«Deputati pagherete cara la legge anti-immigrati» di Emanuele Novazio

Minacce e intimidazioni alla vigilia del voto sugli Asylanten GERMANIA Minacce e intimidazioni alla vigilia del voto sugli Asylanten «Deputati, pagherete cara la legge anti-immigrati» BONN DAL NOSTRO CORRISPONDENTE La lettera, anonima ma eloquente, è indirizzata al gruppo parlamentare socialdemocratico: «Volete davvero vivere i prossimi mesi in una continua ansia? Lo sapete, possiamo trovarvi. Quando, dove e come, siatene certi». Se la minaccia avrà effetto lo si vedrà domani, quando il Bundestag voterà la nuova legge sul diritto d'asilo, frutto di un sofferto compromesso fra i partiti di governo e l'Spd, e osteggiata con fragore dai sostenitori dell'attuale normativa, la più liberale d'Europa. Ma che la lettera venga presa sul serio non c'è dubbio: mentre l'ansia cresce - in parlamentari spesso incerti fra disciplina di partito e propensioni ideologiche - non meglio precisati «gruppi dell'estrema sinistra» hanno scelto i primi, simbolici bersagli. Sono soltanto segnali, ritiene la polizia in allarme, ma sufficienti a far capire che potrebbe andar peggio. E' successo a Francoforte, ad Aachen, a Darmstadt: attentati alle abitazioni di qualche deputato forse scelto a caso. Senza mai feriti, con danni limitati ma vistosi segni di insofferenza: finestre infrante, mucchi di spazzatura innaffiati di benzina lasciati davanti alla porta di casa, scritte e insulti spray «(«Razzisti», «Asilo per tutti», «Confini aperti»), perfino volantini con false accuse che hanno provocato qualche imbarazzo ai destinatari. Ma si teme di peggio. Nelle ultime ore prima del voto «le azioni potrebbero farsi più violente», sostiene la polizia che annuncia severissimi controlli. Di recente, una sparatoria notturna a un posto di blocco ha fatto pensare a tentativi di intimidazione o peggio: l'auto sfuggita agli agenti aveva la targa (falsificata) dei servizi del Bundestag, sembrava di quelle con autista messe a disposizione dei deputati. Potrebbe servire, in questi giorni roventi, ai più radicali avversari della legge? Il timore di attentati e di violenze è diffuso. Ieri il portavoce del cancelliere Kohl, Vogel, ha confermato che il governo si aspetta manifestazioni di estremisti a Bonn, «per disturbare a qualsiasi prezzo» il dibattito e il voto in Parlamento. Migliaia di poliziotti vegliano sul quartiere del governo, lungo il Reno. E' un'operazione senza precedenti: le misure di sicurezza e i controlli sono paragonabili soltanto a quelli consueti nei vertici fra Grandi. Anche il presidente del Bundestag, Rita Suessmuth, è inquieta: «Sappiamo che si è tentato di intimidire molti parlamentari. Abbiamo infoimazioni che si tenterà di molestarli mentre andranno alla seduta». ■ Intimidazioni a parte, la nuova legge potrebbe non veder mai la luce per una frattura in seno all'Spd che molti considerano insanabile. Secondo varie fonti, sarebbero almeno un centinaio i deputati socialdemocratici contrari al compromesso, raggiunto l'anno scorso da Kohl e dall'allora leader del partito, Bjoern Engholm, dopo mesi di polemiche e dibattito acceso. La loro ribellione farebbe naufragare l'intesa su uno dei temi più delicati e controversi, aggravando il clima di una stagione politica già segnata da dimissioni eccellenti (ultime, proprio quelle di Engholm, sfiorato da uno scandalo) e da un crecente fastidio dell'opinione pubblica per la politica e i partiti. La legge vuole frenare il flusso di ((Asylanten», e i sondaggi confermano che la gente l'approva: le pratiche dovranno essere sveltite (oggi durano anche tre anni, in caso di ricorso), ma soprattutto non sarà preso in considerazione chi già è stato respinto da un altro Paese aderente alla Convenzione di Ginevra sui rifugiati. Resta da vedere se davvero una legge basterà a contenere chi bussa alle frontiere tedesche, nella stragrande maggioranza «rifugiati economici», spinti in Germania da ragioni sociali più che politiche. L'anno scorso sono stati oltre 400 mila, l'ottanta per cento in più del '92. Molti commentatori ritengono che sarà difficile impedirne l'arrivo in un Paese che ha migliaia di chilometri di frontiera con i vicini dell'Est: «Per fermarli bisognerebbe abolire la prosperità in Germania», ha scritto la «Sueddeutsche Zeitung». Ironie a parte, la nuova legge modificherà anche un principio, e all'Spd il realismo potrebbe costare caro. Emanuele Novazio

Persone citate: Bjoern Engholm, Engholm, Kohl, Rita Suessmuth, Vogel

Luoghi citati: Aachen, Bonn, Europa, Francoforte, Germania, Ginevra