C'ERA UN CANE CON L'ACNE CHE ABBAIAVA ALLE RANE

LA POSTA IN GIOCO LA POSTA IN GIOCO C'ERA UN CANE CON L'ACNE CHE ABBAIAVA ALLE RANE vortice. Feci trovare / e musicai: "Giaci su me...". / A teatro porta età». Per i nostalgici del senso (diciamo, fuori d'equivoco, per i nostalgici del significato) si specifica che «Giaci su me» è lo spartito di una canzone Anni Trenta e che il verso «a teatro porta età» vuole insinuare che «l'età adulta insegna a prendere la vita come fosse una rappresentazione teatrale». Sono spiegazioni dell'autore della {loesia: ma ci sono versi che io eggo senza preoccuparmi d'altro: «"esser, non esser: ti amo maitresse...". Non resse / e si rise». Non saprei dire perché, ma ci sono nonsenso che apprezzo, come questi, e altri che invece mi fanno sbadigliare. Chissà. Andrà a giornate. Scrivete a: Stefano Bartezzaghi, «La posta in gioco», La Stampa-Tuttolibrì, via Marenco 32,10126 Torino. colorano, e smarriscono il loro significato (la prima parola che stinge è: «fiducia»). Un'altra carta che svolazza è pure questa frutto di una vocazione combinatoria, ma è assai più complessa della prima. E' una lettera, e ha un mittente, il professor Elio Maccario (Arma di Taggia IM). Leggendo un certo libro, questo professore ha deciso che i giochi che facciamo noi, qui, possono almeno in parte essere catturati in una tavola mendeleeviana che conterrà anche possibilità per ora inesplorate ma già prevedibili nella logica del sistema. Devo dire che mi sorprende essere dentro a un sistema con una sua logica, in genere ricevo rimproveri in senso contrario, ma ammetto che la tavola di Maccario è un sistema, ed è anche logico. La prendo alla lontana. Possiamo accordarci su un fatto banale e già noto: il «cane» ha quattro zampe ma cane ha quattro lettere. Maccario elenca una serie di giochi meccanici, sulle lettere delle parole (anagramma o spostamento: cane=acne; cambio: cane=rane; aggiunta o zeppa: canescarne; bisenso: cane animale e cane della pistola; sciarada: chi/cane=chicane). A parte, Maccario' considera questioni di significato: quelle per cui il nemico del «cane» è il «gatto»; un esempio di «cane» è il «bassotto»; un sinonimo di «cane» è (in musica) «stonato»; una cosa attinente al «cane» è la «cuccia». Incrociando i due elenchi si trova la nostra tavola mendeleeviana. «Piccoli ciclopi» è un anagramma (per meccanismo) ed è un ossimoro (per significato); mentre tra le aggiunte iniziali Rio (de Janeiro, carnevale, samba) può essere considerato un sinonimo di brio. Tra i cambi il tino è attinente al vino, il lesto si oppone al lento eccetera. Io non insisto più di tanto con queste tassonomie perché, anche se personalmente ci vado a nozze, immagino che siano un po' faticose da seguire, e un po' troppo puntigliose. Il difetto più grosso è che in ogni classificazione interviene sempre, prima o poi, il significato delle parole: e il significato è una noia, ma una tale noia da innervosire Giobbe. Poco fa ci ho pensato parecchio prima di inventarmi un sinonimo di «cane»: avrei voluto proporre «amico», ma poi ho pensato che a un amico difficilmente direi «cane», e i sinonimi dovrebbero essere interscambiabili. Lo stesso discorso vale per «fedele». Tutti sanno che i cani sono fedeli, ma ci sono religioni rispettabilissime che chiamano «cani» gli infedeli. E allora? (E allora bisognerebbe prendere i significati e buttarli nella toilette ma, guarda caso, lo si può fare solo con le parole, le parole scritte). La terza carta che svolazza si occupa ben poco di significati. E' un fascicolo di Fulvio Wetzl (Roma), una persona il cui nome sono ben contento di non dover anagrammare. Il fascicolo contiene poesie palindrome, o palindromiche, in cui ogni singolo verso può essere letto dal principio o dalla fine, secondo il procedimento di don Bendazzi. Quel che don Bendazzi avrebbe disapprovato è l'argomento blandamente erotico: ma ai nostri tempi ci vuole ben altro per porci in imbarazzo. La prima poesia di Wetzl si intitola Angolo Bologna, presunto nome di una casa di tolleranza felsinea. Finisce con la strofa: «Attesi la Lisetta; / ell'è bella dama dalle belle... / era Stefano Bartezzaghl

Persone citate: Bendazzi, Elio Maccario, Fulvio Wetzl, Giobbe, Maccario, Stefano Bartezzaghi, Wetzl

Luoghi citati: Bologna, Roma, Taggia, Torino