Nube tossica alle porte di Milano di R. A.

Nube tossica alle porte di Milano Incendio fra i bidoni di veleni nel capannone di una ditta «pirata» Nube tossica alle porte di Milano Malori tra gli abitanti della zona fuggiti da casa MILANO. Hanno rischiato grosso un'ottantina di famiglie alle porte di Milano per una nube tossica provocata da una ditta pirata che, sprovvista di ogni autorizzazione di legge, trattava prodotti chimici per la disinfestazione e la derattizzazione. La nube è seguita ad un incendio scoppiato verso le 22 di lunedì in via Rosselli 8, a Pieve Fizzonasco, frazione di Pieve Emanuele, nell'immediata periferia Sud di Milano e poco distante dai quartieri residenziali di Milano 3 a Basilio. Qui è situato il capannone della ditta Benati Franco srl, un'azienda che deteneva e lavorava prodotti chimici e tossici. Le fiamme si sono sprigionate e sono state seguite da un crepitare di scoppi provocati dalle esplosioni di fustini contenenti fosfuro d'alluminio, sostanza chimica tossica che, a contatto con l'aria o l'acqua, si trasforma in fosfuro d'idrogeno, altamente tossico e cancerogeno. I Vigili del Fuoco, giunti da Mi¬ lano e Lodi, muniti di speciali maschere di protezione, hanno domato il rogo, ma durante l'intervento, verso le 23,30, dal capannone si è levata una nube maleodorante che ha provocato negli abitanti della zona bruciori agli occhi e mal di gola. Gli appartamenti di 80 famiglie residenti nel raggio di 100-150 metri intorno alla ditta sono stati evacuati. L'allarme è rientrato verso le 3 quando i Vigili del Fuoco hanno ultimato l'intervento. Ieri però, verso le 13, nuovo allarme. Infatti, tutti i tappi di chiusura dei fustini, probabilmente a causa del calore provocato dai raggi del sole, sono saltati in aria e il velenoso fosfuro d'alluminio è cominciato a fuoriuscire. Le famiglie, che erano rientrate in casa, sono scappate per la seconda volta. «In questo frangente - ha dichiarato Severino Carolino, del Presidio multizonale d'Igiene - il pericolo maggiore è dato dalla possibile liberazione dal fosfuro di "fosfina" la quale, a contatto con l'aria o con l'acqua, può esplodere sotto forma di acido solforico». Nel tardo pomeriggio, gli abitanti hanno potuto far ritorno a casa. Il sindaco di Pieve Emanuele, Antonio Dama, ha dichiarato: «La ditta Benati aveva ottenuto, nel 1986, dal Comune l'autorizzazione ad usare il capannone come deposito di bidoni di bromuro dimetile. Invece, la notte scorsa, dopo l'incendio, si è accertato che vi erano stipate centinaia di confezioni di fosfuro d'alluminio giunte dall'India illegalmente. Ho emesso un'ordinanza per trasferire il pericoloso prodotto tossico presso una ditta specializzata, in attesa di consegnarlo ad una ditta francese per lo smaltimento. Contro il titolare della ditta, che è già stato denunciato all'autorità giudiziaria - ha concluso il sindaco l'armninistrazione comunale adotterà tutti i provvedimenti del caso». [r. a.]

Persone citate: Antonio Dama, Benati, Severino Carolino

Luoghi citati: India, Lodi, Milano, Pieve Emanuele