Vito travolge pure Ferlaino di Fulvio Milone
Il padre-padrone del Napoli (che oggi si costituisce) avrebbe pagato 300 milioni di tangenti Il padre-padrone del Napoli (che oggi si costituisce) avrebbe pagato 300 milioni di tangenti Vito travolge pure Ferlaino Ordine di cattura per «o'Presidente» NAPOLI. I carabinieri hanno aspettato, inutilmente che il jet privato atterrasse su una pista dell'aeroporto di Capodichino. Niente da fare: non c'era neanche l'ombra dell'aereo che avrebbe dovuto riportare in Italia Corrado Ferlaino, «'o presidente», il potentissimo patron del Calcio Napoli. In Italia e in carcere, perché da ieri il costruttore a lungo amato ma oggi odiato dalla tifoseria azzurra è inseguito da un ordine di custodia cautelare per corruzione. Ha fatto sapere che si consegnerà ai giudici solo oggi. Il padre-padrone della squadra che un tempo ha conosciuto i fasti maradoniani avrebbe pagato una tangente di trecento milioni a titolo di ringraziamento per un appalto miliardario. In tasca di chi sono finiti i soldi? Ecco che, a questo punto, nella storia che ha portato Ferlaino dall'olimpo calcistico all'onta dello scandalo spunta un personaggio noto alle cronache giudiziarie: Alfredo Vito, ex deputato della de, il grande pentito della politica che con le sue confessioni ha inguaiato quasi tutta la Napoli che conta. Tra un nome e l'altro pronunciato davanti ai giudici ha fatto anche quello di «'o presidente». L'appalto ottenuto da Ferlaino, che ieri la Federcalcio ha sospeso dagli incarichi, è quello per la bonifica dei Regi Lagni, un intrico di canali irrigui di epoca borbonica trasformati negli anni in un'immensa fogna a cielo aperto. Chissà perché l'opera è stata finanziata con i fondi della ricostruzione postterremoto. Vorrebbero saperlo anche Arcibaldo Miller e Nunzio Fragliasso, i due sostituti procuratori che indagano anche sul costo dei lavori, lievitato dai 70 miliardi iniziali ai 600 finali. Ferlaino riuscì a entrare nell'affare con una delle sue imprese, l'«Edilia», che partecipò con una quota del 10% a un'altra società, la «Regi Lagni», titolare di parte dei lavori. Vito, anche lui finito sotto inchiesta, dice che il patron del Napoli, suo amico di vecchia data, gli consegnò trecento milioni: un cadeau offerto in prossimità delle elezioni. Le sue confessioni, però, non finiscono qui. L'ex deputato, che fa anch'egli parte del consiglio di amministrazione del Calcio Napoli, ha incastrato il costruttore per un'altra brutta storia: una bustarella da duecento milioni, versata da Ferlaino dopo l'inserimento di una sua impresa in un corsorzio per la ristrutturazione del piazzale antistante lo stadio San Paolo. Ma l'ex ragazzo terribile della finanza e dello sport napoletani non è chiamato in causa solo dal suo vecchio amico Alfredo Vito. Altre accuse arrivano da Armando De Rosa, ex assessore regionale de. Un tangentomane ante litteram, De Rosa: fu arrestato nell'87, mentre incassava una mazzetta consegnata da un emissario di un'impresa veneta che aveva ottenuto appalti nel Salernitano. Durante le indagini saltò fuori che De Rosa aveva preso soldi da altri costruttori. Uno di questi era Ferlaino, che ammise candidamente in tribunale il versamento di una mazzetta, guadagnandosi l'odio dell'imputato. De Rosa, arrestato giorni fa per lo scandalo dell'appalto dei Regi Lagni, avrebbe chiamato in causa anche il patron del Napoli, inserendolo nell'elenco dei corruttori. Semplice vendetta del politico «rovinato» anni addietro da Ferlaino? E' difficile dirlo. Certo è che, come dicono gli investigatori, le sole confessioni di De Rosa non sarebbero mai state sufficienti a provoca¬ re l'ordine di custodia cautelare contro il presidente del Calcio Napoli. Le rivelazioni determinanti, insomma, sono state quelle di Alfredo Vito. Chissà se Ferlaino uscirà indenne anche da questa inchiesta. Sì, perché fino a ieri il costruttore con un debole per il calcio è sempre riuscito a fare in modo che i guai con la giustizia non gli nuocessero più di tanto. L'ultima rogna riguarda il crack della flotta Lauro. I giudici accusarono l'imprenditore di aver commesso gravi irregolarità nell'acquisto della villa che fu dell'armatore napoletano. Ferlaino, però, fu prosciolto. Fulvio Milone Qui sopra, Corrado Ferlaino, il patron del Napoli-calcio A sinistra: Alfredo Vito, l'ex deputato de e grande pentito
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