«Ottaviano provaci tu» Ma lui per ora dipinge di Flavia Amabile

dal sindacato alla politica dal sindacato alla politica «Ottaviano provaci tu» Ma lui, per ora, dipinge CROMA OME è che da presidente del «Pmb», il partito Mogol-Battisti si diventa segretario del psi? Già, perché Ottaviano Del Turco, scherzando, finora, si è sempre proclamato fondatore di questo fantomatico Pmb, aggiungendo, con una punta di amara ironia, «l'unico di cui sia diventato presidente». Tra qualche giorno, invece, l'ex numero due della Cgil potrebbe dover rivedere la battuta e assumersi l'incarico di guidare il psi fuori dalle secche in cui sembra essersi arenato dopo le dimissioni di Giorgio Benvenuto. Qual è stato il percorso seguito da Del Turco? Di certo si sa che non è stato un percorso facile, e non ci si riferisce solo alle lotte delle ultime ore all'interno del partito tra le varie anime divise sulla scelta del futuro leader. No, ad essere sofferto è anche tutto ciò che precede queste schermaglie, un passato fatto di tre anni di annunci di voler lasciare il sindacato e la politica che solo da qualche settimana hanno portato al distacco vero e proprio dal sindacato. Tre anni durante i quali il nome di Del Turco appa- riva ogni tanto a tradimento tra quelli dei candidati a diverse poltrone socialiste. Se ne parlava durante l'inverno '92, ad esempio, come di uno dei nomi in lizza per la presidenza della Rai dopo le dimissioni di Enrico Manca e prima della nomina di Walter Pedullà. Poi, con lo scoppio di Tangentopoli e della questione morale fu Del Turco stesso a sollevare il tono dei suoi attacchi nei confronti del partito e si iniziò a parlare di un suo futuro in via del Corso. Il governo socialista di Amato e l'atteggia¬ mento filogovernativo di Del Turco nella trattativa sul costo del lavoro all'inizio dell'estate lo espose ad una nuova serie di polemiche su quale fosse il suo ruolo all'interno del sindacato e provocò un mese di rottura con Bruno Trentin e il rischio di una scissione nella Cgil. Ricomposta la frattura e terminata la trattativa, a novembre si erano già create le condizioni per un suo passaggio ai piani alti di via del Corso. Un incontro con Craxi, uno con Amato a Palazzo Chigi e un incrocio di telefonate sancirono la candidatura. Poi, dopo una decina di giorni, il coinvolgimento del fratello Fausto in una vicenda di tangenti romana, fece tramontare l'ipotesi. Con il '93 è arrivato anche l'abbandono della Cgil e Del Turco si ritirò nel suo studio di pittore. Sembrava deciso - o almeno lo ripeteva continuamente - a cambiare mestiere e a dedicarsi alla scrittura di un libro. E, invece, come succede spesso nella storia dei Cincinnati italiani Anni Novanta, all'atto della formazione del governo Ciampi s'è messo a disposizione per un incarico di ministro. L'occasione per tornare alla ribalta si ripresenta ora con le dimissioni di Benvenuto: potrebbe essere questo, infatti, il momento buono per planare finalmente sulla segreteria del psi. Se così sarà, per Del Turco significherebbe passare per la prima volta alla politica pura dopo trent'anni di sindacato. Perché se è da quando aveva quindici anni (il 7 novembre ne farà quarantanove) che ha la tessera del psi in tasca, è la strada del sindacato quella che sceglie come impegno di vita. All'inizio nella Fiom (sindacato dei metalmeccanici) di Roma, dove era arrivato da qualche anno da Collelongo, un paesino dell'Abruzzo. Poi passa alla Fiom nazionale e, infine, approda al vertice della Cgil. Sono gli Anni Ottanta, gli anni in cui esplode il rampantismo socialista e dall'interno della Cgil, il sindacato operaio per eccellenza, lui combatte la sua lotta contro la componente comunista, in nome di un sindacato riformista, concludendo il mandato a capo di una corrente che rappresenta un terzo della confederazione. Tutto questo senza dimenti¬ care il partito del quale denuncia nell'87 lo yuppismo, la preponderanza di persone «nei cui occhi non brilla la luce della passione politica». E, soprattutto, facendo il possibile per non perdere una sola domenica allo stadio quando la Lazio gioca in casa, né un solo sabato nella sua Collelongo a cuocere carne alla brace e discutere di tasse e guadagni con la sorella Elvira, stilista delle spose nota in tutto il mondo. Durante i giorni lavorativi, invece, fa i salti mortali per non perdere una sola mattina tra pennelli e tele a coltivare l'hobby della pittura. «Solo a quarant'anni ho scoperto che dipingere era diventato un modo per curare le angosce che mi arrivavano dal lavóro...», spiega a chi gli chiede spiegazioni. In realtà non dipinge soltanto, ma scrive, compone musica, occupa quelli che definisce «i terribili vuoti delle insonnie mattutine...». Se fra qualche giorno verrà eletto nuovo segretario del psi, di certo non saranno i grattacapi a mancargli per riempire questi «vuoti». Flavia Amabile Ottaviano Del Turco

Luoghi citati: Abruzzo, Cincinnati, Collelongo, Lazio, Ome, Roma