Ciclone su Gonzàlez nel giorno del duello di Gian Antonio Orighi

«Il psoe incassò 5 miliardi di tangenti» «Il psoe incassò 5 miliardi di tangenti» Ciclone su Gonzólez nel giorno del duello Rivelazioni del «Mundo» poco prima dello scontro in tv con il rivale Aznar MADRID NOSTRO'SERVIZIO In piena campagna elettorale, a due settimane dalle politiche in cui il psoe, il partito socialista di Felipe Gonzàlez, si gioca la maggioranza al filo di lana con la destra incarnata dal pp, il partido popular di José Maria Aznar, ad appena poche ore dal primo attesissimo dibattito televisivo notturno in cui i due leader cercano di conquistare gli indecisi (il 20%), l'accusa di finanziamenti «illegali» si abbatte nuovamente sul psoe. La bordata è stata sparata ieri dalla bestia nera dei socialisti, El Mundo. Secondo il quotidiano il psoe avrebbe incassato, nell'86, 519 milioni di pesetas, circa 5 miliardi di lire: 105 milioni sarebbero stati versati da importanti imprese edilizie e girati nelle casse del partito da E.G. che, secondo El Mundo, sarebbe Eduardo Gómez, allora capo acquisti del partito ed adesso segretario del presidente del psoe; 389 milioni da A.G., che sarebbe niente meno che il potentissimo Alfonso Guerra, vicesegretario del psoe ed all'epoca purevicepresidente del governo; il resto da D.K., che sarebbe Dieter Konieski, il delegato della Fondazione Ebert, della spd tedesca in Spagna. Il «malloppo» sarebbe servito per pagare le spese sostenute per il referendum a favore della permanenza della Spagna nella Nato, indetto e vinto dal psoe in marzo, e per le elezioni politiche e regionali del giugno di quell'anno. El Mundo, per suffragare queste accuse che potrebbero costare le elezioni al psoe, già profondamente scosso dallo «scandalo Filesa» - presunti finanziamenti irregolari per un miliardo di lire incassati dal psoe per pagare le spese elettorali delle politiche dell'89, in cui sono imputati due suoi parlamentari e rivelati due anni fa dallo stesso giornale pubblica tre pagine di ricevute bancarie, di assegni al portatore, addirittura contabilità interna dei socialisti. E sostiene che questi contributi «erano la via di finanziamento abituale prima di creare Filesa». Questa società, che divenne operativa nell'87, avrebbe sostituito l'ormai rudimentale sistema di finanziamento con uno più sofisticato, scoperto dagli esperti del ministero delle Finanze, che indagano sullo scandalo per conto della Corte Costituzionale. Per il giovane e lettissimo quotidiano - in soli quasi quattro anni di vita è diventato il terzo quotidiano a tiratura nazionale - «si tratta, in definitiva, della dimostrazione documentale di quello che si vociferava: che le imprese edilizie ed altre che facevano contratti con la pubblica amministrazione pagavano apertamente commissioni al partito del governo - probabilmente, in minor misura, anche agli altri - e che da Ferraz (la sede nazionale del psoe, ndr) si coordinavano questi fatti delittuosi». Immediata la risposta del psoe, provatissimo, per ammissione dello stesso Gonzàlez, dallo scandalo Filesa. In una nota ufficiale sostiene che «la presentazione dei fatti fornita da El Mundo è un'assoluta manipolazione che può obbedire solo alla volontà di intervenire nello sviluppo della campagna elettorale in corso ed a buttare all'aria il dibattito televisivo di questa notte a favore del pp». I socialisti affermano che nell'86 non esisteva la legge sul finanziamento dei partiti (entrò in vigore nel giugno dell'87) per cui i dati pubblicati dal quotidiano non implicano né irregolarità né illegalità, che non possono contestarli perché sono passati troppi anni e che, rispetto al referendum sulla Nato, allora non esisteva requisito alcuno sul finanziamento che hanno coperto «con crediti e donazioni». Gian Antonio Orighi A sinistra il leader socialista Gonzàlez, a destra il capo dell'opposizione Aznar

Persone citate: Alfonso Guerra, Aznar, Dieter Konieski, Felipe Gonzàlez, Ferraz, José Maria Aznar, Mundo

Luoghi citati: El Mundo, Madrid, Spagna