lo simbolo della malasanità

Sull'opera da 56 miliardi era stata aperta un'inchiesta poi archiviata lo, simbolo della malasanità Parla il dirigente Usi che nessuno vuole Sulla scrivania non ci sono pratiche, solo i giornali aperti sulle pagine di cronaca. Alle 11 del mattino Salvatore Dell'Arte, 59 anni, il dirigente Usi che nessuno vuole, ha già letto tutto, compresi naturalmente gli articoli che parlano di lui: condannato nell'88 per un episodio di abuso e turbativa d'asta al Maria Vittoria, sospeso per cinque anni dal servizio, trasferito al suo rientro - marzo '93 - a Carmagnola e ora di nuovo qui, alla vecchia scrivania. Una decisione del Tar, che ha accolto il suo ricorso contro l'allontanamento. Il presidio di corso Tassoni è insorto. Commenti? «E' una tragedia: non mi vogliono, non mi fanno lavorare. Sono diventato il simbolo, in negativo, della questione morale. Io, giudicato tanti anni fa per una banale trattativa privata». Non vorrà sostenere anche lei la tesi del complotto. «No. Ma una volta si era colpevoli dopo il giudizio in Cassazione. Oggi un avviso di garanzia è già una condanna». Nel suo caso la condanna è stata emessa dal Tribunale: 2 anni e 4 mesi. «E allora? Ho scontato la sospensione, sono tornato, ho diritto a lavorare. Invece...». Invece? «Ho ripreso servizio il 29 marzo. Sono stato 20 giorni a fare niente. Il commissario che era qui, Giorgio Grando, ne ha pure approfittato per dimettersi. "Con Dell'Arte non posso lavorare" ha detto. Tutte scuse: in un anno al Maria Vittoria non è stato capace di risolvere nulla». E dopo quei 20 giorni? «Mi hanno comunicato che sarei stato trasferito. Volevano mandarmi a Torre Pellice, ma la vallata s'è ribellata. Così sono finito a Carmagnola». Lì com'è andata? «Hanno tappezzato la mensa di fotocopie di articoli dove c'era il mio nome. Sono stato altri 20 giorni con le mani in mano, fino alla sospensiva del Tar». Dottor Dell'Arte, possibile che tutti ce l'abbiamo con lei senza un motivo valido? «Hanno paura dei giornali, temono ch'io possa rovinargli l'immagine. Ma il danno lo fanno al Maria Vittoria: mi domando come un ospedale senza classe dirigente possa rinunciare a uno come me. Conosco il mestiere, sono stato anche amministratore a Nichelino, nel '90». Nominato da Maccari, socialista come lei, e come lei finito in carcere per la malasanità, anche se in un'inchiesta successiva. «Sono stato iscritto al psi dal '56 all'84, e consigliere a Collegno per 15 anni. Poi non ho più rinnovato la tessera. Quanto a Maccari, neanche lo conosco». Come pensa che la gente possa crederle? «E' così. E al punto in cui sono arrivato non voglio mollare. E' una questione di dignità e giustizia. A proposito, il 3 giugno vado al processo d'appello. Se mi assolvono, ne vedrete delle belle». Gianni Armand-Pilon Il dirigente dell'Usi Salvatore Dell'Arte: «E' una tragedia; non mi vogliono, non mi fanno lavorare»

Persone citate: Gianni Armand-pilon, Giorgio Grando, Maccari, Salvatore Dell'arte

Luoghi citati: Carmagnola, Collegno, Nichelino, Torre Pellice