Rai, i nomi della Riforma di Maria Grazia BruzzoneSergio Zavoli
Rai, i nomi della Riforma Rai, i nomi della Riforma Da Emmanuele Milano a De Rita ecco i candidati alla Poltrona ROMA. Prima la legge. E a questo punto il Senato, dopo la pausa elettorale, dovrebbe licenziarla in un paio di settimane. Poi i nomi dei cinque consiglieri di amministrazione che dovranno reggere l'azienda, designati dai presidenti dei due rami del Parlamento, più il direttore generale che i consiglieri sceglieranno insieme all'azionista, cioè all'Iri. E ci vorranno altri quindici giorni. Entro metà luglio, se tutto va bene, la Rai dovrebbe avere nuovi vertici. Fuori dalle spartizioni fatte col bilancino, si suppone. Adatti per traghettare il servizio pubblico fuori dalle secche della lottizzazione e degli sprechi. E i nomi che circolano per le cariche di amministratore e di direttore generale (il quale comunque per legge non avrà più il potere assoluto di un Agnes o di un Pasquarelli) confermano la tendenza. Facce non nuovissime (dove trovarle, coniugando la serietà con la necessaria esperienza nel ramo?) o addirittura vecchissime, ma sufficientemente autonome dai partiti. Divise in base alla provenienza. Toto-consiglio. Ex consiglieri. Si autocandida l'attuale presidente Walter Pedullà, socialista ma non craxiano. Quotatissimo Roberto Zaccaria, docente universitario, area de di sinistra, candidato da alcuni (ma escluso da altri) anche alla carica di direttore. Suo diretto concorrente nel nuovo consiglio è il giovane Marco Follini, brillante assistente di Biagio Agnes. Tra gli ex di area pds l'unico con qualche chances è Enzo Roppo, giurista genovese di cui sono state apprezzate serietà e autonomia. Aziendali. Tre i nomi ricorren- ti. Albino Longhi, il direttore del tg dopo-Vespa, amico di Martinazzoli. Corrado Guerzoni, attuale direttore de del Gr3. Luigi Mattucci, vicedirettore generale di area socialista, ma da sempre più vicino all'azienda che al partito. Esterni-interni. Sono gli ex interni in pensione o ancora attivi che potrebbero essere riciclati per il loro prestigio. Due i nomi. Emilio Rossi, ex direttore di tg vittima delle Br, ex vicedirettore generale, de. E Sergio Zavoli, socialista. Nella categoria potrebbe entrare anche Emmanuele Milano, de di sinistra, una vita in Rai, prima di passare al vertice di Telemontecarlo. Ma il suo nome ricorre in realtà per la direzione. Esterni. Giuristi, professori, giornalisti eccetera. Il più quotato è il giurista Enzo Cheli, socialista, esperto di mass media, amico del ministro per i rapporti col Parlamento Paolo Barile col quale ha scritto vario saggi. Niccolò Lipari, senatore de di estrema sinistra, già membro della commissione parlamentare di vigilanza. Giorgio Tecce, attuale rettore dell'università di Roma La Sapienza, pds. Tra i giornalisti, accanto al quotatissimo Gianni Locatelli (ma per la poltrona di direttore, o ancora di più, per quella di direttore del tg 1 ) si fa il nome di Miriam Mafai (pds-alleanza democratica). Toto-direttore. Accanto ai nomi di Milano e di Locatelli, è stato fatto quello di Fabiano Fabiani, che difficilmente tuttavia lascerebbe il posto di presidente della Finmeccanica. Il più quotato, al momento, appare Giuseppe De Rita, l'ex presidente del Censis buon amico del segretario de e, soprattutto, di Romano Prodi Maria Grazia Bruzzone Sergio Zavoli
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