Voci su Romiti: «Anche lui indagato»

Tangenti nei Beni culturali: arrestato Alberto Ciampaglia, ex cassiere nazionale del psdi Tangenti nei Beni culturali: arrestato Alberto Ciampaglia, ex cassiere nazionale del psdi Voci su Romiti: «Anche lui indagalo» La procura non conferma né smentisce la notizia MILANO. Una raffica di voci su Cesare Romiti e una sola dichiarazione da Palazzo di giustizia: «Non possono essere date informazioni sui registri delle notizie di reato». Dura da giorni il balletto di voci sulla posizione dell'amministratore delegato della Fiat nell'inchiesta «Mani pulite». Cesare Romiti si era presentato spontaneamente come testimone. Ai magistrati aveva fornito l'elenco delle tangenti pagate dal gruppo e un memoriale con i «rapporti» con il sistema politico. Ma adesso la sua posizione è cambiata. Così dice il tam-tam delle voci e così, ieri sera, l'agenzia giornalistica Italia mette nero su bianco: «Romiti sarebbe stato iscritto nel registro degli indagati». Ma aggiunge: «non ci sono però conferme ufficiali». No, non ci sono nemmeno smentite ufficiali da Palazzo di giustizia. C'è solo quella «mezza frase», quel «non possiamo dare informazioni» che lascia intendere prossime mosse. Sì, continuano le indagini dei giudici di Tangentopoli sulle rivelazioni di Romiti. Anche ieri è stato nuovamente interrogato Antonio Mosconi, l'ex top manager della Cogefar-Impresit (gruppo Fiat), finito a San Vittore e poi liberato. Ieri gli sono state chieste precisazioni sulle rivelazioni di Romiti. E non è da escludere che anche l'amministratore delegato della Fiat possa essere risentito, questa volta nella veste di indagato. E intanto l'inchiesta va avanti, e gli arresti cadono a valanga. I beni culturali fanno male al psdi. Dopo l'avviso di garanzia all'ex ministro Vincenza Bono Parrino finisce in carcere Alberto Ciampaglia, ex cassiere nazionale del partito. Nel mandato di cattura si parla di ricettazione e di violazione della legge sui finanziamenti pubblici per 400 milioni intascati dall'architetto Antonio Gallitelli, il primo che ha svelato ai giudici mazzette e appalti sulla ristrutturazione di monumenti e centri storici. E gli arresti continuano. Altri nove eseguiti fino a tarda sera, ma l'elenco è ancora incompleto. Beni culturali, appalti Sip, informatizzazione del ministero dei Trasporti e dell'Inail, tanti e tutti insieme i filoni per cui sono scattate le manette. Arresti come se piovesse a Tangentopoli. Anche a Genova dove un mandato di cattura in carcere è stato consegnato all'ex senatore psi Delio Meoli. L'ex parlamentare era stato arrestato venerdì scorso per la Tangentopoli ligure. Allora si parlava di concussione, adesso per i giudici milanesi è corruzione: 120 milioni intascati dalla Techint sui lavori per le Colombiadi. Finisce a San Vittore, invece, Alberto Cicinelli, funzionario dell'Inail. E' accusato di corruzione aggravata per una mazzetta da 721 milioni, intascata sugli appalti per l'informatiz- zazione dell'Istituto. A pagare la Olivetti di Carlo De Benedetti. Ed è stato proprio il presidente del gruppo di Ivrea a raccontare per primo, seguito dai suoi top manager, l'elenco di tutte le mazzette pagate. Segue a ruota l'arresto di Tommaso Rea, ex manager Sip poi passato alla Seat, quella della «Pagine gialle». Corruzione, l'accusa. Ma non si parla di telefoni nel mandato di cattura. A portare a San Vittore Rea gli appalti con bustarella per la manutenzione dei condizionatori d'aria negli uffici della Sip. Si tratta di una tangente da 310 milioni pagata dalla Nuova L.V. dei fratelli Mariani. Altri arresti: Arnaldo Chisari, ex direttore generale ministero Trasporti. E' accusato di aver «passato» 950 milioni avuti da aziende del gruppo Olivetti a vari partiti. Corruzione e violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti le accuse. Quelle di sempre. In manette pure Gabriele Testa, consigliere della Ansaldo Trasporti. Anche lui, per i giudici, ha pagato tangenti: 250 milioni all'ex ministro dei Trasporti il de Bernini, altri soldi ancora a Carmelo Conte, psi che smentisce. Gli ultimi tre arresti portano ancora il timbro dei Beni culturali: Agostino Di Falco, amministratore delegato Icla di Napoli e Maurizio Mari, ex presidente Cogeco di Roma, Franco Cici, mediatore d'affari. Mazzette a nove zeri ancora al psdi. Fabio Potetti

Luoghi citati: Genova, Italia, Milano, Napoli, Roma