Lo slogan è al risparmio di Luciano Borghesan

Tabelloni elettorali mezzi vuoti, manifesti fatti in casa Tabelloni elettorali mezzi vuoti, manifesti fatti in casa Lo slogan è al risparmio Castellani ha usato una foto casalinga Cornino vuol colpire con «atto di forza» Ha un'aria perplessa. Da buon professore del Politecnico deve fare i conti ogni giorno con i problemi, e anche sui manifesti elettorali Valentino Castellani ha l'espressione di chi medita. Il dito preme forte sulla guancia del suo volto assorto. Promette risposte «per uscire dalla crisi e ridare fiducia a Torino». Certamente il momento torinese è problematico: un messaggio voluto? No, quella foto Castellani l'aveva in casa. «E' un manifesto fatto artigianalmente, ragionato tra noi» dicono i collaboratori, un po' delusi del risultato: si fa fatica a leggere le frasi. L'automobilista sfreccia davanti ai tabelloni, ha poche frazioni di secondo per soffermarsi sulle scritte. Difficile capire che il professor Castellani è portato da Alleanza per Torino, pds e Verdi, di cui tra l'altro non compaiono neanche i simboli. Sicuramente più esperti, i politici uscenti hanno saputo far meglio. Diego Novelli si presenta sicuro sopra la scritta «sindaco», intorno al suo sguardo imperscrutabile appaiono i simboli delle liste che lo sostengono. Un manifesto studiato: sulla scheda gli elettori troveranno i marchietti dei partiti e dei gruppi, non i nomi. Meglio aiutare i cittadini a memorizzare i simboli. Anche Paolo Chiavarino, sorridente, ha preferito lo scudo della Libertas alla scritta «de» per esprimere «fiducia nel do- mani». Le campagne possono essere efficienti anche se economiche, il che oggi è già una qualità per chi vuol fare politica rispetto alla dispendiosa stagione del '90.1 tabelloni a due settimane dal voto sono mezzi vuoti. Vacche magre per le tipografie, che hanno preteso pagamenti in contanti, ritrovandosi con fatture di due anni fa ancora inevase. Idee nuove? Castellani sembrava essere partito alla grande sotto il Cavai 'd brons con i cinquanta candidati di Alleanza per Torino. Si erano messi tutti in posa per una gigantesca foto di gruppo. La troveremo pubblicata su un opuscoletto che presenterà i suoi sostenitori uno per uno, ma il materiale non è ancora pronto. E con quel dépliant spera gli arrivi presto un altro manifesto, con foto più rassicurante per una «Torino solidale, sicura e pulita». Pure Giovanni Zanetti, altro candidato a sindaco, è in attesa che gli sia consegnato il materiale. Tra un paio di giorni dovrebbe affacciarsi sulle strade di Torino. Lo vedremo con la penna in mano, seduto alla scrivania. Senza glogan. Chi punta sulla frase che colpisce è Domenico Cornino. Sul filone datogli da Bossi («lui è il nostro Schwarzenegger»), dice che «è ora di governare». Annuncia un maiuscolo '«Atto di forza». Slogan senza foto. Ora basta!, ordina il msi: «L'Italia piange, Craxi ride». E i monarchici: meno sperperi, meno tasse. Dai «terribili» ai «costruttivi». Claudio Pioli: Lega per Torino se ami la tua città. «La rete siete voi». Lupi: un impegno per l'ambiente. Ci sono anche i «sinceri»: ,«Gli altri ti promettono la luna noi ti garantiamo la terra», scrivono i verdi del sole che ride. E c'è chi non si spreca: vota così. Un simbolo e stop. Va bene sempre, in ogni città e per qualsiasi elezione. Si risparmia, sperando che il partito (vedi il pds), in futuro, non cambi nome e simbolo. Luciano Borghesan s Sono ancora semivuoti i cartelloni elettorali. Nella foto a sinistra il manifesto di Valentino Castellani con l'immagine che aveva nel suo album di casa

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