Niente «Gesù» di Hossein perché offende gli ebrei

Sospeso musical al Radio City Music Hall Sospeso musical al Radio City Music Hall Niente «Gesù» di Hossein perché offende gli ebrei In scena i sacerdoti indossano maschere come il cattivo di «Guerre stellari» NEW YORK. Nel caso delle organizzazioni ebraiche di New York, come un tempo in Italia per un famoso lassativo, «basta la parola». E' bastato infatti che qualcuna di loro si lamentasse sommessamente e in forma riservata - del contenuto di uno spettacolo, perché la direzione di uno dei più famosi teatri della città decidesse di rinviarne il debutto e forse di annullarlo. «Il suo nome era Gesù», ima rappresentazione «multimediale» della storia di Gesù Cristo messa su da Robert Hossein doveva «partire» mercoledì prossimo al Radio City Music Hall, restarci fino a metà giugno e poi intraprendere una tournée che avrebbe toccato 31 città americane. Ma ieri la direzione del teatro ha fatto sapere che coloro che hanno acquistato i biglietti possono chiedere la restituzione del denaro o possono conservare i biglietti medesimi e farsi cambiare la data, «nel caso in cui lo spettacolo venga riprogrammato». Estremamente scarno nella sua praticità, il comunicato del teatro era molto sibillino nella motivazione del provvedimento. Il rinvio, spiegava, servirà a «consentire una serie di incontri per mettere in chiaro i punti di vista che sono stati espressi». Quali punti di vista? Quelli appunto delle organizzazioni ebraiche che hanno visto lo show e che sono rimaste poco soddisfatte della rappresentazione che viene data dei sacerdoti del tempio. In particolare, la cosa che non è piaciuta è che quei sacerdoti indossano delle maschere «alla Darth Vader», cioè il personaggio di «Guerre stellari» che non riesce a respirare, e che emettono dei sibili «come serpenti». La cosa strana, Robert Hossein in questa vicenda, è che in realtà nessuna organizzazione ha protestato formalmente, tanto che è stato difficile perfino individuarle. Da quanto si è capito è stata la direzione del teatro che ha voluto «consultarle» e poi, di fronte alle loro perplessità, ha deciso di sospendere lo spettacolo e di dare vita agli «incontri» di cui parla nel comunicato. Da quel confronto dovrebbero uscire delle modifiche, in mancanza delle quali, si suppone, la rappresentazione verrà annullata. Colti di sorpresa, i cronisti di New York si sono messi alla ricerca dei protestatari, e l'unico che hanno trovato è la Anti-Defamation League, la quale tuttavia - ha detto la sua portavoce Myrna Shimbaum - si era già considerata soddisfatta dall'accordo di inserire nel programma una sua dichiarazione scritta. Quanto a Patricia Reeberg, responsabile del New York Council of Churches, che raccoglie 37 gruppi fra protestanti, ortodossi ed ebrei, dice che lo spettacolo «non è antisemita» e che è «molto aderente al Vangelo». In pratica, l'unico a sparare apertamente su «Il suo nome era Gesù» è stato un esponente cattolico: Gene Fisher, responsabile del dipartimento «affari ecumenici» della Conferenza Episcopale Americana, il cui lavoro consiste appunto nel mantenere i rapporti con i gruppi ebraici. Appartiene a lui il paragone con Darth Vader e l'assimilazione dei sacerdoti del tempio a dei serpenti. «E' difficile - ha detto immaginare una rappresentazione più negativa degli ebrei e dell'ebraismo». Franco Patitarelli Robert Hossein

Persone citate: Franco Patitarelli, Gene Fisher, Gesù, Myrna Shimbaum, Patricia Reeberg, Robert Hossein

Luoghi citati: Italia, New York