Dai licheni l'allarme-smog di Giuliano Dolfini

I vegetali trapiantati per esperimento: nessuno è sopravvissuto I vegetali trapiantati per esperimento: nessuno è sopravvissuto Dai licheni l'allarme-smog Tutti avvelenati dall'aria di città Non sono soltanto le centraline antinquinamento dell'Usi a dirci che l'aria della città è avvelenata, in particolare nei mesi invernali. Quanto l'aria che respiriamo sia nociva, ora ce lo confermano anche i licheni e le ortiche, protagonisti di una ricerca dell'Università: i licheni trapiantati dalle vallate alpine non hanno, infatti, resistito all'accumulo di metani presenti nell'atmosfera urbana, quali ferro, piombo, cadmio, zinco e rame. L'esperimento è stato condotto nei mesi invernali, perché la situazione è peggiore a causa del riscaldamento (che si somma all'inquinamento da auto, presente in tutte le stagioni), e perché i venti sono più deboli e non spazzano il cielo come nella tarda primavera e in estate. L'Istituto di biologia vegetale dell'Università ha prelevato dalla Val Pellice alcuni di questi organismi vegetali molto sensibili all'inquinamento e li ha trapiantati in città per verificarne le reazioni. Dice la dottoressa Rosanna Piervittori, biologa vegetale: «In città c'è il deserto lichenico: non esistono più. Qualche esemplare è a Superga, al Parco della Maddalena ed al Parco Europa. Nel 1792 crescevano a Porta Nuova, nel 1916 all'erbario Zola. Nel 1960 il deserto lichenico comprendeva il quadrilatero da Mirafiori sud mio allo Stura. Poi ha raggiunto corso Francia, e si è esteso fino a Stupinigi: 45 chilometri quadrati. Adesso è totale». Per il loro esperimento.i biologi dell'Università hanno trapiantato il lichene della Valle dei Carbonieri, la «xantoria parietina», che cresce sui tronchi di pioppo, acero e latifoglie. Lo hanno portato in via della Consolata, in piazza Rebaudengo, a Parco Di Vittorio, dove l'Usi ha sistemato le centraline antinquinamento. Spiega la dottoressa Piervittori: «Li abbiamo usati come bioaccumulatori e controllati mensilmente: col passare dei mesi da colorati sono diventati neri di smog. E' nel periodo da ottobre a marzo che hanno assorbito molti veleni». Aggiunge Alberto Maffiotti, ricercatore: «A dicembre in piazza Rebaudengo si erano accumulati 60 milligrammi di piombo per chilo di lichene; a marzo lo zinco era a 170 milligrammi, 200 in via della Consolata. Sempre in piazza Rebaudengo il nichel a ottobre sfiorava i 20 milligrammi per chilo, il cromo a novembre era a quota 100. Nel periodo di maggior inquinamento i veleni sono riusciti a semiparalizzare i li cileni, arrecando danni irreversibili agli organismi vegetali». Nello scorso febbraio anche la Legambiente ha effettuato analisi sulle foghe di ortiche. Sono stati i tecnici del «Treno verde» a prelevare le foghe in 11 città, tra le quali Torino. Se l'aria fosse pulita, su ogni centimetro quadrato di foglia dovrebbero esserci 10 milioni di colonie di batteri, assieme a beviti colorati e funghi: sulle foghe raccolte al Valentino, lungo corso Massimo d'Azeglio, i biologi hanno individuato invece appena 50 mila colonie di batteri, segnale di una elevata presenza di metani e idrocarburi nell'aria. Una situazione analoga a quella di Roma, Napoh e Treviso. «Dove c'è più inquinamento commenta Lucia Venturi, responsabile scientifica del Treno verde - la flora batterica è più bassa. Questa analisi fornisce risultati significativi». Giuliano Dolfini E anche sulle ortiche diminuiscono le colonie di batteri: segno che aumenta l'inquinamento I licheni prelevati in Val Pellice erano sistemati all'interno delle tre centraline Usi per il controllo dell'inquinamento in città

Persone citate: Alberto Maffiotti, Lucia Venturi, Parco Di Vittorio, Rosanna Piervittori

Luoghi citati: Napoh, Roma, Torino, Treviso