Il carcere istruzioni per l'uso

In un libro gli errori da evitare con le guardie e i compagni di cella In un libro gli errori da evitare con le guardie e i compagni di cella Il carcere/ istruzioni per l'uso Primo vademecum per Vaspirante detenuto UN MANUALE DA PORTARE IN PRIGIONE IL carcere, istruzioni per l'uso. «Una prigione deliziosa bisogna ancora trovarla», scriveva Flaubert. «La paglia è sempre umida. Sempre spaventosa». Altri tempi. E adesso? L'inferno ha cambiato scenari, ma le fiamme delle violenze, della burocrazia bruciano sempre. E poi, imperante Tangentopoli, chi può ancora dire: «Io in carcere non finirò mai». «Solo un cretino integrale», risponde Saverio Lodato, giornalista emiliano trapiantato a Palermo, cronista di mafia e scrittore da hit parade, finito in cella per aver pubblicato documenti giudiziari coperti da segreto istruttorio. «Vademecum' per l'aspirante detenuto», l'ultimo libro di Lodato, è un breviario che dovrebbe leggere chi? «Tutti - risponde Lodato - perché stiamo diventando - bene che vada - portatori sani di reati del codice penale. Allora, cerchiamo, per quanto è possibile, di arrivarci preparati, affrontando un viaggio in un pianeta sconosciuto». E poi, parafrasando un'affermazione dei detenuti di Palermo (che dell'argomento se ne intendono) «se il carcere è da fare, cerchiamo di farlo nel modo migliore». Vediamo come, evitando gli errori più comuni. Si entra. L'incubo dei primi giorni è il rumore assordante di porte che sbattono, la colonna sonora di questo mondo sconosciuto. Che fare? «Niente - risponde Lodato - E soprattutto non bisogna fare domande. Non mettevi in testa di servirvi della logica, del dialogo. Sarete ignorati. Parlate il meno possibile». Comincia così il «giro dell'oca» della burocrazia e delle formalità. La perquisizione corporale, la visita medica, la «scomparsa degli oggetti personali. «E molto probabilmente scrive Lodato - il giorno dell'arrivo salterete i pasti». Un problema? Senza cintura i pantaloni scivolano. Che fare? Strappate l'etichetta interna della giacca, dividetela in due. Utilizzatela per fare un mdimentale anello che legherete da un lato all'ultimo passante dei pantaloni e dall'altro all'ultimo bottone della fila e stringete al massimo. Le guardie. «Con loro - scrive Lodato - non mettetevi in testa di proclamarvi innocenti o lamentarvi per l'ingiustizia di essere stati sbattuti dentro. Il carcere non l'hanno inventato loro. Con la guardia che vi accompagna dal magistrato parlate il meno possibile, evitate di fare domande e ovviamente non dite fesserie». E con il giudice? «Non abbattetevi se andate di fronte a lui in uno stato pietoso, non rispondete istintivamente ad ogni domanda, pesate le parole. E prima di firmare il verbale rileggete tutto at¬ tentamente. I cancellieri preferiscono le scorciatoie sintattiche». I compagni di cella. Un altro choc. «La soluzione vincente - dicono tutti quelli che ci sono passati - è rispondere a tono, rimettersi alle loro decisioni con naturalezza, senza fare sciocche questioni di principio. Sarà molto apprezzato un discorso del tipo "Se mi accettate bene, se non mi accettate pazienza. Siamo in democrazia. Siete voi che dovete decidere. Capisco che per convivere ci deve essere il rispetto reciproco». Una seconda mossa? Dire, sorridendo: «Potremmo darci tutti del tu». E impegnatevi, collaborate: è disdicevole essere considerati pasticcioni o superficiali. Se siete in cella con un ergastolano evitate di calcolare in sua presenza i giorni o i mesi di pena che dovete scontare. Non spazientitelo: lui non ha nulla da perdere. I trucchi. Per regolamento ciascun detenuto può disporre di centoquarantamfla lire la settimana. Se avete una fitta corrispondenza il settanta per cento se ne va in francobolli. Che fare per risparmiare? Il più semplice: il familiare, quando risponde, vi farà avere un altro francobollo. Il più sofisticato; si incolla il francobollo alla lettera e lo si cosparge di colla nella parte superiore; poi lo si lascia asciugare. E si spedisce. Il timbro postale aderirà perfettamente. Ma in famiglia sanno il trucco: prima di aprire la lettera bagneranno il francobollo. La colla ha formato una leggera pellicola che, sciolta nell'acqua, si porterà via il timbro. Attenti anche a non cadere nella trappola della lite finta: è una sceneggiata. Restate immobili, non perdete la calma. L'abbigliamento? Portatevi tante tute. Sono le più comode? Da non fare. Ammalatevi il meno possibile, evitate il più possibile i trasferimenti. E tenete sempre i nervi a posto. Un ultimo consiglio? Lodato è sicuro: evitate di finire dentro. Liberi è meglio. E, diciamo noi, cercate almeno di farvi concedere gli arresti domiciliari. Presto arriverà un vademecum anche per voi. Luigi Sugliano «Non dovete mai fare domande evitate di ammalarvi E portate tute da ginnastica» La cella di un carcere italiano. Alla vita in prigione è dedicato il libro di Saverio Lodato

Persone citate: Flaubert, Lodato, Luigi Sugliano, Saverio Lodato

Luoghi citati: Palermo