Un mistero lungo 50 anni

Un mistero lungo 50 anni LA STORIA MAI SCRITTA Un mistero lungo 50 anni Dai diari alle lettere: i segreti infiniti ISTERI. Gialli che si aprono e si chiudono. Rivelazioni e retroscena. La storia di Mussolini è ima lunga scia di interrogativi senza risposta, un immenso rebus di difficile soluzione. Del «tesoro» del Garda uno dei primi a parlare era stato, nel 1980, il sommozzatore trentino, Mario Cont. Sosteneva di avere localizzato ad un cinquantina di metri di profondità, quattro vecchie casse che, diceva, potevano essere quelle fatte calare in acqua da Mussolini. Le sue dichiarazioni avevano rimesso in moto la macchina delle inteipretazione e delle ipotesi di tutti coloro che dal dopoguerra si affannavano a dibattere sulla presunta scomparsa di tesori e carteggi del Duce, ma sul piano pratico avevano prodotto ben scarsi effetti. Ma questa scoperta non aveva entusiasmato nessuno: le casse erano rimaste nel lago e gli storici nel dubbio sul contenuto: oro di Dongo, archivio di Mussolini (magari con l'ipotizzato e mai documentato carteggio con Churchill), il «diario» del Duce o semplici incartamenti burocratici? Proprio il carteggio Mussolini- Churchill può essere catalogato come uno dei gialli più affascinanti: un carteggio segreto che potrebbe far riscrivere la storia. Ma torniamo alle case: che fossero affondate nel lago, nell'aprile 1945, lo si diceva da tempo e le recenti dichiarazioni del falegname Franco Campetti, che ha reso noto di avere costruito le casse per incarico di Mussolini, hanno solo fornito un nuovo avallo. Già nel 1980, dopo le rivelazioni di Cont, lo storico Franco Bandini aveva detto che a quanto gli risultava le casse erano state calate in acqua da un funzionario della segreteria particolare di Mussolini, che era a bordo di un motoscafo. Quanto al loro contenuto, lo storico aveva avanzato tra le altre l'ipotesi che potesse trattarsi dei documenti affidati da Mussolini, perché li conser¬ vasse, al ministro Carlo Maria Biggini, dalla cui villa erano scomparsi in quei giorni. Ma nello stesso periodo Giorgio Pini, che nel governo di Salò era stato sottosegretario agli Interni, aveva espresso precisi dubbi allo storico Silvio Bertoldi: nelle casse non potevano esserci le carte più importanti, quelle della Presidenza del Consiglio, che Mussolini aveva portate con sé nelle borse sequestrategli a Dongo (e poi sparite, come i preziosi, l'«oro di Dongo», sulla cui sorte «non c'è mai stata una risposta»). Il «diario», poi, secondo Pini, era stato trasferito in Svizzera. Il «mistero» delle casse si era inserito in una complicata spirale di «rivelazioni» innescatasi nel dopoguerra sui presunti «tesori» che la tradizione popolare si ostinava a credere fossero stati affondati in qualche lago: l'oro delle SS nel Toeplitz, quello dell'aeronautica tedesca nel Braies. Tra le vicende più singolari quella della «corona di Mussolini», antico e prezioso diadema, dono personale dell'imperatore giapponese a Mussolini. La notizia che un militare tedesco in punto di morte avrebbe indicato una zona vicino a Predappio dove la corona era sepolta, aveva provocato frenetiche attività di scavo all'inizio degli Anni Sessanta. Nello stesso periodo si cercava il «tesoro» anche nella vicina Rocca delle Cambiate: chi giurava che un generale della milizia avesse parlato di alcune casse affidategli dal Duce. Scavi e ricerche, ma di tesori o documenti, nessuna traccia. [1. s.) E' ancora un enigma il carteggio con Churchill Grande caccia ai tesori perduti Il carteggio tra Mussolini e Winston Churchill è uno dei misteri che più appassionano gli esperti

Luoghi citati: Braies, Dongo, Predappio, Salò, Svizzera