Il ricordo di falcone scuote Palermo

4. Nell'anniversario della strage migliaia di persone scendono in strada per manifestare Il ricordo di falcone scuote Palermo Cori da stadio contro la mafia PALERMO DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Alle 17,58, l'ora della strage di Capaci, le sirene delle navi nel porto di Palermo, la Clodia, la Marina Costa, la Altinia e tante altre, hanno suonato le sirene per ricordare l'esplosione di un anno fa - era un sabato - quando i mafiosi uccisero Giovanni Falcone e la moglie Francesca Morvillo e tre poliziotti della scorta, Vito Schifani, Antonio Montinaro e Rocco Di Cilló. Nello stesso attimo in via Notarbartolo, accanto all'albero Falcone, davanti all'edificio in cui alloggiavano il giudice e la moglie, pure magistrato, un trombettiere dell'esercito ha intonato le struggenti note del «Silenzio». Pochi sono riusciti a non piangere di commozione e rabbia. Migliaia le persone anche nel luogo della strage, allo svincolo autostradale di Capaci. Più di trenta associazioni e loro aderenti hanno contribuito alle manifestazioni e i tanti cittadini onesti, alle 17,58, hanno scandito il tempo con applausi scroscianti e slogan. Molti, come fanno i tifosi negli stadi, hanno saltato e urlato «Chi non salta è mafioso!». Una mobilitazione che ancora una volta ha trascinato i palermitani, coinvolgendo bambini, ragazzi, adulti, uomini e donne. In uno striscione una frase di Falcone: «Le idee camminano sulle nostre gambe». Dopo le catene umane, i cortei, la fiaccola della speranza portata da Capaci fino al carcere (la cui piazza da oggi si chiama «Della Pace» e non più dell'«Ucciardone»), bianche colombe liberate in cielo, in serata Raiuno ha trasmesso un programma con i ministri dell'Interno Nicola Mancino e di Grazia e Giustizia Giovanni Conso con il procuratore Gian Carlo Caselli e altri giudici. Conso alle 10,30 ha assistito alla messa in suffragio nella basilica di San Francesco d'Assisi, fatta celebrare dai famigliari delle vittime e dalla questura, e ha pronunciato la prima lettura: «Applaudite gente, acclamate Dio con voce di gioia», seguito da Antonino Caponnetto per la seconda lettura, tratta invece dal messaggio di San Paolo agli Efesini. Al rito, celebrato dal parroco Settimo Soriano, presente il cardinale Pappalardo, hanno assistito le sorelle di Falcone, Anna e Maria, la madre e il fratello di Francesca Morvillo, Ida e Alfredo, pure giudice antimafia, i parenti dei tre poliziotti caduti, fra i quali Rosaria Schifani, la giovanissima vedova dell'agente Vito che la lasciò sola con un bambino di 4 mesi. Nella basilica c'erano anche Fernanda Contri, ministro per gli Affari Sociali che a suo tempo, da membro del Csm, sostenne Falcone nel suo contrasto con quanti ostacolavano il suo ruolo contro le cosche. Fra i primi a giungere, accompagnato dai figli, il giudice Giuseppe Ayala, grande amico di Falcone e ora deputato del pri. La madre del poliziotto Agostino Catalano, anche lui vittima dei clan, al termine ha detto brevemente: «Ricordiamo tutti il sorriso sornione di Giovanni Falcone, che si faceva beffe di chi lo voleva morto». Più tardi sul luogo della strage, dove in un tappeto di fiori è stato piantato un carrubo, Fernanda Contri ha letto un breve scritto di Gesualdo Bufalino, che ha ricordato come la mafia uccideva tra siepi di fichi d'india e ora con plateali stragi: «Se questa energia del coraggio sapremo tornare ad avere - ha scritto Bufalino - quest'isola potrà continuare a essere il giardino del mondo». Sono 20 mila le piante di carrubo distribuite ieri dall'Azienda regionale delle foreste su disposizione dell'assessore all'Agricoltura Francesco Aiello per essere piantate in tutta la Sicilia in memoria di quanto avvenne a Capaci. E decine di strade sono state intitolate in questi giorni alle cinque vittime del 23 maggio 1992. «Possono uccidere il corpo, ma non lo spirito» ha commentato ieri nel sermone don Paolo Turturro, parroco della chiesa di Santa Lucia accanto all'Ucciardone e, sempre alludendo ai mafiosi, ha aggiunto: «Lóro controllano il territorio, ebbene facciamo lo stesso e liberiamocene». In piazza Politeama, la principale di Palermo, il Comitato dei lenzuoli ha proseguito una raccolta di firme. Segnali anche dallo sport: il Palermo, neopromosso in serie B, ha stipulato polizze assicurative per i tre orfani della strage, i due bambini di Montinaro e quello di Schifani, che a 18 anni riceveranno 100 milioni l'uno. Antonio Pavida Uno scritto di Gesualdo Bufalino «Se avremo l'energia del coraggio la Sicilia tornerà un giardino» Due immagini delle manifestazioni di ieri a Palermo per ricordare il giudice Falcone I ministro dell'Interno Nicola Mancino