Molestie in canonica di Franco Pantarelli
Il vescovo O'Connor riunisce i suoi mille preti per trovare un freno alla piaga Il vescovo O'Connor riunisce i suoi mille preti per trovare un freno alla piaga Molestie in canonica La diocesi di New York sotto accusa NEW YORK NOSTRO SERVIZIO I mille preti cattolici che fanno parte dell'arcidiocesi di New York hanno ricevuto l'ordine dal loro arcivescovo, il cardinale John O'Connor, di partecipare lunedì e martedì a una sorta di «due giorni del sesso». L'assemblea, avvenuta nel Seminary St. Joseph, nella zona Nord di Manhattan, doveva essere segreta, ma ieri i giornali newyorkesi sono stati in grado di raccontare quello che era successo. Non si trattava di fare il punto sul sesso inteso come componente della vita, ma molto più brutalmente sugli abusi sessuali, e più precisamente quelli che i preti compiono sulle ragazze che frequentano le parrocchie e più spesso sui ragazzi. In America, ormai, questa è una piaga. Da varie parti del Paese arrivano spesso notizie di preti trasferiti dopo avere «sedotto» centinaia di giovani e a Chigago esiste perfino un'associazione di «ex abusati», cioè di persone che solo adesso, in età adulta, osano confessare ciò che il prete fece con loro quando erano bambini. Occorre stabilire «una ferma politica» e intraprendere «passi dolorosi», ha detto il cardinale O'Connor, ma prima di stilare un documento ufficiale ha deciso democraticamente di ascoltare ciò che i suoi sacerdoti avevano da dire. In base ai racconti fatti da alcuni di loro, di cose terribili ne sono uscite parecchie, nell'assemblea, e a un certo punto c'è stata anche una spaccatura sulla questione fondamentale, che poi è proprio quella in cui il cardinale cercava suggerimenti: come deve reagire l'arcidiocesi. Per alcuni dei partecipanti, non c'è nulla di diverso da fare. L'attuale prassi, che porta al trasferimento dei preti che vengono «scoperti», va benissimo. Per altri il trasferimento non basta perché significa solo che i soggetti in questione andranno a fare danno altrove. Per altri ancora è necessario che la Chiesa, quando si verificano casi di questo genere, si adoperi di più in favore delle vittime. E qui, sempre secondo il racconto di alcuni preti presenti all'assemblea, c'è stato uno scontro durissimo. In particolare un monsignore di nome Donald Prior, che opera a Westchester, la contea subito a Nord di Manhattan, ha accusato l'arcidiocesi di avere posto, in passato, le convenienze di strategia processuale al di sopra della pietà nei confronti delle vittime. E come esempio ha portato quello di un prete che aveva abusato di un ragazzo di sedici anni dopo averlo fatto ubriacare di vodka. La «linea di difesa» adottata al processo fu che il ragazzo era stato «consenziente», e questo - ha tuonato monsignor Prior - è l'argomento che usano di solito i violentatori. Quale sia la «linea» che il cardinale O'Connor annuncerà nei prossimi giorni non è ancora chiaro. Ma dalla replica che il cardinale medesimo ha pronunciato alla fine si deduce che la sua posizione è - come sempre - di compromesso fra quelli che vogliono lasciare le cose come stanno e quelli che vogliono la Chiesa più «vicina» alle vittime. Quelle devono essere aiutate, ha detto, attraverso «l'assistenza pastorale, i consigli professionali, le terapie e tutto ciò che sia necessario e possibile». Allo stesso tempo però c'è il problema di «difendere le finanze dell'arcidiocesi in processi che potrebbero impedire i servizi che attualmente fornisce». Franco Pantarelli L'arcivescovo John Joseph O'Connor
Persone citate: Donald Prior, John Joseph O'connor, John O'connor, O'connor, Prior
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