Un capro espiatorio per Major di Fabio Galvano

14 Silurato il Cancelliere dello Scacchiere Lamont, è la madre a dare la notizia Un capro espiatorio per Major Paga recessione, sterlina debole e batosta elettorale L'Economia al ministro dell'Interno Kenneth Clarke LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La notizia non è venuta da Downing Street ma dall'anziana madre - 82 anni - del Cancelliere dello Scacchiere Norman Lamont. «Sì, mio figlio si è dimesso», ha candidamente ammesso Irene Lamont a un cronista del Grimsby Evening Telegraph, un giornaletto di provincia. «Ho ritenuto - ha poi spiegato la donna - che gli amici di mio figlio dovessero saperlo». E' stato il lampo più umano di un'uggiosa giornata quasi autunnale apertasi con voci di rimpasto ministeriale e con pressanti inviti al primo ministro John Major affinché rimettesse in sesto l'equipe conservatrice iniettandovi sangue nuovo. Una giornata che si sarebbe conclusa, dopo la conferma ufficiale del rimpasto e mentre Major volava a Parigi per colloqui con Balladur, fra speranze di rinnovamento, sberleffi dell'opposizione («Sono soltanto state risistemate le sedie a sdraio», ha detto il leader laborista John Smith), ma soprattutto all'insegna del rancore. Norman Lamont, Cancelliere da quasi tre anni e come tale responsabile della politica economica del governo, è stato fatto capro espiatorio di tutti i malanni che hanno colpito l'Inghilterra. Gli succede Kenneth Clarke, uomo in ascesa nel panorama politico e fino a ieri ministro dell'Interno. Questi è a sua volta sostituito da Michael Howard, ministro dell'Ambiente; e, in una stretta concatenazione, John Gummer è andato all'Ambiente, il suo posto all'Agricoltura è stato preso da Gillian Shephard, al cui posto al Lavoro è subentrato David Hunt, il cui incarico per il Galles è ora di John Redwood, unica matricola. Lamont ha pagato per la recessione, per i travagli della sterlina - costretta come la lira a uscire dallo Sme nel settembre scorso - e per la catastrofe elettorale dei conservatori alle elezioni locali di tre settimane fa. In un incontro avvenuto ieri mattina alle 9 a Downing Street, che i comunicati ufficiali definiscono «schietto» ma che sarebbe stato aspro, tagliente. anche caratterizzato da scambi d'accuse, Major ha offerto a Lamont il ministero dell'Ambiente. Il CanceUiere ha rifiutato e se n'è andato sbattendo la porta. Piuttosto che farsi «licenziare» si è dimesso. A colazione, ormai senza la Jaguar con autista, l'hanno visto arrivare da Toto, un elegante ristorante italiano di Knightsbridge. Fettuccine, macedonia e champagne: per affogare il dolore, forse; ma più probabilmente per brindare al suo futuro nella City, secondo una tradizione che vuole gli ex cancellieri ricoperti d'oro da qualche multinazionale. Rompendo una tradizione di fair-play, Lamont non ha neppure scritto due righe a Major. Ha invece stilato un comunicato in cui difende il suo operato. Quando lo si è rivisto, nel pomeriggio, Lamont appariva sorridente, molto più sereno di quanto sia apparso in mesi recenti. «Gli avevano reso la vita impossibile», ha commentato tutta contenta la vecchia ma¬ dre. A poco sono valse le scontate parole di elogio espresse da Major, che ha parlato di «eccezionali risultati» nel portare l'inflazione 1,4% - al livello più basso da 27 anni. Kenneth Clarke, che gli succede, non avrà un compito facile. L'economia, che sta uscendo dalla recessione mentre altri Paesi europei ci stanno sprofondando, non brillerà nel giro di 24 ore. Le medicine, anzi, possono ancora essere molto amare: lo stesso Lamont, in un'intervista pubblicata ieri dal Guardian e che ha ora assunto il sapore del suo testamento politico, prevedeva nuove tasse, soprattutto per le aziende. E poi la politica economica, che era quella voluta da Major, non può cambiare tutto d'un tratto. Ma almeno Clarke, europeista, è sulle stesse posizioni del primo ministro; e soprattutto raccoglie un'Inghilterra già lanciata verso l'uscita dal suo tunnel. Fabio Galvano Il cancelliere dello Scacchiere Norman Lamont paga per la recessione che schiaccia l'economia britannica

Luoghi citati: Galles, Inghilterra, Londra, Parigi