Salza: «Dico no a Zanetti ma che errore dividerci» di Luciano Borghesan

Salza: «Dico no a Zanetti ma che errore dividerci» Diverbi e rimpianti all'incontro con de e liberali Salza: «Dico no a Zanetti ma che errore dividerci» Al professor Giovanni Zanetti piacerebbe avere un vicesindaco come Onorato Castellino, e per assessori Alessandro Braja e Cesare Boffa. Saranno gli uomini della sua eventuale giunta? «Faccio questi nomi come esempi, indicazioni di identikit» ha risposto il candidato a sindaco al termine di un convegno, organizzato ieri dal comitato elettorale composto dalle liste «De» e «Torino Liberale», alla sala Emsa di via Bertola. I docenti Angelo Detragiache, Sergio Ricossa, Suo Lombardini, Onorato Castellino e Cario Scognamiglio, intervenuti al convegno, hanno avuto parole di apprezzamento per la candidatura-Zanetti e hanno sottolineato l'importanza di un asse liberalecattolico. «La Lega - ha detto Scognamiglio - è un fenomeno in crescita, ma nulla esclude che dietro la Lega si nasconda il peggio. L'unica'alternanza per i laici è l'alleanza con i cattolici per avvicinarci all'esperienza di De Gasperi e di Einaudi». II dibattito sul futuro di Torino ha avuto il momento-clou quando ha parlato Enrico Salza. Il vicepresidente dell'Istituto Bancario San Paolo, invitato da Zanetti, ha confermato il suo sostegno alla candidatura di Valentino Castellani. Nessuno spostamento in favore di Zanetti, smentendo le voci che erano corse venerdì sera. Davanti a una platea di democristiani e liberali schierati con il prof. Zanetti, Salza ha detto: «Ho l'impressione che il nuovo stenti a nascere e il vecchio fatichi a morire». L'esordio è stato crudo, specie quando, da laico, ha richiamato la classe dirigente a un esame di coscienza su quanto emerso da Tangentopoli. «Ognuno - ha aggiunto - dovrebbe contribuire non solo a non essere mai più complice, ma a immaginare e costruire il nuovo». Un rimpianto per il mancato accordo nell'affrontare compatti la sfida «contro il populismo di Novelli e il salto nel buio della Lega e di Cornino». Specie nei confronti dell'ex sindaco, Salza ha alzato il tiro delle critiche: «E' negli anni delle sue giunte, in cui il Comune aveva tanti quattrini, che Torino è rimasta prigioniera della cultura dell'immobilismo. Novelli perderà». Rivolto a Zanetti ha concluso: «Lo stimo. E' stato un errore aver diviso il campo. Ora non resta che trovare punti di incontro, e contenere gli scontri». Quasi a ribadire una posizione già espressa dall'amico Zanone: «Oggi siamo avversari, ma in caso di ballottaggio Castellani e Zanetti si alleino se uno dei due sarà escluso». In sala democristiani e liberali hanno scosso la testa. L'onorevole Bodrato ha spiegato che Castellani aveva chiesto alla de di sostenerlo presentandosi senza simbolo scudocrociato: «Mentre accettava la presenza di quello del pds. Non era possibile. E' un condizionamento elettorale che il candidato si porterà dietro, anche da sindaco se sarà eletto». I liberali hanno scelto la chiarezza, ha ribattuto l'ex consigliere comunale Piergiorgio Re. «A una settimana dal voto, l'esperienza torinese dimostra che ci sono quattro aree distinte. Noi abbiamo scelto di schierarci con Zanetti per non finire in un gruppo dove ci sono rappresentanze contrastanti tra loro». Ha fatto l'esempio di Alleanza per Torino che nel suo interno riunisce contemporaneamente candidati a favore e contro il nuovo piano regolatore. Anche il pds, che porta Castellani, ha sempre osteggiato il documento urbanistico. Di più: «Noi ci batteremo per una nostra Torino, non per sconfiggere Novelli. Se lui ha consenso sarà merito suo, sta a noi far capire la bontà delle nostre proposte». Il nodo principale da sciogliere per Re è la distinzione tra chi intende il prg come strumento per regolare lo sviluppo e chi (le sinistre) come strumento politico per le rendite delle aree. Confortato dalle presentazioni di Scognamiglio, Detragiache, Ricossa, Castellino, Lombardini, il professor Zanetti ha preferito rispondere a tutti con la sua visione di città. Una Torino con un cuore forte, con attività produttive e servizi, intorno cui far crescere la città «diramata» recuperando «i gusci vuoti» (ex aree industriali) in favore di case e verde, riorganizzando trasporti e viabilità. Secondo Zanetti questa è la risposta migliore a un Novelli che «vuole lasciare la città così com'è» e a Castellani «sostenuto da anime separate sulle modifiche da portare al piano regolatore». Ha confessato ottimismo: «Torino ha risorse per riprendersi e ha un tessuto sociale maturo, attivo». Parlando del volontariato, ha elogiato l'esempio positivo dei «bravi torinesi». Luciano Borghesan Da sinistra, Il candidato a sindaco Giovanni Zanetti, Enrico Salza e Guido Bodrato

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