Falck resta, Prodi va alla guerra, attiri qualcuno trema

Falck resta, Prodi va alla guerra, attiri qualcuno trema NOMI E GLI AFFARI Falck resta, Prodi va alla guerra, attiri qualcuno trema Alberto Falck verrà riconfermato oggi presidente di Federacciai. Il turno sarebbe toccato all'impresa di Stato. Ma Hayo Nakamura ha troppo da fare per salvare Taranto dai tagli voluti da Karel Van Miert, irremovibile commissario Cee alla concorrenza. Una novità dovrebbe esserci invece nella direzione generale, cui aspira Gianni Tursi, ex Uva, ex Costa Smeralda, oggi uomo di rapporti esterni di Giovanni Arvedi. Sono tempi di bilanci e di rinnovi, in Assolombarda ce l'ha fatta Ennio Presutti. In Confindustria non ci sono problemi. Non scade Luigi Abete. Ma sotto le suWm perfici tirate Falck guiderà a lustro, le la Federacciai polemiche sono ovun- Nakamura que in aggua- troppo da fare to. Mani pulite docet, i «minori» ribollono e qualcuno esce allo scoperto, come il trevigiano Giorgio Panto, leader nei serramenti e già sponsor di «Colpo Grosso» che ha comperato un'intera pagina di quotidiano per esprimere il suo dissenso. Continua la serie nera di Silvio Berlusconi. E pensare che, quella appena finita, avrebbe dovuto essere la settimana fortunata. Una vera gioia vedere l'avversario storico Carlo De Benedetti mangiar polvere davanti ai giudici di Milano. E invece, venerdì, un colpo alla nuca arriva dalla Cee. Dove il Presidente del Consiglio Superiore dell'Audiovisivo, Jacques Boutet, cancella con un bel tratto nero le telepromozioni all'italiana mettendo fuori legge 400 miliardi di entrate pubblicitarie Fininvest, le televendite di Mike B- C. Sempre negli stessi giorni scoppia la grana del Giro d'Italia. Qui re Silvio riesce, in una sola mossa, ad armare contro di sé una Santa Alleanza che vede riuniti viale Mazzini, il ministro dell'Interno Nicola Mancino e il de Luciano Radi, potente presidente della parlamentare Commissione di vigilanza sulla Rai. E mentre il ministro delle Poste, Maurizio Pagani, si trasforma in «ministro Fininvest», lo scandalo sulle mazzette che lambisce l'ex ministro delle Poste, Presutti Oscar ce l'ha fatta Mammì, get- Sama ripensa ta strani ri- alla Fondiaria flessi sulla legge che porta il suo nome. Un capitolo aperto da Davide Giacalone, già segretario prodigio di Mammì ed estensore ombra del famoso testo sulle frequenze televisive, oggi assoldato fra le truppe Fininvest. Insomma otto giorni di fuoco che, sul fronte opposto, vedono la vittoria ai punti di Giovanni Giovannini, presidente della Fieg che a Boutet era ricorsa, del garante per l'Editoria Giuseppe Santaniello, che si vede riconosciuto il principio che le telepromozioni sono pubblicità, e di Gianni Pasquarelli: nell'ingrossarsi delle file anti-Berlusconi, si aprono spiragli di luce per l'ente disastrato che tenta di pilotare. La settimana di passione non finisce qui. Già si scorge la levata di scudi di coloro che chiedono la revisione di tutto il sistema di concessioni, e che possono ora annoverare tra i seguaci il neo presidente dell'In, Romano Prodi. Il quale, infilandosi nel portone di casa sua a Bologna, non più tardi di tre sere fa, ha ammesso: «Ci vuole più concorrenza. Bisogna smantellare le concentrazioni monopolistiche». E parlava di radio e tv. Prodi, col pallino della privatizzazione e della competitività. Ernesto Pascale, presidente della Sip, non ha fatto in tempo a rallegrarsi di essere riuscito Romano Prodi a strappare dà la sveglia all'assedio della British Telecom il cliente Luciano Benetton. Sempre nella famosa conversazione notturna, il presidente dell'Iri gli ha ricordato che il dinamico gruppo privato inglese dei telefoni ha appena aperto una sede anche a Bologna. Come dire: Pascale svegliati! Re Silvio non è solo. Molti altri stanno nei pasticci. Pensiamo a Carlo Sama, alle prese con i debiti del gruppo Montedison, con le perdite di Fondiaria, col problema di separare i propri destini da quelli degli eredi di Camillo De Benedetti. Un'alleanza voluta dal cognato Raul Gar dini che, nell'intreccio con la Gaich, aveva piazzato una pedina utile, in vista di futuri scontri con le sorelle della moglie Idina. Il marito di Alessandra Ferruzzi può consolarsi solo pensando a Renato Picco e al gruppo Eridania. Mentre resta in bilico sulla sua testa il mistero giallo della sparizio ne di Pippo Garofano, già stratega di Foro Bonaparte. Nonostante le ansie di papà Eugenio, Giorgio Cefis ce l'ha fatta a diventare maggiorenne in Premafin. Dove, complici Enrico Cuccia e il pool di Tangentopoli, è di ventato il punto di riferimen to. Addio amari ricordi, di quando, riunendosi in consiglio, Salvatore Ligresti e Fausto Rapisarda lo lasciavano fuori dalla porta. ^^^^ Valeria Sacchi Benetton sceglie Sip ^^^^ Wm WmFalck guiderà la Federacciai Giovanni Giovannini Pasquarelli alle crociate Benetton sceglie Sip Sama ripensa alla Fondiaria Nakamura troppo da fare Presutti ce l'ha fatta Romano Prodi dà la sveglia

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