I parà presidiano Santiago

Circondata la Moneda, autoblindo in centro, mitra puntati Circondata la Moneda, autoblindo in centro, mitra puntati I para presidiano Santiago Aria di golpe mentre Aylwin è all'estero SAN PAOLO NOSTRO SERVIZIO A mezzogiorno, centinaia di soldati in tuta mimetica, i volti striati di nero-fumo ed i mitra in pugno, hanno circondato il palazzo della Moneda, nel centro di Santiago, dove erano riuniti tutti i generali dell'esercito; le autoblindo si sono piazzate agli incroci delle strade vicine, bloccando il traffico e puntando le mitragliatrici sui passanti. I militari sono rimasti fermi in silenzio. Non hanno dato l'assalto al palazzo, come nel '73, quando il presidente Salvador Allende morì con un Kalashnikov in mano nell'ultima, disperata e simbolica resistenza contro il colpo di Stato che avrebbe aperto la strada ai 16 anni di terrore della dittatura del generale Pinochet. Ma, come in un incubo, per alcune ore il Cile ha rivissuto ieri le paure e le incertezze del più oscuro e sanguinoso periodo della propria storia. Non è stato un tentativo di putch, e neppure una «quartelada» di un reparto isolato, si dice a Santiago. Dalla Danimarca, dove è in visita ufficiale, il presidente Patricio Aylwin ha invitato alla calma: «La situazione è apparentemente sotto controllo», ha dichiarato, dopo essersi consultato col suo vice, Henrique Krauss. Ufficialmente, nessuno sa o vuole spiegare i motivi di questo inquietante spiega- mento di forze nella capitale. Fonti del ministero della Difesa cileno sostengono che possa essersi trattato di una reazione dei militari alle violente manifestazioni di protesta di alcuni movimenti di sinistra che nei giorni scorsi sono culminate in scontri con la polizia ed una quarantina di arresti. Ad aggravare la tensione, dall'inizio della settimana si sono susseguiti diversi attentati dimostrativi, attribuiti al Fronte patriottico «Manuel Rodrigues», un piccolo ma attivo gruppo guerrigliero sorto da una fazione radicale del partito comunista. L'ultima bomba è esplosa giovedì notte sulla tómba dell'ex presidente Eduardo Frei, il leader democristiano che governò il Paese tra il 1964 ed il 1970 e che, in seguito, ebbe un ruolo non secondario nell'organizzazione del golpe contro Allende. Secondo alcuni diplomatici, però, la reale spiegazione per il minaccioso atteggiamento dei soldati intorno alla Moneda sarebbe un'altra. «Pinochet vuole evitare ad ogni costo che vadano avanti le indagini su uno scandalo che coinvolge suo figlio - è l'analisi di un ambasciatore latinoamericano - e probabilmente ha voluto ricordare agli altri generali ed al governo civile che ancora oggi in Cile non si può nulla contro la sua volontà». A turbare i sonni tranquilli dell'ex dittatore - che, come prescrive un apposito articolo della nuova Costituzione, rimarrà alla guida dei 60.000 uomini dell'esercito cileno fino al 1998 - è uno scandalo di tangenti che risale al 1989, l'ultimo anno del suo governo. All'epoca, l'azienda bellica civile «Valmoral», specializzata nelle riparazioni di fucili e mitragliatori, venne venduta al Comando centrale delle industrie militari a condizioni svantaggiose per lo Stato. Pochi mesi dopo, il figlio maggiore di Pinochet, un capitano della riserva dell'esercito anche lui di nome Augusto, venne accusato di aver intermediato l'affare in cambio di una bustarella di tre milioni di dollari. Con i militari da poco rientrati nelle caserme, le indagini sono rimaste bloccate per oltre tre anni, fino a quando, il 24 aprile scorso, la Camera dei deputati ha trasmesso gli atti all'Alta corte di giustizia. La democrazia cilena, insomma, rimane ancora sotto tutela, e le cose non sembrano destinate a cambiare neppure dopo le elezioni presidenziali del prossimo dicembre, in cui è quasi certa la vittoria del candidato della Concentrazione democratica, che riunisce le forze progressiste, dalla democrazia cristiana al partito socialista. Il suo candidato è il senatore Eduardo Frei, figlio ononimo dell'ex presidente. Gianluca Bevilacqua Pinochet forse vuole impedire che il figlio venga processato per corruzione Qui accanto Il presidente cileno Patricio Aylwin A sinistra l'ex dittatore Augusto Pinochet che rimarrà alla guida dell'esercito fino al 1998

Luoghi citati: Cile, Danimarca, San Paolo, Santiago