno dei motivi per cui dico che il piano regolatore va approvato entro l'anno è proprio l'esigenza di rispondere alla richiesta di case. Costruire vuol dire anche offrire occasioni di lavoro per imprese, artigiani, torinesi. L'ente locale deve aiutare le nuove famiglie nella ricerca di abitazioni, favorendo mutui per l'acquisto, incentivi. Con il privato si possono fare convenzioni, in modo che al Comune rimangano spazi attrezzati per i servizi e per il verde pubblico. Questo rapporto deve essere coltivato anche per le zone dove si è lasciato che il degrado vincesse». GIACOMO ZINGARO «Aiutare gli anziani» «Il primo problema è di ristrutturare le abitazioni per gli anziani. Lo deve fare l'Istituto autonomo case popolari, le cui gestioni in questi anni hanno dimostrato di non saper amministrare bene il denaro pubblico. Bisogna anche favorire l'assegnazione di alloggi tenendo conto dell'età delle persone: la zona, i piani da fare diventano con gli anni ostacoli. Il Comune deve svolgere un'azione di impostazione e di controllo fondamentale. E poi c'è il capitolo delle costruzioni. Costruire va bene, in armonia con la vita del rione, in mezzo al verde e ai servizi». # Nonostante il calo di abitanti, continuano a crescere le richieste di abitazioni al Comune e allo Iacp Aumentano i giovani e le coppie in cerca della prima casa Sono oltre quattromila gli sfrattati in città

Persone citate: Marziano Martano, Ugo Marti

Luoghi citati: Torino