Il diavolo esiste si nasconde nei moduli dell'Ici e del 740

Biennale '93 lettere AL GIORNALE // diavolo esiste, si nasconde nei moduli dell'Ici e del 740 Dichiarazioni e perversioni Il diavolo c'è; e come! Più che le affermazioni del Papa lo prova il ministero delle Finanze. Solo un demonio, maligno, perverso, distruttore delle anime poteva escogitare il modulo e le istruzioni per la dichiarazione dei terreni e dei fabbricati, diffusi in questi giorni; solo un demonio che volesse mandare in rovina le anime incitandole al turpiloquio, alla bestemmia e a qualcosa di peggio: infatti psicologi e psichiatri prevedono per soggetti labili o depressi, a cui tocchi di affrontare quelle dichiarazioni, crisi distruttive, casi di suicidio, nel momento stesso in cui si troveranno in mano quei moduli e si perderanno nel labirinto delle istruzioni. In effetti la sola vista dei moduli, di quelle oltre millecinquecento caselle rosse tutte uguali, da riempire a una a una, senza uscire dai margini; di quelle finestrelle disabitate, assorte in un silenzio minaccioso, spaventa come un gioco perverso, come un supplizio studiato per provocare pazzia, gioco da seviziatori del Kgb, da aguzzini delle SS. Doveva intervenire il ministero della Sanità, con lo stesso allarme che manifestano psicologi e psichiatri; doveva intervenire il capo del governo, la Corte Co stituzionale a vietare il sinistro gioco, per allontanare pazzie e suicidi! Le Camere discutono le autorizzazioni a procedere per Craxi, per Andreotti, per cento altri parlamentari; e tutti i giorni tv e giornali ragguagliano sui bi zantini artifici politici in cui si perdono i rappresentanti del popolo. Non una parola è stata det ta, da nessuna parte politica, a tutela dei cittadini - macché cit tadini! sudditi siamo - angariati da direttori generali ed esperti del ministero delle Finanze. Ormai i cittadini sanno, e sono rassegnati, di dover colmare le voragini provocate da decenni di allegra e irresponsabile ammini strazione; ma costringerli anche a subire il supplizio diabolico di quei moduli è intollerabile. I moduli, per giunta, vanno acquistati, cioè pagati dal contribuente. E sarebbe come se, quando entri in un negozio per comprare una camicia, il commerciante ti dicesse: «Alt! Paghi prima il biglietto d'ingresso». dott. Vincenzo Strocchi Ravenna Signor ministro non voglio rubare Sono uno dei tanti milioni di contribuenti italiani. Esercito, senza dipendenti, l'attività artigiana di falegname nel comune di Verbania. La recessione, determinata dalla crisi economica che colpisce il Paese e il mio Comune, aggiunta alla concorrenza sleale del «lavoro nero», ha abbattuto considerevolmente il fatturato del 1992. La mia dichiarazione dei redditi, pertanto, si chiude con un guadagno molto ridotto, ma la spietata legge delle minimum tax, mi costringe a dichiarare, anche se non verificato, un guadagno di L. 22.050.000, che dovrò assoggettare alla tassazione dell'Irpef e su cui dovrò calcolare l'acconto nella misura del 40 per cento per il 1993. Ai versamenti da sostenere nel mese di giugno (grazie per la proroga concessa) devo aggiungere il versamento della patrimoniale, che debutta nel 740 di quest'anno, il pagamento della tassa sulla salute, e l'Ici, relativa all'appartamento in cui abito, ricevuto in eredità dai miei genitori. Non dispongo di tale cifra, e non posso contare su parenti o amici in grado di prestarmi tale importo. Potrei ricorrere a «cravattai», ma l'usura in Italia è vietata ed io non voglio contravvenire alla legge. Rubare è reato e non ne sarei capace. La cosa più semplice e onesta che mi rimane da fare è di non pagare, ma lo Stato, dopo tre giorni, per omesso, ritardato, insufficiente versamento applica sull'importo non versato una soprattassa del 40% e un interesse semplice del 9% annuo calcolato sui giorni di ritardo. Mi sembra troppo e nel contempo inconcepibile che la legge ritenga lecito tutto ciò. Erasmino Danzo, Verbania un non più affezionato contribuente La vita è un obbligo non una scelta Rilevo su La Stampa del 19 maggio la «bordata» della sedicenne Donatella Moro contro i profondi pensieri della gentile Maria Ferro di Asti circa il suicidio, i suoi moventi e anche la sua dignità. Pregherei la signorina Mo- ro, pur nella sua giovinezza, di non scordare mai che l'assunzione della vita è un obbligo e non una scelta (o se si vuole un dono obbligato, che è la medesima cosa). Che poi le discussioni di questi parametri ci portino in campi sconfinati dove ognuno potrà esprimersi, sta bene. Tuttavia le frasi trite e ritrite del coraggio, della vigliaccheria ecc. possono anche indurre al sorriso. L'universo è una gemma incomparabile che ruota sui cuscinetti a sfera della sofferenza. Mi provino il contrario. Che poi il sado-maso esistenziale possa piacere ma possa anche incutere orrore, è altro discorrere: a ciascuno le proprie scelte. Al cospetto dei castelli incantati possono ben figurare gli ultimi rifugi, a liberazione di chi le sofferenze dell'esistere mai si sarebbe sognato di accettarle, se non ne fosse stato costretto. Paolo Bosco, Torino Salvataggio sul Monte Rosa Scriviamo per ringraziare il Corpo di pronto intervento della Regione Piemonte, che ha dimostrato nei nostri confronti ottima professionalità in occasione di un pronto intervento in alta montagna. 30-4-93. Ore 17: l'elicottero ci comunica che avrebbe fatto un ultimo tentativo dopodiché a causa del sopraggiungere di una nube e della scarsità del carburante, si sarebbe arreso e rientrato alla base; ma con una manovra di alta spettacolarità e notevole bravura riesce a posarsi sull'esile cresta della Punta Gnifetti nei pressi della Capanna Margherita a 4550 metri di quota portandoci in salvo con immensa soddisfazione. Non è che l'epilogo di un'avventura vissuta nell'arco di sei giorni che ci ha visti protagonisti io ed un mio collega bloccati sul Rosg,. a causa del cattivo tempo. Ma non è su ciò che voghamo dilungarci, bensì sull'assistenza ed ottima organizzazione che abbiamo ricevuto nei lunghi giorni di attesa della miracolosa schia rita, da parte della centrale operativa del Soccorso alpino di Torino (tel. 182) e di Varallo Sesia (Ve); una presenza competente e costante che, seppur percepiva mo solo via radio, non ha mai fatto disperare noi né i nostri fa¬ migliari sicuramente ben più preoccupati ed in apprensione. Il coordinamento espresso tra le varie stazioni del Soccorso ha dimostrato l'ottimo grado di professionalità, l'impegno e la volontà nel cercare a tutti i costi di portare a termine l'operazione nel migliore dei modi. Solo in seguito abbiamo saputo che anche loro erano preoccupati per la nostra scarsità di viveri e le condizioni fisiche, eppure ascoltare la loro voce grazie alla radio di cui era fornita la capanna riusciva di grande sollievo durante le ore della giornata che non passavano mai. E' da sempre luogo comune lamentarsi della cosa pubblica con la sua generale inefficienza; al contrario vi sono delle nicchie in cui i buoni propositi e il lavoro svolto quasi a livello di volontariato vengono invidiati anche dai Paesi vicini. Ci auguriamo che i loro sforzi continueranno in questo senso, infatti fino a quando il gruppo sarà operativo, il loro lavoro, significherà salvezza per molti alpinisti imprudenti. Carlo Taboga, Zingonia (Bg) Mario Zandrini, Vigevano (Pv) Il linguaggio dei socialisti Con riferimento all'articolo pubblicato dalla Stampa in data 22 maggio dal titolo «L'agenda di un calvario», desidero chiarire che mai ho pronunciato le parole attribuitemi dall'on. Mattina, che, probabilmente, nella tensione di questi giorni, confonde persone e avvenimenti. Tra l'altro lo stesso linguaggio usato è lontano dalla mia cultura e dal mio modo di essere. Pochi giorni dopo la visita alla procura di Milano, si tenne a Roma una riunione di donne socialiste alla presenza di Benvenuto nel corso della quale ebbi a esprimere pubblicamente la mia adesione morale al gesto compiuto. Franca Prest, Roma esecutivo nazionale psi

Persone citate: Andreotti, Carlo Taboga, Craxi, Franca Prest, Maria Ferro, Mario Zandrini, Paolo Bosco, Vincenzo Strocchi