«Sceriffo» ucciso per una rapina da 50 milioni
«Sceriffo» ucciso per una rapina da 50 milioni Assalto all'ufficio postale di Pregnana Milanese, tre banditi terrorizzano invalidi e impiegati «Sceriffo» ucciso per una rapina da 50 milioni La guardia giurata reagisce, «giustiziata» con un colpo in bocca MELANO. ((Aveva sempre sognato di fare lo "sceriffo" e da diciotto anni era felice di essere guardia giurata alle dipendenze di un istituto privato di vigilanza, non pensando però mai di dover fare una così brutta fine». A parlare in questo modo, in lacrime, è Fabrizio Guzzo, operaio metalmeccanico di 21 anni, terzogenito dei cinque figli della guardia giurata Francesco Paolo Guzzo, di 53 anni, ucciso, con ferocia inaudita, ieri mattina da un bandito che gli ha esploso un colpo di pistola a freddo in bocca, dopo una rapina compiuta ai danni di un ufficio postale a Pregnana Milanese, in provincia di Milano. Lo «sceriffo» era originario di Partanna, in provincia di Trapani, e abitava con la famiglia a Canegrate, in via Bologna 17: lascia la moglie, Giuseppina Di Maio, e cinque figli: Antonino, di 28 anni, Giovanni di 25, Fabrizio di 21, Gabriella di 19 e Luca di 17. Questa la prima ricostruzione del delitto, fatta dai carabinieri della compagnia di Legnano. Verso le 11 ,30, in via Volta, angolo via Manzoni, nel centro storico di Pregnana Milanese, a pochi passi dal Palazzo municipale e dal comando della vigilanza urbana, all'interno dell'ufficio postale, il direttore, Pietro Angelini, di 57 anni, cinque impiegati e tre portalettere sono impegnati a distribuire le pensioni d'invalidità a sei persone in coda davanti agli sportelli. La guardia giurata, di servizio nell'ufficio, Francesco Paolo Guzzo, si reca nella toilette e proprio in quel momento, davanti all'ingresso, giunge una «Fiat Uno» grigiochiara dalla quale scendono due giovani, il volto coperto da passamontagna, armati di pistola, che entrano nel locale; il terzo bandito resta al posto di guida. I due malviventi ordinano ai presenti di stare fermi, pena la morte. Quindi, uno dei rapinatori punta la pistola a una tempia del direttore intimandogli di aprire la cassaforte. Pietro Angelini, «decano» delle rapine avendone subite dieci nell'arco degli ultimi cinque anni, riesce a mantenere i nervi saldi e apre la cassaforte e, con calma, consegna 50 milioni in banconote da 100 e 50 mila lire. Deposto il denaro in un sacchetto di plastica, il malvivente richiama il complice invitandolo ad uscire con lui. «A questo punto racconta un'impiegata - uno dei due sconosciuti, quello che era rimasto indietro, si è quasi scontrato faccia a faccia con la guardia giurata che stava tornando dal bagno entrando da una porta laterale». Lo «sceriffo» e il bandito ingaggiano una violenta colluttazione e la peggio tocca al primo che viene disarmato e privato della radiolina collegata al comando del corpo di vigilanza della provincia di Milano alle cui dipendenze lavorava dal luglio 1976. Il rapinatore getta spalle a terra il rivale e quindi, con inaudita ferocia, alla presenza degli atterriti impiegati e clienti, punta una cai. 7,65 alla bocca dello sventurato, freddandolo con un solo colpo. Poi l'assassino raggiunge di corsa i due complici nell'abitacolo della «Fiat Uno». I banditi si allontanano in direzione di Arluno, probabilmente per imboccare, magari dopo aver cambiato macchina, l'autostrada Torino-Milano. E' scattato l'allarme e a Pregna-' na, oltre ai numerosi cittadini riversatisi davanti all'ufficio postale, sono giunti i carabinieri della compagnia di Legnano e di Rho che hanno iniziato la caccia all'uomo, coadiuvati da due elicotteri, uno della polizia e uno dei carabinieri. Sono stati istituiti numerosi posti di blocco in tutta la periferia milanesse. La salma di Francesco Paolo Guzzo è stata trasferita, per ordine del magistrato, all'obitorio del cimitero di Rho, in attesa dell'autopsia che verrà eseguita quest'oggi. Romolo Amicarella
Persone citate: Fabrizio Guzzo, Francesco Paolo Guzzo, Giuseppina Di Maio, Paolo Guzzo, Pietro Angelini, Romolo Amicarella
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