«Siamo ancora troppo buoni» di St. Mi.

«Siamo ancora troppo buoni» «Siamo ancora troppo buoni» Distruttori? Ipercritici? «Sempre troppo poco rispetto alla realtà, e anche rispetto alla maggioranza di trasmissioni che lavorano per assertivi, chiudendo gli occhi di fronte al crollo d'un sistema». Il Gabibbo proprio non se la sente di diventare ottimista, e con lui il suo papà Antonio Ricci: «Mi rendo conto che qualcuno possa sentire la necessità di inventare nuove trasmissioni per nuovi target, ma di fronte alle ultime notizie di cronaca mi pare che il nostro senso critico vada piuttosto rafforzato. Senza contare che se esiste una retorica dello sfascio, esiste anche la retorica dell'ottimismo, dalla quale guardarsi». Prima ancora che su fini, quella di Ricci è una diffidenza sul mezzo: «La televisione», assicura, «è il regno dei Gabibbi, per struttura e linguaggio, e sarà sempre così. Pasolini diceva che in tv sia le persone autorevoli che quelle umili acquistano autorevolezza. Questo rimane il punto: lavorare per togliere autorevolezza». Tv della ricostruzione? Inorridisce il guastatore Gianni Ippolita «Impensabile, impossibile, non si farà mai. Non conviene a nessuno. E poi bisogna considerare che alcune situazioni sono già dei test inappellabili: se Rocky V alla settecentesima replica fa sette milioni di spettatori, o li psicanalizziamo tutti, o ne prendiamo atto». Eppure l'ideatore di «Q come cultura» una proposta di cambiamento, più sensata che paradossale, ce l'avrebbe: «Semplice, si tratta di rifondare la tv toccando gli italiani sui soldi. Il canone dovrebbe essere pagato con l'acquisto d'una scheda magnetica, che si consuma poco alla volta in proporzione al costo del programma scelto. Vuoi vedere una "Domenica In" che costa, supponiamo, ottocento miliardi? Zac, via una bella fetta di scheda. E quando la scheda è finita, basta, video spento. Prima di fare la spesa al mercato guardiamo i prezzi, perché non farlo anche con la tv? Insegniamo alla gente a scegliere tra una trasmissione che costa ottocento miliardi e una che costa otto milioni, e poi potremo parlare di rifondazione». [st. mi.]

Persone citate: Antonio Ricci, Pasolini, Ricci