Argentin ha un nemico «E' il caldo del Sud»

Giro: a Marcianise vittoria di Baldato Giro: a Marcianise vittoria di Baldato Argentili ha un nemico «E' il caldo del Sud» «In Sicilia sarà un tormento per tutti ma non cedo neanche a cronometro» MARCIANISE DAL NOSTRO INVIATO Fabio Baldato il vincitore della superflua Scanno-Marcianise, ha 25 anni, è nato a Brendola, Vicenza, ed è un velocista. Quindi vince in volata battendo Manzoni. Baldato fa il gregario di Chioccioli nella Gbm Bianchi. Ma questo non è un guaio. Il guaio è che nella Gbm corre, quando ne ha voglia, Cipollini. Essere velocista nei pressi di Cipollini è come essere tenore nei pressi di Pavarotti. Cipollini, che al Giro ha preferito il Tour, diceva a Baldato: bravo, mi piaci, osservami, studiami e impara. Baldato guardava, studiava e perdeva. Perdeva perché di misurarsi con Cipollini non gli passava neppure per la mente, Cipollini gli avrebbe somministrato tali batoste da togliergli la voglia dello sprint. Ma Cipollini non c'è. Non c'è neppure l'uzbeko Abdujaparov, il titano degli ultimi cinquanta metri, non c'è Van Poppel, non ci sono né Museeuw né l'hoUywoodiano Sciandri, anche loro rubati al Giro dal Tour. La brigata volante ha lasciato che nelle battaglie davanti allo striscione se le suonassero comprimari che dagli assenti sarebbero stati inesorabilmente confinati nella polvere. Nei primi chilometri della tappa, Baldato è caduto. Lo ha atteso e riportato nel gruppo Vona, staccato di un 1 '36" in classifica, non molto, ma Vona è un generoso. Poi è caduto Vona e nessuno gli ha dato una mano. Poi sono caduti Roche e LeMond. Strade sconnesse, buche e cani che vanno a passeggio sul percorso. Massi, della squadra Amore e Vita, centra un volpino, si schianta a terra, si frattura una clavicola. Il costante pericolo suggerisce alla maglia rosa e ai suoi avversari di attestarsi nelle prime posizioni del gruppo. Grandi nemici delle cadute sono Bugno e Indurain e di conseguenza eccoli lì a guidare la corsa, come se da un momento all'altro dovessero scatenare un putiferio. In realtà hanno una fifa nera di trovarsi nel mucchio all'imbocco delle curve finali. Assistiamo in tal modo all'incredibile scena di Miguel sulla linea di fuoco. Emozione e sconcerto. Il navarra intende cimentarsi con Baldato e Manzoni, con Leoni, Roscioli e Baffi (è l'ordine d'arrivo) in una specialità che gli è gradita come un pugno sul naso? Non esageriamo. Miguel elegantemente devia sulla sinistra, si apparta, si astiene: fate pure senza di me, ho scherzato. Dietro front e collochiamoci in apertura di giornata. Lo spagnolo Eduardo Chozas va in fuga. Il gruppo ronfa. Mancano cento chilometri al traguardo, ci ripensi, Chozas. Macché. Ha in classifica un ritardo di 2'38", approderà a un vantaggio di oltre tre minuti. Gli tiene compagnia e lo infervora l'idea che un giorno potrà raccontare: «Fui maglia rosa, ai Giro del '93, nei pressi del bivio di Ailano, statale 158 La persi poco dopo, ancor prima di Caiazzo. Però, che soddisfazione». Su tutti, un bruciante sole del Sud. Ripreso Chozas, esco no Bontempi e il danese Rijs Quindi tocca a Furlan, ma le squadre degli sprinter scatenano la caccia e se lo mangiano a sette chilometri dallo stop. Come sta la maglia rosa Argentin? E i suoi appelli all'unità nazionale che effetto hanno sortito? «Sto bene e gli appelli se li è presi il vento, come al solito e come è giusto che sia: ognuno per sé e per il proprio sponsor. Stanno bene anche Bugno e Indurain, stanno benissimo. La maglia non la mollerò facilmente, ho bravi compagni, Ugrumov è formidabile, i russi Berzin e Bobrike sono eccellenti, peccato che lo svizzero, Imboden, sia così pieno di dubbi, insicuro: sarebbe straordinario. Non penso alla cronometro di Senigallia, non mi preoccupa. Mi preoccupano queste tappe al Sud, il caldo. Sarà durissima a Messina, sarà un tormento da Capo d'Orlando ad Agrigento, può succedere di tutto. Nella cronometro sarò solo a sgobbare, io e la mia bicicletta, solo a difendermi. Ma qui la guerra può scoppiare da un momento all'altro, c'è una tensione terribile». Ma scoppierà la guerra? Siamo in attesa di un colpo d'azzardo, di un'idea gemale che visiti le menti di Bugno e di Chiappucci. Un giorno un campione che si chiamava Eddy Merckx prese e se ne andò su un cucuzzolo della Cosenza-Catanzaro, la tappa era appena cominciata, se ne andò come una motocicletta, si portò appresso lo svedese Petterson in una fuga infinita. Era matto? Sì. E vinse il Giro. Anno 1972. Gianni Ranieri PA ESTUIVI 59 TAPPA km 212 i Lucania TERME LUIGIANE Ogliastro Cilento co LU s Li Vallo della Lucania Rutino Montano Antilia Sapri Policastro Bussentino Marina di Maratea Scalea Cetraro Belvedere Marittimo cs 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 km 212 ORARIO PASSAGGI ALLA MEDIA DI KM 40 10,30 11 15 15,50 Oggi quinta tappa, da Paestum a Terme Luigiane, 212 chilometri. Saliscendi all'inizio, con G.P. della Montagna ai 759 m di Montano Antilia. Ultimi due chilometri in salita, da Guardia Piemontese Marina all'arrivo: lo strappo è duro, da scattisti.