Mandela: i ragazzi alle urne di Foto Reuter

In Sud Africa opuscoli incitano i domestici ad uccidere i «padroni bianchi» In Sud Africa opuscoli incitano i domestici ad uccidere i «padroni bianchi» Mandela; i ragazzi alle urne «Voto a 14 anni», per il governo è una follia PRETORIA. La nuova tornata di negoziati costituzionali che avrà luogo oggi al World Trade Centre di Johannesburg dovrebbe imprimere un altro colpo di acceleratore al processo di democratizzazione in Sud Africa. L'African National Congress (Anc) ha infatti ceduto su una serie di questioni che rappresentavano gravi ostacoli nella trattativa: ha accettato che il nuovo Sud Africa abbia un ordinamento federale, e che i poteri di regioni ed enti locali siano sanciti non dalla futura Assemblea costituente, ma dalle 26 forze politiche che partecipano all'attuale negoziato. Ciò implica in sostanza il superamento del principale timore degli avversari dell'Anc (come il governo e il partito zulù inkhata): che cioè il movimento nazionalista nero, quasi certamente maggioritario nell'Assemblea costituente, potesse con la forza dei numeri ridurre al minimo le autonomie regionali rispetto al governo centrale. Superato questo ostacolo, dovrebbe essere ora più facile per le forze politiche mantenere l'impegno di fissare, entro il 3 giugno, la data delle prime elezioni democratiche nella storia del Paese, che sono state previste non più tardi dell'aprile 1994. Nelle ultime ore però è insorto un nuovo contenzioso. Il lea- der dell'Anc, Nelson Mandela, ha infatti chiesto che l'età minima per votare venga portata da 18 a 14 anni, con l'evidente intento di ampliare ulteriormente il suo serbatoio di voti. In una conferenza sampa a Newcastle, nella provincia del Natal, Mandela ha detto: «Si dice che una persona al di sotto dei 18 anni non è sufficientemente matura per votare, ma noi non siamo assolutamente d'accordo e faremo di tutto perché la nostra richiesta venga accettata in sede di negoziato costituzionale». Secondo i sondaggi demoscopici, l'African National Congress può contare attualmente sul 52-55 per cento dei voti, in massima parte tra la maggioranza nera, ma tale percentuale aumenterebbe sensibilmente se alle urne si recassero anche i giovanissimi, cioè i quattordicenni. Come era prevedibile, il go¬ verno di Pretoria ha subito respinto la richiesta di Mandela. Il ministro dell'Interno Danie Schutte ha rilevato che «in tutto il mondo si vota a 18 anni» e che «nessun Paese civile prenderebbe in considerazione una richiesta come quella fatta da Mandela, perché in tal caso tanto varrebbe far votare anche i dodicenni». La richiesta di Mandela ha lasciato perplessi anche svariati osservatori internazionali. La tornata negoziale di oggi si apre sullo sfondo di altri massacri e altre tensioni. La polizia sta indagando sull'origine di opuscoli che incitano i domestici neri a stuprare ed uccidere i loro datori di lavoro bianchi. Gli opuscoli, distribuiti in varie parti del Paese, dichiarano «guerra senza quartiere all'oppressore» ed incitano domestici, camerieri, giardinieri, e guardiani a violentare le donne e ad uccidere vecchi e bambini. E' salito intanto a 39 il numero dei morti nelle violenze che durante il week-end hanno insanguinato le township attorno a Johannesburg e gli scontri continuano fra i sostenitori dei gruppi neri rivali dell'African National Congress e dell'Inkatha. Le violenze erano cominciate sabato con sparatorie indiscriminate nella township di Tokoza costate la vita a tredici persone e sono continuate domenica e ieri allargandosi ad altri agglomerati neri della zona industriale a sud di Johannesburg. Secondo la polizia, 19 persone sono state uccise domenica e ieri sono stati rinvenuti altri sette cadaveri. Percy Dladla, abitante in una delle township, ha raccontato di gente uccisa nelle proprie case date poi alle fiamme e di persone ammazzate in strada mentre cercavano di fuggire. [e. st.] Un gruppo di giovani assiste a un comizio del leader dell'Anc Nelson Mandela [FOTO REUTER]

Persone citate: African, Danie Schutte, Nelson Mandela, Percy Dladla